~Capitolo 6~

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Ok, ora mi sto inquietando, e poi perché mia madre dovrebbe essere un lama? Che cazzo succede?
Passa un ora e Simo mi chiama:
Simo: Sto arrivando.
Io:Tutto ok?
Sentivo la sua voce, era agitato e anche molto.
Simo:Sì perché..?
Io: Niente..torna presto che ho fame.
Simo: Tu hai sempre fame.
Chiusi la chiamata, i dubbi mi stavano assalendo, e se Simo mi stesse tradendo con sta Martina? Ho un idea!
Sentii Simo parcheggiare l'auto, corsi fuori nonostante fossi in intimo.
Io: Simo! Ti devo chiedere una cosa!
Urlai quasi gioiosamente per la mia nuova idea,non so bene perché, però ero sicura che lui non mi tradisse, credo.
Simo: Aspetta almeno di essere in casa..
Disse in tono maliziosamente squadrandomi da cima a fondo.
Lo feci entrare in casa, cucinai due piatti di spaghetti al pesto verde, ci sedemmo.
Poi mi ricordai della proposta che dovevo fargli:
Io: Senti Simo..hai in mente quando dicevo che non volevo? Beh ora sì, vorrei che mi presentassi a youtube come tua fidanzata.
Non poteva di certo di dire di sì se mi tradiva, lui era uno sincero e non falso, o almeno non con YouTube.
Simo: Non ne ho tanto il tempo..dovrei stravolgere l'ordine dei video che ho programmato..
Ok, forse ha davvero una relazione con questa Martina..ho un idea.
Io: Tua madre è un lama.
Aveva tenuto lo sguardo basso tutto il tempo, ma in quel momento mi guardò fisso negli occhi e impallidì, sicuramente era una citazione di qualcuno che conosceva.
Simo: Scusa..c-cosa hai d-detto?
Io: Senti io devo andare, e non voglio un passaggio in auto me la vado a prendere al parco.
Lui non riusciva a guardarmi negli occhi, non disse nulla. Io lasciai lì il mio piatto di spaghetti, presi giacca e borsa e mi infilai le scarpe, gli diedi veloce uno sguardo. Era pietrificato.
Non sapevo che fare, il parco era distante almeno un ora a piedi, non volevo che nessuno mi vedesse in quelle condizioni, neanche un tassista. Stavo piangendo, e continuai a piangere. Finchè entrai in auto e mi misi le mani per coprirmi il volto, anche se era buio.
Dopo circa 10 minuti in cui cercai di tranquillizzarmi feci partire l'auto e guidai fino al mio appartamento, ero sconvolta.
Ok, allora il numero era sicuramente di sta Martina, se no non avrebbe agito così.
Ed oggi non è andato nè da Jaco, nè da Marcy, nè da nessun altro di loro..o magari da Martina. Anzi ne ero sicura.
Entrai nell'appartamento e andai direttamente a letto, senza struccarmi, nè svestirmi.

La mattina mi svegliai tardi, guardai il telefono: una chiamata persa dall'agenzia per la quale ho fatto il colloquio, un'agenzia di viaggi abbastanza famosa.
Mi lavai la faccia e subito la richiamai:
Segretaria: Buongiorno come posso aiutarla?
Io: Buongiorno ho visto che ho perso una chiamata stamattina, probabilmente per il colloquio tenutosi venerdì.
Segretaria: Ah sì, Valentina, volevo comunicarle con tanto piacere che ora può lavorare presso la nostra agenzia viaggi, comincerà dopodomani, le darò più informazioni più avanti.
Io: Grazie mille davvero.
Chiusi la chiamata.
Chiamai subito mia madre, non credevo ancora che mi avevano accettata, è fantastico!
Io: Senti Mà mi ha chiamato l'agenzia..
Dissi singhiozzando, dovevo sembrare triste.
Mamma: No cucciola mi dispiace..
Io: Mà, mi sottovaluti così?
Iniziai a ridere.
Mamma: Ma allora sei stata accettata?
Io: Sì!
Mi fece un sacco di domande a cui non sapevo rispondere, però decisi che in quel momento di gioia non era il caso di parlarle di Simone.
Chiusi la chiamata e mi preparai la colazione, mi "preparai" i cereali in una tazza.
Poi iniziò a squillare il telefono:

Simone❤️

Non avevo per niente voglia di rispondere, quindi feci finta di nulla, nel corso della mattinata mi chiamò almeno altre tre volte.
Quel giorno mi sentivo forte, mi sentivo coraggiosa, e decisi di rispondere al messaggio in cui insinuavano che mia mamma sia un lama.

Io: Si può sapere cosa vuoi Martina?

Non potevo rimanere tutto il giorno in quella casa, e decisi di andare a fare una passeggiata, da sola, accompagnata dai miei pensieri.
Con tutte le persone che potevo incontrare, c'era Simone, ma non mi stava cercando.
Decisi di spiarlo, come fanno le bambine dell'asilo, stava parlando con qualcuno, ma erano nascosti da miriadi di foglie, merda.
Era arrabbiato, parecchio, però poi io caddi e le due persone sentendo il rumore si girarono verso di me, iniziai a correre più che potevo, credo non mi abbia riconosciuto, se no mi avrebbe sicuramente fermata.
Corsi in auto, ormai non sapevo più di chi fidarmi, se non della mia famiglia.
Iniziai a pensare a cose belle, come il colloquio andato bene, il mio bambino..già, il mio bambino.

[Lo so che pubblico milioni di capitoli, però mi sto divertendo a tenere un po' tutti sulle spine, mauahha. Ricordatevi di lasciare qualche stelletta e di commentare anche con dei consigli, grazie mille ciau, ah sì e mi rendo conto che nella mia storia passano il tempo a mangiare ma vabbhè]

Una storia, Erenblaze e KenoiaWhere stories live. Discover now