~Capitolo 16~

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Simo: Vorrei dirti la verità, però devi ascoltarmi.
Io: Su cosa?
Simo: Martina.
Sembrava davvero serio, ed ero in ansia su cosa potesse dirmi. Non mi sentivo pronta, non in quel momento che andava tutto bene, o almeno mi sembrava.
Simo: Io non ti ho mai tradita.
Vale: Ed ecco che riiniziamo..
Simo: No, sono serio, ascoltami ti prego.
Mi voltai dall'altra parte e mi staccai da lui, ancora bugie?
Simo: È strano da dire, ma mi sono trovato in mezzo a qualcosa più grande di me.
Sospirò, poi continuò:
Simo: Ho scoperto Luca e Martina baciarsi al parco.
Io: Sul serio?
Simo: Sì, poi Martina ha iniziato a minacciarmi che se ti avessi detto qualcosa, lei..lei ti avrebbe fatto del male.
Io: Aspetta aspetta..fammi capire..quindi Luca è fidanzato con Charlie, però la tradisce con Martina, tu hai sempre saputo tutto senza dir nulla a nessuno. Ed io ho creduto che fossi tu a tradire me.
Simo: Sì, diciamo di sì.
Io: E Non hai detto nulla a Charlie? È comunque tua amica no? Deve sapere.
Simo: No! Sai cosa significa? Luca non me lo perdonerebbe e Martina..si vendicherebbe.
Io: So badare a me stessa.
Simo: Ne parliamo domani va bene?
Mi prese tra le sue braccia, e così si addormentò.
Ero sollevata, finalmente avevo scoperto la realtà, Simo non mi tradiva..ma comunque resta il problema, mi dispiace troppo per Charlie.
Lei non sa nulla e continua la sua relazione con Luca come se nulla fosse.
Passai circa una mezz'oretta navigando nei miei pensieri, finché non presi un libro.
Leggere mi faceva addormentare, in più mi concentravo nella storia e non sul resto.
Infine mi addormentai perdendo la pagina.
Simo: Vaaaaaaleee.
Lo sentii gridare dalla cucina.
Accesi il telefono per vedere che ore erano: 11,20.
C'era una notifica, così misi il codice ed aprii wathsapp:

Martina: Ehy oggi vuoi venire a pranzo con me?

Cosa voleva Martina ora? Da quando conosco la realtà non so se fidarmi, meglio lasciarla un attimo in sospeso.
Io: Simo arrivo!
Scesi le scale e lo vidi che tentava di accendere il frullatore.
Io: Che hai intenzione di fare?
Simo: Un frullato, ma credo sia rotto ormai.
Io: Come fai a saperlo se non hai attaccato neanche la spina?
Simo: Ah già..
Presi il telefono e gli mostrai il messaggio.
Sembrava confuso.
Simo: E ora cosa vuole?
Io: Io vado con lei.
Simo: No che non vai.
Io: Me lo vuoi proibire?
Simo: Assolutamente sì.
Io: Lo sai che non sono una bambina?
Simo: Va bene, però io ti osserverò da lontano.
Non risposi e presi i frullati da portare al tavolo.
Finimmo colazione ed io iniziai a vestirmi, ormai la pancia era evidente, ma non mi dava per niente fastidio.
Chiesi a Martina dove ci saremmo trovate e lei mi indicò il nome di una pizzeria vicino al lago.
Quando arrivai la trovai seduta, quando mi vide si alzò e mi abbracciò.
Non me l'aspettavo, ma ricambiai lo stesso per non sembrare maleducata.
Ci sedemmo e io presi una pizza margherita, mentre lei una capricciosa.
Iniziammo a parlare un po' di tutto, lei mi raccontò della sua passione verso i panda.
Poi cambiò discorso:
Marti: Comunque mi vedo con Luca.
Io: In che senso?
Non rispose e io continuai con le domande, mi sorprese che iniziò lei a parlarmene, ma io facevo finta di non sapere.
Io: Ma Luca..Luca di Charlie?
Marti: Sì, lui.
Io: E  perché me lo stai raccontando?
Ci pensò un attimo prima di rispondermi:
Marti:  Perché sento che posso confidarmi con te.
Sorrisi, anche se non le credevo molto.
Io: E da quanto vi vedete?
Marti: Da circa..tre settimane credo.
Io: E intendete andare avanti?
Marti: Sì.
A interrompere il discorso fu il mio telefono che iniziò a squillare:
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Raechel: Ci sei? Possiamo vederci?
Io: Ora non è uno dei momenti migliori..
Raechel: Ok mi hanno trovato rubando un paio di pantaloni in un negozio, vieni qui?
Io: Ok arrivo subito.
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Io: Scusami Martina ma è urgente, una mia amica non sta bene.
Marti: Ci sentiamo poi, va bene?
Io: Sì va bene.
Corsi e dalla borsa presi le chiavi dell'auto, la aprii ed entrai.
Simo: Dimentichi la cintura.
Io: Cosa ci fai qui?
Simo: Ti avevo detto che ti avrei controllata.
Io: Raechel è nella stazione di polizia.
Simo: Ma gliene va una giusta a quella lì?
Continuai a guidare concentrata fino a destinazione.
Quando arrivai e chiesi di lei un poliziotto mi portò in una stanza per parlarne.
Poliziotto: Piacere, sono Alex.
Io: Piacere, Valentina. E lui è Simone.
Alex: Le vorremmo parlare di Raechel..
Si sedette e ci fece accomodare su una sedia.
Io: Non potete arrestarla! Non ha i genitori..e chi baderebbe a sua sorella?
Iniziai sul serio ad arrabbiarmi.
Alex: Sorella?
Io: Sì! E poi voi non sapete cosa le fanno poverina, sapete solo quello che volete sapere!
Lui restò calmo, al contrario di me.
Alex: È proprio di questo che voglio parlare, lei non è quella che crede di conoscere, lei soffre della sindrome di Munchausen, in parole povere, lei ha bisogno di attenzione, ha bisogno che le persone provino compassione per lei, che pensino a lei, in pratica, come i bambini, deve essere al centro dell'attenzione.
Non dissi nulla, rimasi a bocca aperta ad ascoltare le sue parole, che piano piano davano un senso a tutto.
Alex: Non ha una sorellina, i suoi genitori ci sono, e quella storia che è stata violentata è falsa.
Allora chi avevo accolto nel mio appartamento? Chi era lei?
Non dissi nulla, non avevo nulla da dire, e me ne andai.
In auto sia io che Simone stavamo in silenzio.
Quando arrivammo a casa ci sdraiammo insieme sul divano.
Io: Io credo di aver ricevuto troppe risposte da mandar giù in un solo giorno.
Simo: Credo anch'io..

[ Ok, oggi posto un capitolo con taaaaante risposte dopo le mie tre settimane di assenza, ero in vacanza. Stellinate e commentate, ciau❤️]

Una storia, Erenblaze e KenoiaUnde poveștirile trăiesc. Descoperă acum