NIKOLAJ

Erano passati giorni da quella notte, giorni senza che io riuscissi a cancellare quell'avvenimento dalla mia testa, senza che potessi togliermi dalla mente quegli occhi. Lo sguardo con cui mi aveva guardato, sembrava che non mi vedesse neanche, non mi aveva permesso nemmeno di spiegare. Avevo provato molte volte ad avvicinarlo ma i suoi occhi me lo avevano impedito, quell'astio e disgusto mi paralizzavano. Ero bloccato, avevo chiesto a Dylan di darmi del tempo, sapeva che qualcosa non andava e mi aveva detto di fare ordine in me e che poi ne avremmo parlato. Ordine. Come potevo farlo se l'unica persona che volevo, la ragione per cui tutto era cominciata, non mi degnava neanche di una parola, se evitava la mia faccia e mi vomitava il suo disprezzo solo con un'occhiata di sfuggita? Decisi di farmi forza e parlagli quel giorno.

Era il quindici di Agosto e avevamo organizzato un barbecue, si erano uniti anche i Ward a noi, volevo approfittare della confusione generale per parlare in privato con Matt. Lo avevo tenuto d'occhio per tutto il pranzo ed alla fine si era isolato, salendo in camera sua, così lo seguii. Rimasi per qualche istante a fissare la porta chiusa e raccolsi tutto il coraggio che avevo per prepararmi a bussare, ma non lo feci. All'improvviso sentii la voce di Matt e questo mi bloccò, rimasi ad ascoltare quella che doveva essere una telefonata molto riservata se era salito fino in camera sua.

- Ehi .... Qui fa tutto schifo – diceva la voce di Matt affranta – davvero non vedo l'ora di vederti, mi manchi da morire – quelle parole mi uccisero, con chi stava parlando? – dammi buone notizie adesso... -

La sua risata proruppe ed il mio cuore perse un battito, chi diavolo lo stava facendo ridere così?

- Davvero? Non mi prendi per il culo, ce li hai? – era euforico adesso – Cristo, certo che ci vengo stasera! Sono stanco di stare qui, non vedo l'ora di poter passare del tempo con te, mi sei mancato – mormorò, un'altra risata – sei disgustoso, non possiamo fare una cosa del genere ... sì, certo ed io che ci guadagno? - l'agitazione mi stava divorando, di che cosa stavano parlando? – passiamo a cose serie, li porti, vero? Non ti do il permesso di entrare a South Gate senza, sono seriamente in astinenza e ne ho un bisogno assurdo di recente ... -

Quelle parole mi spiazzavano, cosa diavolo poteva essere? Chi era al telefono? Non volevo pensare al peggio ma per un momento pensai che potesse davvero essere droga.

- Mi devi raccontare tutto ... sì che ci sarà tempo! – un'altra risata – ma piantala non si può avere una discussione seria con te! Juri!!! Sei peggio di una puttana, una di quelle che violenta la gente però – un'altra risata – ok ... lo dico a mio cugino ... ci vediamo stasera ... sì, sì anch'io –

Juri ... era di certo il nome di un ragazzo, chi poteva essere? Non avevo mai sentito quel nome pronunciato da Matt altre volte, che anche lui avesse i suoi segreti? Rimasi impietrito davanti a quella porta e non mi resi conto minimamente conto che Matt stava per venire fuori dalla stanza, mi ritrovai i suoi occhi azzurri che mi fissavano confusi.

- Che ci fai qui? – chiese sorpreso – stavi origliando? – ora il suo tono era di nuovo arrabbiato.

A quel punto qualcosa scattò dentro di me – Con chi stavi parlando? – domandai a mia volta con tono autoritario.

Quello parve stupirsi, ma durò un solo istante, poi divenne solo infastidito – non credo siano affari tuoi. –

- Lo sono invece – ribattei.

- No ... non lo sono affatto ... perché non ti preoccupi del tuo ragazzo, non l'ho visto oggi, stasera passerete una notte romantica sotto le stelle? A pomiciare dove nessun occhio indiscreto vi veda?-

Mi zittii per un istante e lui cercò di passare oltre, ma glielo impedì afferrandogli il braccio – Matt .... Che stai facendo? –

- Quello che avrei dovuto fare mesi fa ...- disse a denti stretti liberandosi dalla mia presa – piantarla di farmi illusioni –

The WayrightWhere stories live. Discover now