- Che si fotta tuo padre, scusa il francesismo, ma non ti ci vedo come avvocato. - mi venne da ridere, Sean aveva ragione anche stavolta – fa quello che vuoi, la vita è tua, no? E poi Debby è una tipa sveglia, lei sì che ha la stoffa dell' avvocato! -

- Stai cercando di dirmi che sono un idiota? - commentai e stavolta fu il suo turno di ridere.

- Un idiota che mi ha comunque battuto ad una gara di chimica ... questo farebbe di me un super idiota? -

Ci ritrovammo a ridere forte, l'effetto dei due drink stava cominciando a farsi sentire e la vita tornò ad essere quasi bella, nonostante fossi lontano da Tyler e in una situazione tutt'altro che idilliaca. Portavo addosso i lividi della mia stupidità, ero stato ad un passo dall'andarmene da quella casa senza guardarmi indietro, forse sarei tornato in ginocchio da lui qualche ora dopo, ma non potevo saperlo se non avessi trovato la forza di dirgli ciò che sentivo o andarmene tacendo. Non potevo continuare così ... Tyler doveva saperlo, doveva rendersi conto di quanto fossi ufficialmente andato di testa per lui ... non era un gioco, non era una passatempo, non era una valvola di sfogo. Lui stava cominciando a diventare il mio fottuto universo e questo sarebbe andato bene soltanto se ne fosse stato un minimo consapevole.

Forse lo sapeva, pensai, magari stava soltanto facendo finta di nulla per non dover confrontarsi con nuovi problemi che poteva benissimo evitare.

- Oggi la causa di James verrà discussa in tribunale ... - per un attimo credetti che Sean stesse parlando con qualcun altro, soltanto in un secondo momento mi resi conto che i suoi occhi erano puntati proprio su di me. Senza rendermene conto il suo viso si era incupito, non c'era traccia dell'allegria che aveva mostrato fino a quel momento. Che anche lui stesse fingendo quel pomeriggio?

- James? E' il tuo ragazzo? - chiesi, perplesso, abbassando ulteriormente la voce.

- Ex ragazzo ... ci siamo lasciati quando è stato preso ... -

Wow, un teppista ... grandioso – Ci sei andato di mezzo anche tu? -

Sean scosse il capo – No, figurati ... per lui non ero abbastanza importante, non sapevo neanche che diavolo di problemi avesse fino a quando non sono venuti a prenderlo a casa mentre eravamo insieme ... -

- Droga? - dissi preso alla sprovvista da quell'inattesa confessione.

- Anche ... gestiva un racket vicino L.A ... una cosa grossa. Non riusciranno a farlo uscire così facilmente, ma che importa ... di certo non a lui, ha fatto di tutto per rovinarsi la vita. - parlò con disincanto nella voce, lo vidi mollare il suo drink e chiederne velocemente un altro con un gesto della mano.

- Mi dispiace, non credevo avessi una storia così drammatica alle spalle. - dissi con sincerità. Non sembrava un tipo capace di mettersi in certi casini, non con quel suo fare posato e quei piani favolosi per il futuro.

Sean rise, amaramente – Lascia perdere, ho sempre avuto una strana attrazione per i ragazzi cattivi ... i ribelli, quelli impossibili da conquistare ... ecco, a proposito di ragazzi particolarmente fighi e impossibili ... - vidi il suo sguardo muoversi dietro le mie spalle ed istintivamente mi voltai. Sta calmo, Chris, fu tutto ciò che riuscii a intimarmi.

Tyler era lì, bello come solo lui poteva esserlo, non mi aspettavo di vederlo tanto presto, soprattutto in un posto del genere. Per un attimo i suoi occhi incontrarono i miei, ma li distolse subito dopo. Vidi alcuni nostri compagni di corso chiamarlo a gran voce, si avvicinò al loro tavolo, le ragazze lo stavano letteralmente divorando con lo sguardo, come sempre.

- Questa è una di quelle volte in cui vorrei essere nato donna ... - commentò Sean con voce affranta prima di porgermi il nuovo cocktail che aveva ordinato – Margarita? -

The WayrightWhere stories live. Discover now