- Che ti porto? – chiesi svogliatamente.

Fu all'ora che distolse lo sguardo dal locale e poggiò gli occhio su di me, aveva occhi verdi profondi ma allo stesso tempo brillanti, fu come vedersi accendere qualcosa nel suo sguardo.

- Tu cosa mi consigli? – chiese piegando leggermente la testa per guardami meglio.

Nello stomaco sentii uno strano gorgoglio di nervosismo.

- Quello che ti pare – dissi secco – ho altre ordinazioni da prendere –

Quello rise e si portò una mano a coprirsi le labbra – di solito i camerieri non dovrebbero essere più gentili? –

Altre chiacchiere inutili pensai, era passato un anno e mezzo dalla mia scottatura ma nonostante questo il sentire flirt mi procurava una sorta di nausea insopportabile.

- Io non sono gentile, posso chiamarti Roxy, lei è molto gentile, se sei in cerca di gentilezza – sputai rancoroso.

Il suo sorriso si fece ancora più largo e smagliante, non capivo che diavolo di problema avesse quel tipo.

- Sei tanto incazzato con tutti o sono solo io che ti sto antipatico? – mormorò trattenendo maldestramente il divertimento.

- Voglio solo andare a casa e per farlo devo finire il mio turno, che non si concluderà mai se non ti sbrighi ad ordinare – commentai impaziente adesso con le braccia incrociate sul petto.

- Allora facciamo una cosa ... io ordino e dopo aspetto che stacchi, così facciamo un giro e magari ti faccio dimenticare il malumore – era sul serio convinto mentre pronunciava quella frase.

Io sollevai un sopracciglio sconvolto – prego? Sai che potrei denunciarti per molestie? Questo si che mi farebbe dimenticare il malumore – risposi scostante.

- Beh se devi denunciarmi, posso sapere il nome del ragazzo per cui sto andando dentro? –

- No – feci per andarmene ma mi sentii afferrare per un braccio.

Mi voltai pronto a tirargli un pugno ma qualcosa nel suo sguardo mi fermò – un Irish Cofee ... per favore –

- Era ora -

Quando tornai con la sua ordinazione lui mi stava ancora fissando in quello strano modo, gli misi davanti la tazza e lui mi allungò i soldi.

- Puoi tenere il resto – mormorò portando la tazza alle labbra.

- Sei sicuro che vuoi darmi una mancia così alta? – chiesi francamente sorpreso.

- Sì ... -

- Non ci vengo a letto con te, non farti strane idee. – misi in chiaro.

- E io aspetterò che stacchi – disse lui a mo' di sfida.

- E perché, di grazia? – chiesi mentre l'irritazione tornava a tormentarmi il petto.

- Perché non so ancora il tuo nome – rispose semplicemente.

- Nemmeno io so il tuo – gli feci notare – ci provi tanto e nemmeno ti presenti? –

Quello rise e sporse la mano verso di me – Koll ... incantato – disse con sarcasmo.

A quel punto scocciato allungai la mano verso di lui – Seth, dannatamente irritato quindi bevi il tuo caffè e vattene – con mia grande sorpresa non afferrò la mia mano, ma mi prese per il polso. Lo ruotò e lo baciò delicatamente poco sotto il palmo della mano, quel contatto mi provocò una carica elettrica lungo la schiena.

- Come vuole cameriere, per questa sera niente ... ma la prossima volta voglio un appuntamento, sono uno che non si perde d'animo –

- Illuso – ringhiai riappropriandomi del mio braccio.

The WayrightWhere stories live. Discover now