Seth ... fu l'ultima cosa che la mia mente elaborò, poi buio.

NIKOLAJ

In casa stava lentamente tornando la normalità, la famiglia stava cominciando a riprendere le normali attività e la paura febbrile dei giorni precedenti sembrava solo un ricordo confuso adesso. Tuttavia le conseguenze delle azioni di alcuni di loro erano ancora chiaramente visibili ovunque. Non mi era mai capitato di osservarli tanto ma mi sorpresi nel constatare lo strano comportamento di Wes e Seth, erano due persone estremamente particolari. Il primo era ancora intento ad eseguire il suo folle piano e procedeva nell'interpretare il ragazzo smemorato in presenza di Kevin che sembrava soffrirne immensamente. Osservare l'inglese e il modo in cui guardava Wes mi faceva male al cuore, tanto che fui tentato di svelare l'inganno. A cosa poteva servire continuare così? Perché punire quel ragazzo? Manipolarlo a tal punto ... era soltanto un gioco crudele.

Dopo pranzo Kevin si diresse al piano di sopra con aria sconsolata ed io decisi di seguirlo per parlargli in privato, lo vidi entrare in camera sua così mi apprestai a seguirlo quando mi sentii afferrare per un braccio. Mi voltai, era Seth. Eccolo il secondo uomo più assurdo della casa, non avevo dimenticato quello a cui avevo assistito e mi chiesi come stesse. Volevo domandarglielo ma l'intensità del suo sguardo mi mise una tale soggezione che mi costrinsi a tacere. Provai a liberarmi dalla sua presa ferrea ma lui non mi lasciò andare, i suoi occhi sembrava che mi stessero scrutando l'anima.

- Che stai facendo Nikolaj? –

Il tono che usò in quella domanda mi fece gelare il sangue. Per un secondo trattenni il respiro, i miei sensi di colpa mi spinsero ad interpretare quella domanda in un senso più ampio, come se lui sapesse il terribile segreto che mi stavo portando dentro.

- Io ... io ... - ero boccheggiante e quei dannati occhi scuri sembravano volermi ingoiare.

- Perché lo segui? – chiese ancora.

Al quel punto cercai di prendere un respiro e calmare i nervi – perché quello che gli sta facendo Wes non è corretto. – dissi alla fine con fatica.

- Non è a te che deve sembrare corretto – disse freddo – ti consiglio caldamente di farti gli affari tuoi – poi mi mollò – dopotutto tutti qui hanno i propri segreti e quello di Wes non tarderà ad essere rivelato. –

Poi lanciò un occhiata alla porta della camera di Kevin.

- Che vuoi dire? – chiesi turbato.

- Che il dolce inglese non resisterà ancora a lungo ... è giusto così – sentenziò – è come deve essere, c'è bisogno di un lieto fine –

- E tu? Il tuo lieto fine? – domandai ad un tratto quasi senza volerlo e me ne pentii immediatamente.

I suoi occhi mi furono di nuovo addosso affilati e accusatori – io non mi preoccuperei di me ... fossi in te.

Se ne andò così, lasciando impietrito e totalmente terrorizzato. Lo sa, si disse una parte di me, lo sa, sa di te e Matt, scossi la testa per scacciare quel pensiero, non era possibile. Ragionaci, mi dissi, è materialmente impossibile, Seth stava a casa poco e niente, non avrebbe mai potuto vederci. E se potesse vederti dentro? Si chiese una parte di me, mi vennero i brividi.

Mi ritrovai disteso sul letto in totale solitudine con la pagina del mio diario sul pc, raccontare quelle paure era quasi più terribile di viverle perché la mia mente elaborava sempre più spaventose possibilità. Cosa avrei dovuto tacere per far si che il mio segreto restasse tale, qual'era il Rapporto di Sostanziale Equivalenza che vi avrebbe legato?

Fu un rumore a destare la mia mente da quei tormenti, la porta si aprì e vidi la testa sorridente di Matt infilarsi piano in stanza, con fare circospetto si avvicinò a me, sdraiandosi sul letto.

The WayrightWhere stories live. Discover now