"Bitter biscuits."

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-POV LIV-

A Seattle in quel periodo faceva più freddo. Le foglie avevano cominciato a cadere colorando tutte le strade di rosso, marrone e giallo.

Non si poteva più uscire senza una felpa e i caffè diventavano il mio rifugio preferito.

Il cielo era quasi sempre ricoperto da nuvole e in alcuni giorni l'odore pungente della pioggia era fastidioso, anche se l'autunno era una delle mie stagioni preferite.

Erano passate alcune settimane dall'incidente e sembrava che Justin cominciasse ad abituarsi alla sua vita senza Marcus, pareva finalmente capacitarsi che non era tutto perduto e che il suo caro amico avrebbe voluto vederlo felice e sereno.

Alcune volte sembrava assentarsi con la mente per alcuni istanti, come se si tuffasse nei ricordi più remoti e non ne volesse più uscire.

Passava molto tempo a casa mia, e con le cure speciali di mia madre era guarito del tutto in poco tempo ed era in forze, ma era evidente che il cuore a guarire ci avrebbe messo più tempo.

Non faceva altro che guardare partite di football; erano diventate una sorta di ossessione per lui.

Avevamo fatto solo una piccola cosa di diverso in quei giorni, ed era stata andare al lago.

Ci avevo messo un po' a convincerlo, ma ne era valsa davvero la pena. Avevamo mangiato cibo spazzatura seduti abbracciati sulla riva del lago e ci eravamo coccolati, quasi con la paura di perderci e non ritrovarci.

Mi sentii subito meglio quando quella sera mi disse "Vorrei che questo giorno non finisse mai più, è stato uno dei più belli della mia vita. Grazie."

Ci eravamo distesi sotto il manto di stelle e ci eravamo addormentati lì, come nei film, dove le preoccupazioni e le paure erano scomparsi per un momento lasciando spazio a qualcos'altro, a qualcosa di piacevole.

In quel viaggio avevo promesso delle cose a lui e lui a me.

Sapevo che stava  progettando una vendetta, e la cosa mi faceva accartocciare lo stomaco. Doveva smetterla di frequentare Charlie, perchè le cose non potevano essere più complicate.

Charlie era stato molto d'aiuto in passato, aveva scoperto delle cose importanti, ma aveva una cattiva influenza su Justin, e non ci voleva molto a convincere il mio ragazzo a lanciarsi in operazioni suicide che potevano metterlo anche  in pericolo di vita.

Parlare  con Justin di quello che mi preoccupava era inutile, tanto non mi avrebbe mai ascoltato e mi avrebbe detto di restarne fuori perchè la faccenda non mi riguardava, ma era più forte di me, non riuscivo a restare con le mani in mano dinanzi a queste brutte situazioni e con i brutti presentimenti.

La faccenda con Brenton Foster era diventata per lui una cosa personale, non più qualcosa riguardante soldi sporchi e giochi d'azzardo.

Mi tuffai con la testa nel cuscino del divano cercando di scacciare quei pensieri  terribili, ma fui costretta ad alzarmi quando qualcuno bussò alla porta.

Fui sorpresa di vedere davanti a me Tom.

"Che cosa ci fai qui?" fu la prima cosa che chiesi quando lo vidi sorridermi.

"Questa è finita nella cassetta della posta di mia nonna." rispose facendo sventolare una lettera davanti al mio naso. L'afferrai.

"Grazie mille." ricambiai il sorriso.

"Posso entrare? Ho un'altra cosa per te." disse mettendo piede in casa. Aggrottai le sopracciglia.

"Non fare quella faccia, non è nulla di che." si mise una mano in tasta e ne estrasse un braccialetto di perline verdi davvero molto grazioso.

"Enough For Me" #wattys2017Where stories live. Discover now