"First date."

1.2K 80 4
                                    

-POV LIV-

Dovevo trovare la calma.

Dopo che Justin mi salutò per  prenotare all'ultimo minuto in qualche posto, mi fiondai in camera a saltare sul letto.

L'amore che effetto strano faceva alle persone, rendeva mia madre sgorbutica e me egocentrica.

Scelsi come al solito qualcosa di molto semplice, come il trucco.

Detestavo i tacchi ma erano parte importante degli abiti da sera.

Non sapevo come mi sarei dovuta comportare , non avevo un appuntamento da un bel po' e sapevo che quando lo avrei visto lindo e pinto, sarei svenuta.

Mai avevo creduto che un ragazzo potesse essere così bello e dannato , ma non avevo ancora conosciuto Justin Bieber. 

"Buonasera." disse a voce bassa baciandomi sulla guancia dopo aver bussato.

"Sappi che sarò un gran gentiluomo."

E fu così, perchè quando ci avvicinammo alla macchina mi aprì lo sportello.

"Adoro i gentiluomini." mormorai con un sorriso.

Salii e mise in moto uscendo dal vialetto.

"Dove andremo a mangiare?" chiesi guardandolo.

Con le mani sul volante e gli occhi fissi davanti a se, era da togliere il fiato.

"Andremo in un ristorante italiano appena fuori Seattle." Rispose passando una mano tra i capelli.

"Ti ho già detto che sei incantevole?"

"Smettila di parlare come Edward Cullen di twilight." risi.

"Come chi?" rise anche lui.

Guardai fuori il finestrino e vidi che il cielo era brutto.

"Justin." lo chiamai.

Mmh." mormorò.

"Credi che pioverà?"

"Non lo so, il tempo fa quello che vuole."

Quando arrivammo, il ristorante era davvero affollato.

Era in toni del beige, da quello più intenso a quello più fiacco. I tavoli erano messi piuttosto in ordine per tutta la sala e dalle grandi finestre si poteva ammirare il cielo che in quel momento era ricoperto da molteplici nuvole.

"Salve , ho prenotato un tavolo a nome Bieber." informò Justin al ragazzo con la divisa da cameriere.

"Certo, mi segua." il ragazzo che sulla targhetta portava il nome di Max, con un sorriso ci scortò al nostro tavolo, che era un po' più appartato.

Quando ci sedemmo presi il menu, anche se sapevo già che cosa ordinare.

"Allora, che te ne pare?" mi chiese Justin riferendosi al ristorante.

"Lo trovo accogliente, e adoro il cibo italiano."

Ricordai a quando ero piccola e a quando mio padre portava me  e la mamma in un posto tanto simile, quei ricordi facevano male , ma mi sforzai di non pensarci.

"Ehi che ti prende, va tutto bene?" annuii con decisione scrollando di dosso il passato.

Max dopo poco si avvicinò e ordinammo. Prendemmo entrambi gli spaghetti con il sugo, una specialità della casa.

Era da tempo che volevo conoscere di più Justin, sapere qualcosa su di lui che non conoscevo e quello mi parve un buon momento.

Decisi di chiedergli la prima cosa che mi venne in mente.

"Enough For Me" #wattys2017Where stories live. Discover now