"Revenge."

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-POV JUSTIN

Ero quasi sicuro di doverle dire tutto.

Non aveva lasciato neanche un secondo i miei pensieri quel pomeriggio, era stata sempre presente, anche quando avevo provato, invano, a scacciarla.

Non sapevo con quale coraggio ero andato lì, ma una piccola parte di me aveva preso il sopravvento.

Averla davanti agli occhi in quel momento era meglio che averla nella testa, la sua bellezza non era paragonabile a nulla.

Adoravo il modo in cui i capelli le scendevano delicati sulle clavicole, adoravo quando mi era vicina e l'odore di shampo alla fragola mi invadeva le narici, oppure quando sorrideva ed era capace di illuminare un giorno buio.

"Mi dispiace,Justin." disse sospirando.

Dalla sua posizione seduta potevo vedere bene il reggiseno nero che portava.

"Non conoscevo questa storia, e francamente non so nemmeno cosa pensare." continuò.

Una folata di vento le fece ondeggiare i capelli e glieli arruffò, dovette aggiustarli con le mani per farli tornare come prima.

" Hai ragione, non posso pretendere che tu comprenda adesso, ma almeno so che conosci la verità." d'un tratto mi si avvicinò e mi si accoccolò accanto.

Mise le mani nella mia maglietta per ripararle dal vento. Le diedi un bacio sulla fronte e per un istante mi sembrò di essere suo padre.

Non avrei immaginato una vita senza di lei.

"Justin." mi chiamò.

"Mmh." mormorai in risposta.

"Resti qui?"

"Vuoi che resti?" chiesi.

Lei si allontanò, giusto quel poco per riuscire a vedere il mio viso e annuì.

"Perchè?" chiesi ancora, lei sbuffò e mi trascinò in camera.

"Non lo so." rispose alla mia domanda.

Tolsi la maglietta e le scarpe per poi stendermi sul letto. Lei rimase a guardarmi, senza muoversi.

"Lo so che sono bellissimo, ma se mi guardi in quel modo mi fai arrossire." la presi in giro.

"Smettila, idiota." rise sdraiandosi accanto a me.

"Non è detto che ti stavo guardando perchè ti trovo bello." disse mettendo una mano sotto al mento e voltandosi verso di me.

"Oh ma andiamo, tutte sbavano quando mi vedono."

"Bieber, che modestia." alzò gli occhi al cielo e sorrise.

Le presi il viso tra le mani e gli stampai un bacio sulle sue labbra rosee.

Si allontanò e poggiò la testa nell'incavo del mio collo.

"Che cosa siamo noi due?" Domandò in un sussurro.

"Esseri umani?" Risposi ovvio.

"Non intendevo quello, sai che cosa voglio dire." Ribatté sedendosi al centro del letto.

"Non pensarci, tutto ha il suo tempo."

Sospirò rassegnata e ritornò nella posizione precedente.

Per quanto non volessi darle ragione, dovevo. Capivo come si sentiva, lo percepivo, ma non potevo in quel momento darle delle risposte, non ero pronto.

-POV LIV-

Svegliarmi con accanto Justin era qualcosa di semplicemente meraviglioso.

Vedere la persona che più amavi tenerti avvinghiata, non aveva prezzo anche se il caldo era asfissiante.

"Enough For Me" #wattys2017Where stories live. Discover now