CHRIS

Quel pomeriggio capii di poter sopportare qualsiasi cosa, dai discorsi di zia Amanda su quanto fosse importante per il nostro organismo bere almeno tre litri d'acqua al giorno ai continui lamenti di zio Ben riguardo il testamento e la sorpresina finale che a quanto pare non aveva ancora digerito. Non mi importava molto di quell'atmosfera tutt'altro che idilliaca, ben presto Lewis sarebbe passato per le nostre lezioni di matematica ed io non vedevo l'ora di continuare un certo discorsetto lasciato in sospeso.

L'ora fatidica arrivò, sentii il citofono suonare, ma lasciai che fosse Debby ad aprire. Salii in camera e presi qualche foglio e un paio di penne giusto per sembrare un minimo professionale, poi mi sedetti sul letto e fissai gli occhi sulla porta che si stava aprendo proprio in quel momento.

Lewis era terribilmente figo come sempre ed averlo lì, a qualche metro da me, dopo tutto quello che era successo tra noi due soltanto un paio di notti prima non faceva altro che accrescere il mio desiderio smodato di saltargli addosso e affondare le mie mani nei suoi capelli, ma non lo feci. C'era qualcosa nel suo viso che mi impedì di muovermi. Niente sorriso malizioso, niente occhiate ardenti da parte sua, soltanto un'espressione che potevo definire lievemente imbarazzata ... eccoci, pensai, era davvero troppo ubriaco la sera della festa, adesso ti dirà che è stato tutto un errore del cazzo e che forse dovreste rimanere semplicemente amici. La friendzone stava incombendo su di me e non c'era alcun modo di evitarla!

- C'è qualcosa che non va? - chiesi subito dopo, non mi andava di tirarla troppo per le lunghe, tanto valeva rendere partecipe anche me delle sue seghe mentali.

- Emh, si nota così tanto? - sorrise appena, un sorriso di circostanza che non coinvolse gli occhi.

- E' per l'altra sera, no? Me lo aspettavo ... - no, non era vero. Non avevo mai avuto dubbi riguardo quella notte, l'idea che Lewis volesse tirarsi indietro non mi aveva neppure sfiorato, ma a quanto pare mi sbagliavo, forse avevo semplicemente sopravvalutato le mie doti amatoriali.

Quello fece spallucce, sembrava dispiaciuto, eppure i suoi occhi continuavano a cercare i miei, non gli ero indifferente, lo capii dagli sguardi languidi e perforanti che mi lanciò.

- Chris, ho tradito il mio ragazzo con te ... non mi credevo capace di una cosa del genere, mi sono sempre detto che l'avrei mollato piuttosto che tradirlo in questo modo schifoso, ma ... cazzo, tu mi piaci. - sospirò un istante dopo, con le mani sul volto per la vergogna e il dispiacere – l'ho capito da quando siamo rimasti qui da soli per la prima volta, non riuscivo a concentrarmi, continuavo a fissare quel tuo profilo dannatamente bello ... e tu parlavi di incognite e numeri infinitesimali con quella voce bassa ed eri talmente attento e perfetto ... -

Il mio ego crebbe a dismisura in quel momento, non so se riuscii effettivamente a nascondere il sorriso soddisfatto che si faceva largo dentro di me, di certo non mi sarei mostrato mortificato per quello che era successo.

- Non dici nulla? - mi incalzò lui fissandomi dritto negli occhi con il viso lievemente arrossato.

- Non so che dirti, Lewis ... insomma, sei tu quello incasinato, no? Io sono qui ... sono libero e completamente pronto a ripetere quello che è già successo. Quindi il punto della situazione devi farlo tu. - risposi mordendomi appena le labbra. Non volevo metterlo in una posizione scomoda, cazzo, ma si trovava già nel bel mezzo di un casino.

Lo vidi sospirare, non l'avevo mai visto in quello stato di agitazione, avevo sempre considerato Lewis il tipico ragazzo che non si sarebbe fatto troppi problemi a divertirsi in giro, eppure anche quella volta mi sbagliavo, avevo dato dei giudizi troppo affrettati, era evidente che ci stava davvero male per quello che era successo.

The WayrightWhere stories live. Discover now