XII

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《Non ti preoccupare》 gli disse, lasciandolo andare. 《Mi manchi già.》

***

Giovedì sera, l'ultima sera insieme, restarono a letto con le braccia e le gambe intrecciate, al punto che era impossibile srabilire dove finisse il corpo di uno e iniziasse quello dell'altro.
L'indomani mattina la limousine sarebbe andata a prendere Harry per riportarlo nel mondo e da colui il quale gli mancava a respiri alterni.
Colui il quale malediceva a respiri alterni.
《Cosa farai quando me ne sarò andato?》 Gli chiese, incapace di evitare l'argomento.
《Cosa pensi che dovrei fare?》 Gli domandò Louis, mentre lo avvicinava ancor di più a se di quanto già non fosse.
《Be', non lo so. Hai tanti soldi, non hai un lavoro e fuori si gela. Vai nella Terra del Fuoco. Ho sentito dire che in questo periodo dell'anno non è affatto male.》

Lui rise e il movimento del suo petto contro la schiena di Harry per poco non fece tremare di nuovo il giovane. Poteva smettere di essere così sexy per un secondo? 《La Terra del Fuoco è quasi il punto più meridionale del Sud America, a un tiro di schioppo dall'Antartide. In estate nevica da quelle parti.》
《Wow! Be', a ogni modo dovresri essere abituato a quel freddo. Scommetto che è un bel posto.》
《Si, immagino di si. I nativi del luogo accendevano dei fuochi per contrastare le basse temperarure, da qui il nome Terra del Fuoco.
《Come fai a sapere tante cose?》
《Sono un libraio, ricordi?》
《Continuo a dimenticarlo.》 Raggiinse il punto fra le sue cosce e iniziò ad accarezzarlo. 《Dovrò proprio rinnovare la mia tessera della biblioteca quando torno a casa.》
《Faresti bene》 concordò Louis, facendolo sdraiare e scivolando dentro di lui. 《Fai attenzione alle penali per il ritardo, però.》
Harry rise in modo sommesso mentre gli cingeva la vita per avvicinare l'uomo ulteriormente. 《Oh, penso di potermelo permettere.》

Il giorno arrivò troppo presto per entrambi. Harry si svegliò con il ventre a contatto con il materasso e Louis dentro di lui che spingeva piano. Era disperato al punto da non avere nemmeno la pazienza di aspettare che lui si svegliasse.
Fecero l'amore in silenzio, resi muti dal dolore di doversi separare a preve. Louis alla fine si ritrasse con riluttanza che entrambi percepirono. Gli preparò un bagno caldo e, sapone alla mano, lo ripulì da tutte le tracce di se che aveva lasciato fuori e dentro Harry.
Il ragazzo rabbrividì nell'acqua, nonostante la temperatura quasi rovente. Avrebbe preferito tornare a casa sporco, macchiato e segnato da lui. Era grato dei pochi lividi scuri che gli aveva lasciato sul sedere e del segno dei suoi morsi sul collo e sul petto. Sapeva che, in un giorno o due, quella strana settimana con lui sarebbe svanita dai suoi ricordi come un sogno mattutino. Aveva bisogno di quei segni per ricordare che era successo davvero, che Louis era reale e che lui era molto più di un prestito per sette giorni.
Harry gli era appartenuto.

Già, era...

Louis raccolse le cose di Harry mentre lui si asciugava i capelli e si vestiva. Gli pareva strano lasciarglielo fare, ma non protestò. Sapeva che lui aveva bisogno di sentirsi nel pieno controllo della situazione, di convincersi che la partenza di quella mattina fosse tanto volontà di Harry quanto sua.
Aveva appena finito di domare la sua chioma, quando Louis lo raggiunse. La sua voce era bassa e ferma. I suoi occhi erano pacati. 《L'auto è qui.》
Il riccio annuì, non fidandosi della propria voce, e raccolse guanti e cappotto.
Fianco a fianco percorsero in silenzio il corridoio, scesero le scale e si ritrovarono davati alla porta. Harrt fece per toccare la maniglia ma lui lo fermò, posando la propria mano sulla sua.
《Louis, devo...》
《Chiamami padrone, almeno per un'ultima volta.》
Harry incontrò i suoi occhi nei quali lesse la disperazione. Sentì un groppo formarsi nella gola. Cercò di deglutire ma non ci riuscì. 《Si padrone》 sussurrò.
Louis chiuse gli occhi e li riaprì piano. 《Non ti chiederò di restare》 gli disse. Harry riusciva a malapena a guardarlo, sebbene non desiderasse altro che imprimere nella memoria ogni linea, ogni angolo del suo viso. 《Anche se lo vorrei.》
Il piccolo fece un respiro profondo e si sforzò di sorridere. 《Non ti direi di si, se me lo chiedessi... anche se vorrei.》

Louis gli sorrise di rimando e quel sorriso gli spezzó il cuore più di quanto avrebbero potuto fare delle lacrime. 《Vai. Va' da lui prima che io cambi idea e ti tenga qui per sempre.》
Lui è fatto per me, lo sai.》
《Lo so bene. Ed è l'unico motivo per cui non ci proverò.》
Tolse la mano da quella di Harry e lasciò che aprisse la porta.
L'autista scese dalla limousine e mise le valigie nel bagagliaio. Temne la portiera aperta ed Harry salì a bordo, poi si mise al volante mentre il ragazzo abbassava il finestrino oscurato. 《Non ti rivedrò mai più, è così?》
《Si, a meno che tu non lo lasci.》
《Non lo farò》 rispose con una certezza spietata. 《Ma forse》 aggiuse, alzando lo sguardo sulla grande casa che incombeva dietro Louis, 《Forse un giorno ti lascerà lui.》
Lui annui. 《Forse... Addio, Harry. Fai il bravo.》
Quest'ultimo gli rivolse il suo sorriso più malizioso. 《Si, padrone.》

L'auto partí e si avviò lentamente lungo il vialetto. Harry chiuse gli occhi e appoggiò la testa al vetro freddo del finestrino. Non si sarebbe voltato a guardarlo. Sapeva che, nonostante il freddo, Louis era ancora sui gradini dell'ingresso a osservarlo mentre lo lasciava, finché ogni traccia di lui non fosse sprofondata in lontananza e fosse scomparso. Era lì di sicuro. Non c'era bisogno che controllasse. Lo sapeva e basta.
Gli occhi ancora chiusi, sentì l'auto che svoltava a sinistra alla fine del vialetto e inchiodava di colpo. 《Ma che cavolo...?》 Aprì gli occhi e si sporse in avanti. In mezzo alla strada, di fronte all'auto, e completamente fuori dalla sua proprietà, c'era Louis. Harry spalancò la portiera e corse da lui. 《Louis... Oh, mio Dio... Sei...》
《Ho mentito》 gli disse, avvicinandosi. 《Ti chiederò di restare. Lo farò e lo sto già facendo. Ti sto pregando di restare. Ho bisogno di te.》 Lo baciò e il ragazzo fece altrettanto, troppo sorpreso per dire qualcosa, troppo commosso per restare.
Alla fine il piccolo si scostò da lui. 《Louis, ce l'hai fatta! Sei uscito di casa, sei uscito dalla tua proprietà. Non ci posso credere.》

Lui guardò la casa in lontananza e rise, come se si fosse accorto solo in quel momento di ciò che aveva fatto. 《È la prova di quanto io abbia bisogno di te. Non avevo messo piede fuori dalla mia proprietà per tre anni, ma per te... eccomi qui.》
Harry si strinse lui ancora un momento, premette il viso sul suo collo e inalò il profumo che era di Louis, e di Louis soltanto. E in quel momento vide la loro vita insieme, i giorni fra libri, le notti abbracciati, le mattine a disposizione per tutto ciò che di desideravano... niente li avrebbe mai costretti a restare separati e lui non avrebbe più dovuto aspettare un solo secondo davanti a una porta, in attesa di sentire che si apriva quel tanto che bastava per sgattaiolare dentro senza che nessuno si accorgesse... Lui sarebbe stato di Louis e Louis sarebbe stato suo, tutto ciò che doveva fare era dire un semplice si.




*****

STAVA ANDANDO TROPPO PER LE LUNGHE E HO DIVISO IL CAPITOLO

IO RIDO PERCHÈ SO COME FINISCE AWW *-----* MUAHAHAHAHAHAHAHAH

ANYWAY!
PUBBLICO PRESTO L'ULTIMO, PROMESSO!

Alla prossima xx
-El

Sette Giorni In Prestito ~ [L.S.]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora