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*ho modificato la frase prima di questo nell'altro capitolo, ho tolto vibratore eccetera*

Harry non doveva più farsi domande. 《Vorrai scherzare》 gli disse, il cuore che batteva all'impazzata.

《Ti sembra che stia scherzando?》 Louis si inginocchiò. Gli allentò la cintura dei pantaloni del pigiama, che poi gli fece scivolare lungo le gambe e gettò da parte. Con un gesto srotolò l'asciugamano e lo sistemò sotto i fianchi di Harry.
《Di sicuro, lui te lo ha già fatto in passato.》
《Lo ha... in occasioni speciali.》
Gli dischiuse le gambe. 《Considerala un'occasione speciale, allora. Sei intimorito adesso?》
Il riccio fece un respiro profondo. 《Si. Contento?》
《Molto.》
Harry fece un'altro sospiro e fissò il soffitto, assente. Trasalì al primo contatto di Louis. 《Scusa. Quel coso è gelato.》
《Lo so, ma è necessario. Rilassati.》
《Voi dominatori lo dite sempre: Rilassati. Tu come ti sentiresti se stessero per infilare una mano dentro di te?》
《Non posso dire che sarei rilassato, ma sono quasi sicuro che non sarei polemico.》

《Uno a zero per te.》
Louis smise di toccarlo. 《Chiudi gli occhi》 gli ordinò, dolce. 《Fai dei bei respiri profondi. Dimmi se senti male.》
Lui annuì, ma non rispose. Iniziò ad inspirare ed espirare piano. Poteva farcela, lo aveva già fatto. Se fosse stato onesto, avrebbe anche ammesso che la cosa gli piaceva.
Le dita di Louis tornarono su di lui. Gli divaricò le natiche con la mano sinistra, mentre faceva scivolare due dita della destra dentro di lui.
Harry continuava a respirare. Conosceva il trucco. Sapeva che doveva cercare di non eccitarsi più del dovuto. Doveva restare calmo, svuotare l'anima e lasciarlo entrare completamente, limitandosi a buttare fuori la paura. L'atto passivo per eccellenza di un vero sottomesso.

Dentro di lui, Louis compì lente spirali con la mano. Muovendosi verso l'esterno, premette sulle pareti strette cercando di allargarle il più possibile, finchè tre dita, e poi quattro furono dentro di lui. 《Stai bene?》 gli chiese, nella voce una preoccupazione garbata.
《Più che bene.》 Ammise sentendo il suo membro sempre più duro.
《Sei pronto?》
Harry non ebbe bisogno di chiedergli per cosa. 《Si.》
Sebbene le quattro dita gli avessero dato la sensazione di colmarlo, non erano niente in confronto a ciò che gli fece provare tutta la mano, tutto il pugno dentro di lui.
La sua calma si ruppe per un istante e lui rimase senza fiato per il modo in cui adesso lui lo riempiva.

Aprì le gambe un po' di più e mosse il bacino verso la mano di Louis. Sentì il proprio liquido pre-seminale bagnargli l'addome. Lui si muoveva appena. Non ne aveva bisogno. Harry si contorceva attorno alla sua mano, le nocche che premevano sulla sua prostata.
Si sollevò in avanti e si afferrò le ginocchia. Per la prima volta nella sua vita abbassò lo sguardo e vide il polso di Louis dentro di lui. Si distese sulla schiena, sollevò il bacino facendo premere le nocche più forte sulla sua prostata provocandogli un orgasmo talmente glorioso che anche Louis rimase senza fiato. Venne copiosamente sul proprio stomaco.

Ansimava ancora e il liscio uscì da lui con cautela. Usò un'angolo dell'asciugamano sotto i suoi fianchi per asciugarsi la mano. Lo fece inginocchiare, Harry debole come una bambola di pezza. Lo fece inginocchiare, abbassandosi poi pantaloni e boxer insieme. Un attimo dopo, il membro eretto di Louis, era dentro la sua bocca. Era troppo stanco per fare qualcosa, così si lasciò scopare la bocca, attese paziente mentre Louis lo usava per il proprio piacere e si spingeva dentro di lui una volta e l'altra ancora, sentendosi incapace di saziare l'apperito per Harry che, a lavoro finito, ingoiò tutto.
Infine rimasero entrambi sdraiati, nudi, uno accanto all'altro, indolenziti e sorridenti.

《Stavo pensando...》 disse Harry voltandosi per avvolgere il petto di Louis con il suo corpo.
《Mhm., sentiero pericoloso. A che stavi pensando?》
《A tuo marito. So che è morto di cancro, eppure...》
《Eppure... cosa?》
《Eppure la invidio.》

Harry passò i successivi tre giorni in una coltre di sesso, libri e felicità. Non c'era stanza della casa, che non avessero battezzato, non c'era niente di cui avessero paura o che non volessero farsi a vicenda. La coltre diventava sempre più spessa, al punto che Harry fu costretto a tenere il conto dei gioni che gli restavano con lui. Era arrivato sabato, adesso era mercoledì e sarebbe ripartito venerdì...

Mercoledì sera, Louis andò da lui e lo portò nella sua camera da letto. Lo spogliò e lo fece restare in piedi davanti alla colonna del baldacchino. Lui si rilassó e inspirò piano. Sapeva esattamente cosa stava per succedere.
《Dimmi la tua parola di sicurezza, Harry》 gli ordinò lui, mentre con uno strattone gli metteva le braccia dietro la schiena, lo faceva chinare in avanti verso il materasso e gli chiudeva delle manette intorno ai polsi.
《Non serve.》gli rispose. 《Fai il peggio che puoi. Non la sentirai.》
《Siamo arroganti, eh?》
《Niente affatto》lo contraddisse. 《Sono solo stato addestrato bene, padrone.》
Lui lo fece raddrizzare e, alzatele le braccia sopra la testa gliele incatenò alla colonna.
I primi colpi del frustino si posarono leggeri sulla su schiena. Anche Louis er stato addestrato bene. Ogni sferzata violenta er preceduta da una delicata per desensibilizzare la pelle.
Harry inspirava ed espirava piano e si lasciava inondare dal dolore come gli era stato insegnto. La pressione aumentò, il dolore crebbe.
Louis si fermò solo il tempo necessario per penetrarlo da dietro con brevi affondi potenti. Il seme di Louis si riversò tra le sue natiche, poi si scostò in fretta, riprese in mano la frusta e lo colpì di nuovo.

Un'ora dopo lo liberò e lo fece sdraiare sul pavimento. Era dappertutto con le sue mani viziose, con le sue dita indagatrici. Louis gli morse il collo e i capezzoli, poi spinse fino a quasi farlo piangere per il mix di dolore e piacere. Harry lo sentiva tornare sempre più in vita ogni volta che lo possedeva.
Voltandolo sul ventre, lo penetrò di nuovo con foga. I corpi bagnati dal calore di entrambi. Sulla schiena bruciavano i segni delle frustate. E una parte di lui desiderò restare li per sempre, sotto di lui, inchiodato al pavimento.

Un'ora... Tre ore dopo... Aveva perso la cognizione del tempo. Aveva dimenticato il suo nome, dove si trovava e, cosa ben più pericolosa, aveva dimenticato a chi apparteneva.
Tuffandosi con le proprie labbra su quelle dell'uomo, raggiunse un orgasmo così intenso che fece meravigliare Louis per le contrazioni muscolari che lo avvolgevano con la forza di una mano.
Quando anche lui lo raggiunse sulle vette dell'estasi, lo fece con una potenza che esplose dentro Harry facendogli gridare il suo nome.

Rimasero a lungo distesi intrecciati l'uno all'altro, Louis ancora dentro di lui.
Fra le sue braccia, Harry cercava di non dare voce a quello che sapeva di dover dire. 《Me ne vado venerdì mattina.》 Non era un promemoria o una provocazione. Doveva dirlo per ricordare a se stesso che era vero.
《Venerdì》 ripetè Louis, chinandosi sopra di lui per spegnere le due candele che ardevano sul tavolino accanto a loro. Un chiaro segno che era ora di dormire. 《C'è tempo.》 Si infilò sotto le lenzuola e trasse Harry vicino a sè.
《Tempo per cosa?》 Gli chiese, già mezzo addormentato.
《Tempo per farti cambiare idea.》


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SMUT CHE PIOVE DAL CIELO MUAHAHAHA

AMATEMI!!

E nuuuuuulla.... *sussurra* -2 alla fine *scappa in cambogia*

Alla prossima xx
-El

Sette Giorni In Prestito ~ [L.S.]Where stories live. Discover now