VIII

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Questa volta lui non si stava imponendo. Questa volta era solo riconoscente.

Lo fece scendere dalla scrivania. Harry si chiese se l'avrebbe fatto suo sul pavimento o l'avrebbe riportato in camera da letto. Louis, invece, si limitò a farlo voltare in modo che gli mostrasse la schiena e gli posò un lento bacio possessivo sul collo prima di spingerlo in avanti sul piano.
Il ragazzo si sforzò di rallentare il respiro per calmarsi, mentre Louis lo spogliava dalla vita in giù. Si preparò al suo ingresso dentro di lui, aspettandosi che fosse improvviso e potente come la notte appena trascorsa. Ma il liscio attese, facendo correre le mani lungo le cosce lunghe e toniche, lungo la schiena, scivolando tra le sue gambe per accarezzare il piccolo anello di muscoli finchè Harry non lo desiderò con tale ardore da alzarsi in punta di piedi in attesa spasmodica.

Sentì colare un liquido freddo dove prima le mani del più grande carezzavano la pelle e finalmente lo penetrò, fu metodico e maledettamente lento. Lo afferrò per la nuca mentre cominciava a spingere. Non si addentrò quanto la notte precedente, ma con movimenti circolari entrò e uscì da lui, raggiungendo ogni punto che riusciva.
Di questo passo sarebbe impazzito, quell'uomo era dannatamente bravo a letto... o in questo caso, sulla scrivania.
Harry gemette sommessamente, il respiro caldo che appannava il freddo mogano del piano sotto la sua guancia.
《Ti piace prenderlo da dietro》 gli disse. Non era una domanda.
《Oh, mio Dio, si....!》 Confessò senza vergogna.
《Esiste più di un modo per entrare da dietro.》
《Se pensi che questa sia una minaccia, allora non mi conosci molto bene》 gli rispose Harry compiaciuto, pur continuando a contorcersi sotti di lui.
《Hai ragione》 ammise Louis, quasi senza fiato ma nel pieno controllo di sé. 《Ma le cose cambieranno.》
A dimostrazione di quanto aveva appena detto, spinse forte dentro di lui, strappandogli il respiro e facendogli contrarre i muscoli per la sorpresa.
Harry chiuse gli occhi.
Louis intensificò le spinte. Quando il riccio raggiunse l'orgasmo, lo fece nel modo più pacato che gli fu possibile, ma abbastanza da farsi sentire dall'uomo, e rise poco prima che anche lui lo raggiungesse sulle vette dell'estasi con tre colpi finali e un grugnito soffocato.
Non era così facile farlo venire senza toccarlo, ma quella volta il ragazzo aveva amato quella posizione e l'aveva trovata particolarmente eccitante.

Il respiro di Harry si stabilizzò. Battè le palpebre e alzò la testa. Vedeva solo migliaia di libri uno sopra l'altro, o riposti sugli scaffali e sistemati con ordine. Louis era ancora dentro di lui. 《Dio, amo gli uomini che leggono!》 Esclamò d'un fiato e appoggiò la testa sul tavolo, esausto.

Con il sesso fuori dai giochi - per il momento almeno - Harry e Louis fecero progressi nella biblioteca.
Quest'ultimo smistava e catalogava con calma, mentre l'altro spolverava i ripiani in questione e risistemava nel giusto ordine i nuovi libri classificati secondo il metodo Dewey.

A volte, parlavano durante il lavoro. Harry sentì la storia dell'infanzia di Louis in Canada, fonte della sua indifferenza agli inverni del New England, e il riccio gli confessò la propria frustazione per la mancanza di ambizioni. In teoria, avrebbe voluto fare molto più che lavorare in una libreria, ma era così felice con lui per la maggior parte del tempo, che non se la sentiva proprio di fare un cambiamento drasrico di qualsiasi tipo.
《L'appagamento può essere un nemico》 concordò Louis. Sembrava sapere cosa Harry gli stava dicendo. 《Ma non ti preoccupare, ci penseranno la vita, la morte o un evento naturale a intervenire. Quindi... Goditi lappagamento finchè dura. Non sarà per sempre.》

Il piccolo rabbrividì all'amara verità di quelle parole.
《Se tre anni di solitudine ti hanno appagato, io rappresento la vita, la morte o l'evento naturale mamdato a sconvolgerti l'esistenza?》
《Tu》 iniziò Louis, 《sei una forza della natura.》 Gli diede una sculacciata sul sedere e gli ordinò di tornare al lavoro.
Continuarono a classificare i volumi della biblioteca restando in silenzio per la maggior parte del tempo, un silenzio complice dopo quell'episodio. Parlavano solo di libri e di come avrebbero dovuto sistemarli.
Durante una pausa per sgranchire la schiena, Harry finì nell'angolo di una rientranza priva di finestre. Una ventina di scatoloni o poco più erano impilati uno sopra l'altro in modo ordinato. 《E questi cosa sono?》 Gridò a Louis.
《Scarti》 gli rispose, avvicinandosi. 《Sono vecchi libri di diritto di Stan. Qui in città c'è una facoltà di economia con dei corsi di legge. Pensavo di donare i libri alla loro piccola biblioteca.》
Pensavo?
《Be', è mia intenzione farlo, ma non ho mai avuto...》
Harry lo guardò dritto negli occhi. 《Da quant'è che questi libri stazionano negli scatoloni?》
《Un anno, credo.》
Il riccio non distolse lo sguardo.
《Ti ricordi che il dominatore in questa relazione sono io, si?》 Gli chiese Louis.
Harry non fu intimidito 《E allora comportati come tale.》

《Lo farò.》Detto ciò, lo sollevò di peso e se lo sistemò su una spalla(*), riportandolo recalciante al ripiano a cui stavano lavorando. 《Al lavoro!》 gli ordinò in tono gentile ma fermo, mentre lo rimetteva a terra.
《Si, padrone.》 Lui si voltò e salì sulla scala della grande libreria.
《Harry...》 la chiamò Louis qualche minuto dopo aver ripreso a lavorare.
《Si, padrone?》
《Chiamerò la facoltà domani.》
Il più giovane sorrise, ma il suo sorriso lo videro solo le mensole. 《Ottimo, padrone.》

Harry emise un gemito che non celava affatto il suo stato d'estasi.
《Mio Dio... Ma è una meraviglia...!》
《Lo so》 rispose Louis, addentando un'altro boccone per esserne sicuro. 《Ho una vicina, una vecchia signora che vive nella proprietà accanto alla mia. L'ha fatta lei.》
Harry leccò la forchetta e la rituffò nella lasagna. 《Che Dio la benedica! Sei andato a prenderla mentre ero sotto la doccia?》
Gli occhi di Louis si illuminarono a quella domanda innocente. Dopo una giornata fra i libri polverosi, gli ci era voluta un'ora buona per farsi la doccia e cambiarsi per la notte e, quando era riemerso dalla sua stanza, l'uomo era là che lo attendeva insieme alla cena pronta.
《No.》 La sua voce era neutra. Qualsiasi cosa avesse visto era sparita era sparita così come era arrivata, in un lampo. 《Me l'ha portata suo marito, si occupa della manutenzione di parte della mia proprietà. E ha portato anche qualche altro ceppo per il camino.》 Prese un pezzo di legno e lo gettò nel caldo fuoco arancione. Il legno crepitò.
Harry inspirò il fumo con piacere. Rimase in silenzio per qualche istante. Quando ebbe la certezza che Louis lo stava guardando, disse: 《Stavo pensando...》





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Avete il diritto di mandarmi maledizioni a random e di volermi rinchiudere ad azkaban...

Ma ehi ce l'ho fatta ahahah

(*) NO MA DELLA SERIE: "MA COSA CREDI DI FARE?? TI SPEZZI QUALCOSA SE CI PROVI!!"
I know..... ma era scritto così e faceva brutto non scriverlo ahahah
Immaginate che in una realtà parallela lui sia in grado di farlo

Alla prossima xx
-El

Sette Giorni In Prestito ~ [L.S.]Where stories live. Discover now