Chapter 59. Piper Chapman

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Eccomi qui. Sono Piper Chapman. Alta 1,70 m, bionda, magra ed un completo disastro. Sono sempre stata una ragazza troppo tranquilla, di quelle senza polso, che si lasciava un po' trascinare dalla scia degli eventi. Anche quando credevo di essere una persona forte, crollavo con un niente, come un castello di carte ad una minima folata di vento.

Per troppo tempo mi ero comportata così, come una persona debole e, a dirla tutta, un po' stupida.

Questa volta non sarebbe andata così, non avrei lasciato che la mia indole mi facesse perdere una persona a cui tenevo così tanto, una persona con la quale avevo passato dei momenti da ricordare e momenti da dimenticare. Grazie ad Alex stavo diventando la persona che volevo essere, una persona forte, decisa, determinata. Stavo facendo dei progressi, ma come al solito mi ero lasciata sopraffare dal passato, dal ritorno di Stella. Mi ero lasciata trascinare indietro, ad un qualcosa che non c'era più, o meglio, non era mai esistito. A causa di Stella avevo fatto almeno dieci passi indietro da dove ero arrivata con Alex. Per l'ennesima volta mi ero lasciata abbindolare.

Ma adesso basta. Vedere Alex andarsene, correre e non riuscire ad inseguirla, mi aveva fatto scattare un qualcosa dentro. "Cosa fai lì impalata? Vai a prenderla!", e così, dopo aver detto a Stella quello che si meritava, sono andata a cercarla.

"Sapevo che non mi avresti delusa", mi disse Red mentre guidava verso casa di Alex.

"Cosa?"

"Quello che hai detto a Stella"

"Avrei dovuto finirla la prima sera che si è ripresentata qui"

"Ognuno ha i suoi tempi"

"Sì ma hai visto quella pazza furiosa? E Alex... Non vorrà più parlarmi"

"Io credo di sì, invece"

"Ma se è corsa via!"

"Certe volte, quando vieni preso in contropiede, non puoi fare altro che correre via"

"Non voglio perderla"

"Non la perderai. Ecco, siamo arrivate", disse Red accostando sul marciapiede davanti al cancello della palazzina dove abitava Alex.

"Red aspettami qui"

"Va bene".

Presi le chiavi di casa di Alex dalla borsa, arrivai di corsa nel suo appartamento, ma come mi ero immaginata, era avvolto nel buio.

"Alex?", dissi, ma nessuno mi rispose. La casa era avvolta nel silenzio.

Tornai in macchina da Red.

"Non c'è?"

"No"

"E quindi?"

"Adesso ti dico dove portarmi"

La feci guidare fino ai piedi della salita dove io e Alex avevamo iniziato tutto.

"Ti aspetto qui"

"Sì, ma penso che stavolta dovrai aspettarmi sul serio", chiusi la portiera e mi misi a salire.

Erano quasi le 2 e l'aria era piuttosto pungente. Se mi fossi fermata, avrei avuto sicuramente freddo, ma non c'era tempo. Alex era la mia priorità.

Ad ogni passo pensavo a quello che mi avrebbe potuto dire: insultarmi, dirmi che non mi voleva più vedere, che doveva essere stata pazza ad innamorarsi di una come me, che avrebbe voluto cancellare tutti i momenti passati insieme e cose così. Inutile dire che il solo pensiero mi faceva morire un po' e non pensare mi era impossibile. Stavo anche cercando di ripetermi quello che mi ero preparata da dire ad Alex quella sera a casa, del fatto che mi fossi vista con Stella senza dirglielo perché volevo vedere come si sarebbe comportata Stella, del bacio, del fatto che Stella apparteneva al passato e che avrei dovuto farla finita fin dalla prima sera in cui l'ho rivista, ma dal momento che sono stupida mi ero lasciata distrarre, sì insomma, avrei dovuto dirle un po' di cose, e appunto perché erano tante, volevo dirgliele con calma, magari mentre lei mi teneva abbracciata a letto. Quanto tempo era che non stavo tra le sue braccia?

Ma tutti i pensieri che avevo in testa si sgretolarono quando arrivai in quella curva, al muretto dove io ed Alex avevamo visto l'alba insieme. Non c'era nessuno.

Cominciarono ad uscirmi le lacrime per la rabbia.

"Idiota che non sei altro Piper! Che cazzo hai fatto? Tu e i tuoi tempi maledetti! Non potevi lasciarla stare quella Stella? No! Tu dovevi fare tutta questa trafila prima di mandarla a quel Paese! E senza dire niente ad Alex! Brava, davvero brava Piper! Vinci il premio "ragazza stupida dell'anno"! Dove diavolo è andata Alex? Sarà andata in aeroporto a prendere il primo aereo per andare da Arizona! Accidenti a me!", dicevo al alta voce, parlando tra me e me e dando di tanto in tanto un calcio al muretto.

"Se continui così, o si rompe il muretto o si rompe il tuo piede".

Mi girai e vidi Alex a braccia incrociate che mi guardava.

Ci fu un momento di silenzio e poi cominciai a parlare come una macchinetta, senza interrompermi.

"Scusami Alex davvero, scusa se ti ho tenuto nascostoil fatto che mi vedevo con Stella, ma volevo dirtelo dopo aver concluso ilcapitolo che riguardava lei una volta per sempre. Lo sai, mi sembra sempre diessere una persona sconclusionata e per una volta volevo finire un qualcosa dasola, con le mie forze. Stasera avevo detto a Stella di trovarci fuori da Pitt,le dovevo dare una lettera in cui sostanzialmente le dicevo "ciao ciao, tanticari saluti", ma non ho messo in conto che è una pazza furiosa e che sarebbeentrata. Poi il clou è stata la sua mania di protagonismo, quel bacio davanti atutti solo per ricevere un po' di attenzione. Quando ti ho vista andare via nonho più capito niente, sono tornata indietro e gliele ho cantate! Poi ho chiestoa Mer di accompagnarmi a casa tua ma aveva bevuto troppo e quindi si è offertaRed che prima di andarsene ha dato un super ceffone a Stella. Davvero avrestidovuto vederla! Sapevo che difficilmente di avrei trovata a casa, ma ho tentatolo stesso, ma vedendo che non c'eri, sono venuta qui, dove è cominciato un po'tutto, no? Ma ancora una volta non trovandoti sono andata in panico. Adesso, miero preparata un bel discorso da dirti, ma è andato in fumo salendo su perquella salita, nonostante me lo sia ripetuto ad ogni passo, quindi questeparole sono tutto quello che ho da offrirti. Il tutto per dirti che ti amo, chenon ho mai smesso di amarti, che non ti ho mai messa da parte, anche sesembrava con il ritorno di Stella, ma no, non c'è stato momento che io non tiabbia pensata signorina Vause, ma volevo che tu fossi orgogliosa di me, chenonostante i miei mille difetti, io possa davvero essere una persona miglioreper me, per te e per noi. Come al solito i modi e i tempi per dirtelo non sonostati i migliori, ma ora eccomi qui, a farti questo sproloquio, con il rischioche mi scoppi un polmone perchè non ho respirato nemmeno un secondo perriuscire a dirti tutto questo prima che tu mi possa insultare o dire che non mivuoi più vedere. Prima che tu possa dire una sola parola, volevo dirti che tiamo e che vorrei farlo per il resto dei miei giorni", conclusi e ripresi fiato.    

Just a girl in a bar || WATTYS2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora