Chapter 9. Alexandra Vause

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"Alexandra Vause". Ecco il nome che vedevo scritto alla lavagna. Non potevo crederci. Per una volta la vita sembrava andare nel verso giusto, ovviamente doveva arrivare qualcosa a mettermi il bastone tra le ruote.

"Pipes dimmi che non lo sapevi e che non era questo quello che mi dovevi dire"

"Ma certo che non lo sapevo Mer, che cazzo! Dovevo parlarti di Alex ma non di questo!"

"Stai diventando volgare, il che è preoccupante per te"

"Lo so, odio essere volgare, ma in questi casi ci sta tutta! C'era proprio scritto "Geometria" sul libro che ho visto stamattina"

"Stamattina? Che libro?"

"A casa sua..."

"A CASA SUA? SEI STATA A CASA SUA?" disse Merida, ma con un tono di voce più alto del normale tono che si dovrebbe usare per bisbigliare.

"Silenzio per cortesia!" disse Alex da giù, ma per fortuna stava scrivendo alla lavagna e quindi non vide chi fosse la fonte del rumore. Sicuramente non si sarebbe scordata del volto di Merida, dal momento che l'aveva visto non più tardi di due giorni prima.

"Vuoi urlare ancora un po' così ci sentono tutti?"

"Sei stata a casa sua e non me l'hai detto?"

"Dovevo dirtelo stamattina!"

"Sei proprio una...beh, non importa. Dopo ti fermi e mi racconti tutti i dettagli!"

"Dettagli? Quali dettagli?"

"Beh sei stata a casa sua...non...non hai nulla da raccontarmi?"

"Beh ha la cucina bianca e nera..."

"No no non hai capito, non voglio sapere com'è l'arredamento di casa sua...voglio sapere cosa avete fatto, e non se avete bevuto un bicchier d'acqua o un tè e che vi siete raccontate le favole a vicenda...voglio i particolari scabrosi!"

"Cretina che non sei altro! Ma ti pare? Non abbiamo fatto nulla..."

"Come nulla? Mi deludi così?"

"Ma la conosco da due settimane! Cosa vuoi che facciamo?"

"Beh il bacio l'avete già passato..."

"Eh e quindi?"

"E quindi pensavo vi foste avventurate in altro..."

"Merida smettila che abbiamo già perso metà lezione...dopo ne parliamo, anzi, prima vedo di parlare con Alex...pure un biglietto le ho lasciato stamattina..."

"Ma cosa avete fatto tutta la notte?"

"Ci siamo addormentate..."

"Nel bel mezzo di...?"

"No, ma la pianti! Stavamo parlando e ci siamo addormentate..."

Merida mi guardò con un sorrisetto di commiserazione ma rimase in silenzio.

"Cosa c'è Mer?"

"Ah niente...che delusione...che coppia noiosa, speravo fosse successo qualcosa ieri...eri così misteriosa al telefono...e invece? Vi siete addormentate..."

"Non ti ho detto che non è successo nulla...solo non quello che pensi tu..."

"E allora? Dai dimmi cos'è successo!"

Alex continuava a spiegare e a scrivere alla lavagna e il mio quaderno era praticamente pieno di scarabocchi, per non parlare che non avevo seguito nulla.

"Senti Mer, finora ho scritto solo "Varietà differenziabili" sul quaderno e non ho nemmeno capito cosa siano...possiamo parlarne dopo?"

"Si si certo...dopo però ti fossilizzo se non mi racconti ogni cosa...E cosa c'era scritto sul biglietto?"

"Mer!"

"Okay okay...tutto a dopo".

Per il resto della lezione non parlammo più. Alex parlava di definizioni, di teoremi, di proposizioni, mi sembrava così strano sentirla parlare di Matematica dopo quello che mi aveva detto quella sera, prima di vedere l'alba. Era così fredda, lì su quella pedana, ma come sempre era irresistibilmente bella. Portava i suoi soliti occhiali, una camicia bianca, una giacca blu, un paio di jeans e dei mocassini rossi. Oddio, io avevo un debole per i mocassini, davvero, non capivo più nulla quando ne vedevo un paio. Alex mi faceva andare fuori di testa senza rendersene conto. Non ci potevo credere. Non mi aveva detto nulla. Dopotutto nemmeno io le avevo chiesto nulla. Non potevo essermi innamorata del mio, della mia in questo caso, insegnante. Insomma, era la storia più vecchia del mondo! Dovevo parlare con Alex.

"Bene. La lezione di oggi è finita, mancano ancora 10 minuti alla fine dell'ora, mi fermo qui se qualcuno ha delle domande. Ci vediamo mercoledì", annunciò Alex e rimase in piedi alla cattedra a sistemare dei fogli.

Tutti si alzarono e se ne andarono. Decisi di restare.

"Mer ti mando un messaggio quando ho finito".

"Vuoi farlo sulla cattedra?"

"Cosa? Ma...sparisci dalla mia vista!", e se ne andò ridendo come una pazza.

Restai finalmente da sola in aula con Alex che non sembrava essersi accorta della mia presenza.

"Io avrei una domanda", dissi, scendendo verso di lei.

"Mi dica pure", ma non spostò lo sguardo dai fogli che stava guardando.

"Ti è piaciuto il mio biglietto stamattina?"

Si bloccò e alzò gli occhi. Disorientata.

"Piper? Che ci fai qui?"

"Beh vedi io faccio Matematica e stamattina avevo lezione...proprio in quest'aula sai? Ero seduta in fondo dal momento che alle 8.45 l'aula era già piena. Tu che ci fai qui?"

"Io insegno!"

"Sì l'ho notato. E quando pensavi di dirmelo?"

"Oddio non ci posso credere..."

"Lascialo dire a me stavolta..."

"Perché non me l'hai detto?"

"Io? Perché non me l'hai detto tu?"

"Non me l'hai chiesto!"

"Beh nemmeno tu a quanto pare! E adesso?"

"Adesso cosa?"

"Cosa si fa? Ti ricordo che mi hai baciato e mi hai detto un paio di cose qualche sera fa.."

Cominciò a mettere i suoi fogli in borsa, " Devo andare ", disse.

"Cosa? Oh no Alex, o meglio, professoressa Vause, adesso noi ne parliamo!"

"Non ora Chapman, a presto" e in men che non si dica uscì dall'aula.

Chapman? Mi ha chiamato....Chapman? Dove sono finite tutte la parole dolci al chiaro di luna?

Just a girl in a bar || WATTYS2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora