Capitolo extra #2

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-Levi , cos'è successo?-
Chiede preoccupato, aiutando il signore tamponando lo straccio sulla camicia e chiedendogli scusa.

-Mi ha toccato il culo.-
Ringhia e va in uno stanzino , sbattendo la porta alle spalle.

Beh , dopotutto, non ha tutti i torti quel signore.
Ha davvero un bel culo.

Intanto , il maniaco dice vicino l'altro che va tutto bene e non deve preoccuparsi mentre si alza dalla sedia e va velocemente fuori , dopo aver lasciato qualche spicciolo sul bancone.
Mh. ..
Mi alzo dalla mia postazione .

-Dove vai?-
Chiede uno dei miei amici, ma non riesco a capire chi visto che sono concentrato più a voler conoscere il comportamento bizzarro dell'uomo.

-Vado un attimo in bagno.-
Mormoro svogliatamente ed a passo veloce raggiungo la stanza dei servizi igienici, passando però davanti all'entrata del locale.
Grazie alle vetrate trasparenti , posso ben vedere che il signore sta ancora fuori al locale e sta perdendo tempo, con le mani nella tasca seduto su una panchina mentre ha lo sguardo fisso sulla porta del locale.
Sobbalzo leggermente e corro verso il bagno.

Entro nel bagno , chiudendomi dentro. Sento qualcosa premere sul mio stomaco.
Qualcosa che vorrebbe uscire fuori .
Qualcosa che mi sta corrodendo dentro e graffia , sfregia , per dare vita a qualcosa di indefinito.

Tossico , avvicinandomi velocemente al lavandino e fisso la mia faccia nello specchio.
Ho il volto pallido ed un leggero strato di sudore si sta formando sulla pelle della fronte.
Gli occhi sembrano assumere una leggere sfumatura di rosso ed aziono il getto dell'acqua con il respiro affannato. Mi sciacquo la faccia , strofinando per bene le palpebre e la pelle , ed esco fuori di lì , dopo essermi asciugato la faccia.

[...]

Alla fine sono ceduto davanti alla mia parte malvagia che , segretamente, aveva sperato la morte di quel signore che aveva importunato Levi.

Sono riuscito a scoprire anche come si chiama , dove vive e con chi vive.
Infatti ha una famiglia con una moglie e due figli.
L'ho seguito fin sotto casa sua , aspettando il momento in cui avesse spento le luci.
Poi , sono riuscito ad intrufolarmi abilmente dentro casa ed a narcotizzarlo, senza svegliare nessuno .
Alle cinque di notte non c'è proprio nessuno in mezzo alla strada e quindi , tranquillamente, sono riuscito a trasportare il corpo verso casa , sistemandolo su una sedia in cantina , ed ho aspettato il suo risveglio.

Qualche minuto dopo , riapre gli occhi e si guarda intorno spaventato.
Alzo su un angolo della bocca e gli do il benvenuto.

-Chi sei ?-
Mi domanda tremante mentre si contorce per liberarsi dalle corde ai polsi.

-Il tuo incubo peggiore.-
Alzo un piede e lo premo sulla patta dei suoi pantaloni , facendolo urlare dal dolore.

Rido, divertito dalle sue urla , e gli tiro un calcio dritto nei coglioni .
Strizza gli occhi e muove nuovamente le mani .

-Cosa ti ho fatto di male ?-
Sussurra abbassando gradualmente la testa .
In modo strozzato,continua a gemere dal dolore mentre io lo calcio ripetutamente sulle sue parti basse , fin quando non noto che una macchia scura si è espansa sulla sua patta dei pantaloni .

-Sei un maiale.-
Respira con affanno, non avendo nemmeno fiato per controbattere.

Recupero un chiodo per terra , arrugginito ed abbastanza appuntito .
Gli alzo la testa e gli infilo il chiodo nell'occhio.
Urla selvaggiamente, mentre fiumi di sangue scorrono dalla parte lesa .
Tiro via il chiodo , facendo fuoriuscire l'occhio dall'orbita che penzola sulla sua guancia , e lo infilo nell'altro occhio.
Urla più che può .

-Nessuno può sentirti .-
Ridacchio , lasciando cadere le mani lungo i fianchi e le guardo .
Sangue ovunque, che arriva sino ai gomiti.
Ridacchio e Lecco lentamente un dito :- Tsk...questo sangue fa schifo come te .- lui volta la testa dappertutto, tremando spaventato con il fiato corto e perle di sudore che scorrono sulle tempie , impregnando ciuffi di capelli.

Alzo un piede e lo faccio scontrare con il suo petto, facendolo cadere all'indietro con tutta la sedia .

Grugnisce dal dolore, cercando ancora una volta di liberarsi.
Mi allontano lentamente verso un cassetto , sentendo l'uomo che pretende di sapere cosa io stia facendo ma non lo segno nemmeno di una risposta.
Tiro fuori un coltello ed un taglierino e mi avvicino ci nuovo a lui.
Durante il tragitto , recupero anche una cravatta appesa ad un armadietto.

Faccio passare la cravatta intorno alla sua bocca e gliela lego dietro la nuca , stanco di sentire le sue fottute urla . Taglio via le corde , dai polsi e dalle caviglie , liberandolo dalla sedia e lui cerca subito di scappare ma cade miseramente sul suolo.

Rido , divertito e lo afferro il colletto , sbattendolo al muro.

-Non riuscirai a scappare facilmente, soprattutto con uno come me.-
Afferro il suo braccio e lo incastro Al muro , con altri fiotti di sangue che scorrono giù.
Strozza un urlo nella stoffa ed inarca la schiena .

Lentamente, con il taglierino , ignorando le sue urla , intaglio piccoli lembi della sua pelle , dopo averlo incastrato per bene al muro impedendogli qualsiasi via d'uscita.

I pezzi di carne cadono sul suolo come fossero foglie che cadono dagli alberi .

Stanco di lui , e del suo modo di contorcersi e disturbare le mie torture , decido di dargli il corpo finale.

Vado a recuperare velocemente una piccola motosega , posta sotto la scrivania dei lavori che apparteneva la mio padre , e la aziono .
Subito l'uomo sobbalza e si preme al muro, sentendo il rumore dell'oggetto azionato .

Gli afferro il braccio non incastrato dal coltello con una mano , bloccandolo dal polso , e faccio scorrere i denti della motosega a partire dal suo gomito.

Strozza versi e si dimena , ma tutto inutile ... sono più forte di lui e non può combattere contro di me.

Avendo compiuto metà dell'opera, lascio cadere il braccio penzolante fin quando non si stacca da solo , producendo un rumore secco che si espande per tutto l'ambiente.

Lo guardo.
Trema come una foglia .
Dal braccio staccato scorrono litri e litri di sostanza cremisi.
Le gambe gli tremano e manca poco che cede , cadendo a terra.

Storco il naso e faccio roteare la motosega nella mia mano.

-Adios.-

Impianto la punta dell'oggetto nel suo cuore, togliendolo quando noto che esala l'ultimo respiro ed io suo corpo si affloscia morto.

Stacco il coltello dall'altro braccio , facendo cadere il corpo a terra , e rido soddisfatto, guardando il mio lavoro perfetto che ho appena compiuto.

Caro Levi, presto sarai mio.

Il rumore dell'umoreWhere stories live. Discover now