Capitolo 31

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Levi's pov

Quel moccioso di un Eren ha continuato a scusarsi , come se avesse fatto a me del male.
Ha continuato anche quando siamo stati in macchina !
Varie volte ho represso l'istinto di affogarlo e di lasciarlo morto sul ciglio della strada , ma sarebbero passate troppe macchine; quindi, troppi occhi a guardarmi.
Mi sono bloccato nel traffico , con Eren che sta ancora borbottando indisturbato . Sbuffo, poggiando il gomito vicino al finestrino e mettendo, poi, la testa sulla mano.
-La finisci ?!-
Urlo all'improvviso, voltandomi di scatto verso lui.
Sobbalza.
Ho perso il conto di quante volte mi ha chiesto scusa .
Porta le mani sul cuore .
Ha ancora le manette ai polsi.
Non lascerò andarlo così facilmente.

-Scusa...-
Sbatto le mani sul volante e premo l'acceleratore , cambiando prima la marcia.

-Mi hai rotto il cazzo.-
Sibilo a denti stretti e mi fermo di scatto , quando noto che c'è ancora traffico davanti a me.
Sbatte con la testa sul cruscotto , a causa dell'impatto violento , e mugugna, massaggiandosi la tempia .
Riprendo tranquillamente il viaggio verso casa , quando la maggior parte delle macchine è sfollata. 
Parcheggio davanti al vialetto di casa e scendo dall'auto , sbattendo la porta .
Mi dirigo velocemente verso la porta di quell'idiota imbranato di Eren e gliela apro, permettendogli così di scendere . Lo conduco verso il mio appartamento e gli apro la porta, lanciandolo dentro per una spalla.
Lui non fa nulla per annullare questa sottomissione.
Si sta zitto e muto.

-Seguimi.
Una mossa falsa e ti ritrovi una pallottola dritto in fronte .-
Deglutisce ed annuisce velocemente .
Muovo il passo svelto verso una delle stanze che ho vuote e ne spalanco la porta , facendola sbattere vicino al muro.
-D'ora in poi tu vivrai qui.-

Annuisce a testa bassa e lo spintono in mezzo alla stanza.
Per poco non perde l'equilibrio , cadendo a culo per terra.

Che sfigato. Tsk .

Eren's pov

Levi mi guarda.
Sposto lo sguardo, imbarazzato, dirigendolo intorno la stanza .
Pareti completamente grige .
Vuota.
Solo un lettino in un angolo.

-Rimarrai solo qui . Non potrai uscire dalla stanza , ne entrare.-

Faccio per protestare , iniziando a boccheggiare con la bocca e gli occhi sgranati.

-Cosa vuoi ?-

-Non riceverò del cibo, o dell'acqua ?-
Sussurro.

-Li  porterò ogni giorno. Appena esco da lavoro.-
Annuisco e poi sospiro rumorosamente .

Controlla l'ora sull'orologio da polso :-Io vado a lavoro. Non uscire.-
Tira fuori dalla tasca un paio di chiavi e , velocemente, si dirige verso la porta .
La apre , esce fuori, e la richiude rumorosamente , facendomi balzare spaventato.

La testa incomincia a pulsarmi .
Forte.
Mugolo, premendo le mani sulle tempie.
Sento un impulso così forte che non riesco a fermarlo, nonostante ci mettessi tutta la forza di volontà.
Respiro con affanno.
Sento la fronte imperlata di sudore ed un caldo improvviso avvolge il mio corpo in una morsa stretta.
Mi guardo intorno , alla ricerca di una finestra ... non c'è nulla.

Mi lancio sul lettino .
Qualcosa preme nel mio stomaco.
Insiste.
Pulsando e facendomi del male.
Corrode dentro, aspettando l'ora di uscire e sfogare una rabbia repressa sconosciuta.

Avvolgo le coperte intorno al mio corpo, mordendo il cuscino poggiato sul letto , e respiro con affanno, come se riuscissi più a respirare.
Mugugno in modo strozzato, premendo poi le mani sul ventre , lasciando perdere per un po' la testa che continua a pulsare incessantemente.
Cerco di calmarmi.
Devo calmarmi.

Il rumore dell'umoreWhere stories live. Discover now