Capitolo 17

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Eren's pov

Fisso ancora il punto in cui è scomparsa la donna dai capelli castani . Roteo gli occhi, guardandomi ancora intorno , e poggio la mano sulla maschera che ancora mi copre il volto per poterla spostare di lato, capace di poter respirare da solo.
Una fitta alla testa mi fa mugugnare . Poggio le mani sulle tempie e le premo con i polpastrelli, compiendo movimenti rotatori con le dita.
Cosa dovrei ricordare ?
Chiudo gli occhi, cercando almeno di soddisfare la mia sete di curiosità, di sapere.
Riapro di scatto gli occhi.
C'è solo una cosa che voglio, ora : ammazzare.

Levi's pov

Guardo Hanji, dietro la sua scrivania da lavoro, che sta controllando alcune carte mentre altre svolazzano via ed altre ancora sono sparpagliate lungo la scrivania.
Picchietto con le dita sulla parte del ripiano non coperta dalle sue cartacce sporche .
Fa dei versi , mentre scuote frettolosamente la testa a suo piacimento come se stesse parlando con qualcuno di invisibile, dato che stiamo solo io e lei nel suo studio alla 'Scouting Legion'.
Inclino un sopracciglio, stufo di questo silenzio pesante .
Vorrei delle risposte .
Anzi, le pretendo.
-Allora ?-
Sobbalza sul posto, talmente che si era immedesimata in quelle scartoffie, e scatta , come una molla , la testa verso la mia direzione.
Tossisce, schiarendosi la voce, e si sistema un paio di carte, sbattendole sulla scrivania con due mani.
-cosa volevi ?-
-La situazione dello psicopatico. Quello a cui hai fatto l'interrogatorio prima, ricordi ?-
Roteo gli occhi al cielo.
Non ricevo nessuna risposta , da parte sua.
Sbuffo, sbattendo pesantemente i palmi sul legno.
Sobbalza ancora una volta, facendo volare le carte , e si sistema i capelli, portandosi le ciocche ribelli dietro un orecchio .
-Il ragazzo non ricorda nulla ... solo che c'è un piccolo problemino .-
Mima tra due dita l'ultima parola.
-Quale sarebbe ?-
Incrocio le braccia al petto.
Ho paura quando dice "piccolo problemino", di solito si tratta di un problemone.
-ricorda solo di essere innamorato di te e ... non riesco ad associare la sua malattia a nessuna di quelle studiate.-
-la prima parte la conosco ... la seconda mi è nuova.-
Sospira.
-Levi...-
La fermo con un gesto della mano;-Quindi non si sa sto tizio da che è affetto ?-
Scuote la testa.
-Ti trovo subito una soluzione.-Mi alzo dalla sedia, tenendo i palmi incollati sul ripiano della scrivania , e mi sporgo giusto quel poco per arrivare faccia e faccia con lei.
-Bipolarismo cronico e nevrosi accentuata .-
Lancio uno sguardo dell'orologio appeso al muro.
Sono le quattro .
Ho il turno al bar e ce la faccio, se non vengo trattenuto ancora.
-il piccolo problemino è risolto.-
Mi metto in posizione eretta .
-Devo andare .-
Mi volto e raggiungo a grandi passi la porta dell'ufficio, aprendola.
Incomincia a suonare l'allarme seguito da una voce femminile che annuncia il cosiddetto:"CODICE ROSSO".
Subito dei colleghi di lavoro, accompagnati da dei medici , travolgono la mia traiettoria, sfrecciando verso l'ala sud dell'edificio . Alcuni hanno facce disperate , mentre corrono, altri imprecano santi ed altri ancora pregano che vada tutto bene .
Riesco a fermarne uno, afferandolo per un braccio e facendolo così voltare verso di me . A primo impatto non l'ho nemmeno riconosciuto, poi , notando meglio quella barbetta incolta che si ritrova e quei baffi appena accentuati, lo riconosco: è Mike. -Cos'è successo ?- domando, staccando la presa sul suo braccio.
-un tizio, in infermieria , ha dato di matto ed ha infierito contro ad alcuni infermieri , che hanno cercato di calmarlo . Stavamo andando a controllare.-
In pochi minuti realizzo.
Merda , Eren .
Spalanco gli occhi.
Lo sapevo . Dovevo ucciderlo, quando ne avevo l'opportunità.
-È rimasto qualcuno ferito ?-
Gli domando e lui scuote la testa, alzando le spalle.
Lo faccio da parte e corro verso la direzione dell'infermeria.
Per strada , un uomo urla :-È il demonio !-ha la faccia piena di sangue, con un'espressione di terrore dipinta sul volto .
Sul muro ci sono strisce di sangue .
Sangue fresco che cola ancora imbrattando il pavimento.
Fermo l'uomo , chiedendogli dove si trova ora il presunto killer e lui, con mano tremante, allungando il braccio, mi indica la via da percorrere.
Prima che possa andare , mi afferra per le spalle e mi guarda attentamente negli occhi, imbrattandomi di sangue la camicia pulita.
Merdoso.
-Che vuoi ?-
Scosto le sue mani con una spallata .
-Quel ragazzo non è normale.-scuote la testa e sbuffo.
Come se non lo sapessi .
Mi ha scopato una cristo di gamba.
Lo ignoro e corro via .
Man mano il sangue sui muri aumenta , somigliando quasi ad una cascata .
Mi ritrovo davanti alla porta della sua stanza .
Imbrattata con manate di sangue .
Afferro la maniglia , anch'essa con la stessa sostanza , ringraziando qualche santo in cielo che non mi abbia fatto bestemmiare per lo sporco che sto toccando.
Apro di scatto la porta e lui è lì.
È all'impiedi , sul letto, con una testa umana fra le mani mentre il corpo è appeso insieme a tanti altri in quella stanza .
Tanti corpi sventrati ed aperti come maiali , penzolano dal soffitto, imbrattando ancora una volta il pavimento.
Che diavolo sta succedendo ?

#spazioautrice

Temevo di non aggiornare più . Ho scritto il capitolo oggi ma , a causa di alcuni impegni, ho dovuto continuarlo adesso. Spero che vi sia piaciuto e , come sempre , commentate ^^

Il rumore dell'umoreWhere stories live. Discover now