Parte 12

444 149 6
                                    


Liam rise, e la guardò di traverso «Sei una stronza, lo sai vero?» gli

disse scherzosamente.

Lei annuì.

«Direi di si, e me ne vanto!» esclamò lei seria « Piuttosto tu che mi dici?

Stai ancora con quella svitata di Hannah? Quante altre costole incrinate

dovrai rimediare prima di lasciarla?»

«Credo che sette sia il numero giusto!» replicò a metà tra il serio e il

faceto « Comunque è migliorata, non fa più quelle cose!»

Ellie gli lanciò un'occhiataccia.

«Ma certo, non ne dubito. Per curiosità, quanti oggetti ti ha lanciato nelle

ultime due settimane?»

Liam distolse lo sguardo.

«Non ricordo, ma tra le due e le cinque credo»

Ellie gli lanciò uno sguardo eloquente.

«E ancora ci perdi tempo?» gli chiese, con tono asciutto.

Liam si strinse nelle spalle.

«Ha anche dei lati positivi, vale la pena di sopportare tutta la sua

pazzia»

«Ricordami di farmene mostrare qualcuno, la prossima volta che avrò

l'enorme piacere di incontrarla»

«Se sarà dell'umore adatto, cosa che non succede dal 2010

praticamente!» scherzò lui ; «Comunque ora devo andare, devo

incontrarmi proprio con lei, per pranzo»

«Portale i miei più affettuosi saluti!» replicò lei, ironica.

Liam sorrise.

«Sono sicuro che sarà lieta di riceverli!»

« Ah, a proposito. Ma ti sei dato da fare con la tua arte? Quando potrò

vedere un tuo quadro appeso in una galleria?»

Liam replicò con un sorriso un po' amaro.

« Devo vedermi con un ragazzo che conosco, che è nel giro. Mi dirà se

sono bravo oppure no, ed è inutile dire che me la sto facendo addosso »

Ellie gli fece un sorriso feroce.

« Caro vecchio paranoico Liam, ma perché devi sempre fasciarti la testa prima di romperla? Vai lì sicuro di te, e vedrai che ce la farai! »

Lui sorrise.

« Hai ragione, è che sono sospeso a metà. Da un lato credo un sacco

nel mio lavoro e so di essere fottutamente bravo, ma dall'altro non ho

avuto riscontri finora, quindi non so se i miei lavori effettivamente

possano piacere! »

Lei si fece seria.

« Devi andare lì con la ferocia di uno pterodattilo con un martello

pneumatico nel culo, e con la convinzione del bambino di 'Mamma ho

perso l'aereo' nel drogarsi irrimediabilmente. E devi spaccare tutto! »

Lui sorrise.

« Ci proverò. Anzi, visto che devo essere più sicuro di me, ti dico che ci

riuscirò! »

Lei lo abbracciò, e lo guardò uscire dalla porta.

«Speriamo che non sia un disastro completo» esclamò tenendo

incrociate le dita della mano sinistra, mentre con la destra continuava a

fumare il cannone.

Blaine stava lavorando al bar. Il locale era semivuoto, con solo due

vecchietti che leggevano il giornale ed una ragazza seduta ad uno dei

tavoli, che stava lavorando al suo portatile.

Adorava lavorare lì: c'era una bella atmosfera, con la musica classica

emessa dai due subwoofer negli angoli e i tavolini d'epoca. Peraltro era

anche poco frequentato, il che voleva dire che spesso aveva il tempo di

riposarsi tra un'ordinazione e l'altra.

La ragazza con il portatile lo chiamò per l'ordinazione. Da vicino Blaine

notò che era molto carina, con piccole lentiggini a spruzzo sul viso, e

lunghissimi capelli rossi, che sembravano morbidi come seta.

«Salve, gradirei un caffè per favore» chiese lei, senza staccare gli occhi

dallo schermo»

«Ma certo!» esclamò Blaine sorridendo «Posso portarti qualcos'altro? E'

la prima volta che ti vedo qui, e ci tengo a fare una bella impressione sui

nuovi clienti!»

La ragazza distolse gli occhi dal pc, e lo guardò per la prima volta. Una

volta squadrato dalla testa ai piedi, gli sorrise

NOTTI PROIBITE A NEW YORK ( buio, lotta, luce, narrativa generale, lgbt, gay)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora