Capitolo 8 - Sketch

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-Spinacine bruciacchiate, benvenute! E... Benvenuto al tizio semiorientale. Effettivamente eravamo stanchi dei manzi... meglio passare al sushi, oh oh.-


HAZIEL POV

Sbatto le palpebre un paio di volte, per abituarmi alla nuova luce. Ero immersa nei miei pensieri, quando ho sentito una voce nella testa. Cioè, diversa dalla solita. E tutto si è fatto confuso. Mi guardo intorno spaesata e... non è possibile.... sono a casa?

In lontananza, svettano inconfondibili le bianche cupole di Antares, in contrasto col blu zaffiro delle acque.

No! Cos'è successo? Non posso tornare ora! L'universo sta per collassare e non ho fatto niente per salvarlo.

Sono appollaiata sulla cima del solito pino, e sento delle voci provenire dabbasso. Mi sporgo dal ramo e noto un gruppetto di persone smarrite, venti piani più giù. Non possono vedermi, sono troppo in alto. Sono sicura che sia un sogno dei miei, ma, anche se non lo fosse, siamo in paradiso e non può accadere nulla di male; così decido di saltare. Come al solito prendo male la mira e piombo a terra come un sacco di patate, proprio in mezzo ai tre sconosciuti.

E addio credibilità.

Alzo lo sguardo e mi trovo di fronte una ragazza carina, più o meno della mia età, molto simile a me. Forse è un'Edenica. Gli altri due sono strani in questo contesto, sembrano anzianotti... avranno passato la trentina sulla Terra. La biondona è inquietante. Pare il tipo capace di stritolarti con una mano sola mentre indossa con nonchalance un bel tacco dodici. Il tizio con gli occhi a mandorla mi guarda male. Spero di non averlo chiamato anzianotto a voce alta. Una figuraccia da normale amministrazione, per me.

«Ehm, salve» li saluto, e nel mentre mi rialzo. Nessuno fiata, hanno lo sguardo incredulo di chi sta avendo un incontro ravvicinato del terzo tipo. «Qualcuno sa dirmi come sono tornata? Perché ho lasciato Samuel ad allenarsi da solo sul terrazzo e, beh... non è davvero il caso di lasciarlo solo».

«Salve a te, almeno qualcuno della mia età sta in questo strano posto! Io sono Andrea, tu invece?» risponde la ragazzina tutta miele e dolcezza. Mi sa che non ha capito la domanda. È tarda.

Devo chiedere ai vecchietti. Di solito vecchio uguale saggio.

La palestrata mi mette in soggezione, mi rivolgo prima all'altro: «Ehi tu, col completo gessato», chiamo, e gli occhi del nipponico diventano due fessure. «Come sono tornata a casa? O, in alternativa, che ci fai nel mio sogno?»

«Konnichiwa signorina, prima di rispondere alla sua assurda domanda, mi dice da dove è sbucata?»

Okay, questo è ancora più scemo. Non ha notato la mia... ehm... entrata a effetto?

Ormai mi resta solo la sottospecie di guerriera, e ho paura di scoprire cosa potrà uscire da quelle labbra pompate. «Ehi tu», la prendo di petto. «Mi dici chi diavolo sei e che ci facciamo qui? Il paradiso è blindato, nessuno può entrare! E di certo non hai l'aspetto di una che sarebbe ammessa qui.» Miss occhi di giada mi trafigge con lo sguardo.

Tasto per sicurezza il fianco, all'altezza della cintura. Il pugnale è ancora al suo posto.


CHARLIE POV


Ok, dove mi trovo? Ero nel letto, con quel manzo di mio marito, ci stavamo rotolando come due conigli in calore ed ora? Che posto strano, starò sognando o cosa? Mi tiro un pizzicotto, giusto per capire se son sveglia o sto facendo un brutto sogno... che poi brutto... carino il gessato. La biondina è davvero, davvero carina. Mi si è avvicinata una tipa e mi ha anche chiesto che diavolo ci faccio qui? Non so se essere gentile o mostrarle una delle mie mosse migliori. Incrocio le braccia al petto e faccio un bel respiro.
«Non saprei cosa ci faccio qui, cara. Ero affaccendata in cose... diciamo... divertenti? Ma... tu sai cosa vuol dire divertenti?»

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