THE END;

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Los Angeles, 29 Giugno 2012
In questi mesi le cose sono state difficili e un po' deliranti. Essere incinta è più complicato di quanto avessi mai creduto. Mi fa male tutto e il mio umore è sempre lunatico. Abbiamo cambiato casa. Jared ha trasformato casa sua in un laboratorio per un progetto chiamato VyRt.
Ed io per assurdo non ho ancora avuto modo di fare spese per il piccoletto in arrivo.
Siamo tutti su di giri, il primo bambino della famiglia. Io mi sento così strana all'idea di stare costruendo qualcosa di simile con Jared.
Mi sembra ieri che ci scambiavamo delle e-mail senza sapere nulla l'uno dell'altra.
La nostra casa sulle colline è splendida. Stanze ampie e luminose, il camino, la piscina. Ha due piani e la cameretta di Lucas ha solo le pareti decorate per lui. Non ho nemmeno comprato il lettino.
Cosa che farò oggi con la mia amica Chris.
Sono comodamente seduta sul sedile del passeggero mentre lei guida verso il più grande negozio per bambini. Jared sa bene che spenderò parecchio, tutto dovrà essere pronto per l'arrivo del nostro bambino. Sono fin troppo 'in ritardo'.
Sono sempre persa nei miei pensieri in questo periodo. Pensavo che tutto sarebbe stato complicato e difficile. Invece tutto quello che ci eravamo prefissati, lo abbiamo fatto senza nessun dramma. Certo è stato faticoso, ci ha preso molte energie, ma allo stesso tempo ci ha dato molto...
Ancora mi devo abituare ad una cosa del genere.
Sua madre, Constance, era sempre presente nei momenti in cui quasi inconsciamente ne avevo bisogno.
Io e Jared abbiamo litigato molto negli ultimi mesi, c'era bisogno di sua madre a spiegargli che era normale che il mio umore fosse così nettamente fuori toni.


Chris parcheggia e io ritorno alla realtà, con non poca fatica esco dalla sua auto e per la milionesima volta le 'rinfaccio'...
«Potevamo prendere la mia»
«Lo sai che quel transatlantico che vi siete presi, io non lo guido» borbotta lei chiudendo l'auto per poi guardarmi e sorridere.
«Che c'è?» le chiedo curiosa.
«Nulla, è bello vederti con il pancione. Ma allo stesso tempo è strano, eri così magra»
Vero, la mia linea probabilmente faticherà a tornare. Ma non mi importa in questo momento.
«Ci penserò a tempo debito. Adesso spendiamo un po' di soldi» sono emozionata perché saranno cose che faranno parte della nostra storia e della storia del nostro bambino.
Prendiamo due carrelli, convinte che li riempiremo e di fatti curiosiamo fin da subito in ogni angolo del negozio.
«Allora, prima di tutto, voglio scegliere la cameretta per lui»
Chris sorride «Colore?»
«Mh, bianca, le pareti sono celesti e l'altro giorno Jared ci ha messo quelle strisce di carta da parati con gli orsetti»
Chris mi guarda tra il divertito e lo stranito «Jared e gli orsetti» dice ridendo.
In effetti, vista da fuori, dal suo punto di vista in cui Jared è sempre stato un sex symbol, un ragazzaccio per un po' di tempo, deve essere strano pensarlo come papà che ha a che fare con degli orsetti. Invece, ogni volta che io lo guardo, penso a come sarà vederlo fare il padre, mi sciolgo completamente.
Scegliere la cameretta non è cosa facile, ma dopo averne viste fin troppe, mi decido. Chris mi guarda quasi per volermi ringraziare.
Non manca molto alla nascita di Lucas e non voglio che le cose vengano lasciate al caso. La signorina mi spiega che la consegna verrà fatta in una data che concorderò al momento del pagamento e che posso continuare il mio shopping.
Nelle successive due ore, riempiamo i carrelli di vestitini, tutine, scarpine, pupazzi, ciucci, biberon e qualunque altra cosa che mi possa servire. Forse perché è il primo figlio, ma voglio che abbia tutto.
Non nominerò le cifre del conto, perché se solo Jared potesse vedere, mi porterebbe via la carta di credito!
Tornando a casa, lo sento scalciare, sento che come me, è contento. È normale, giusto? Perdersi un po' a ragionare su come siano andate le cose. Su come io e il mio amico di penna ci siamo incontrati ed è risultato essere un artista famoso. Ripensare a tutte le nostre vicende mi fa sorridere, perché ora siamo arrivati a questo. A costruire una famiglia, anche se involontariamente.

Io e Chris entriamo in casa e andiamo al piano di sopra per lasciare tutti i sacchetti in camera di Lucas.
«Non vedo l'ora che arrivi la cameretta, poter preparare tutto...»
Lei sorride e mi affianca «Sarà una bella cameretta e poi, hai una baby sitter gratis proprio qui» miagola lei. Le do una leggera spallata e sospiro.
«Credo di aver bisogno di riposare, è stata una mattinata piena»
«Certo, ci aggiorniamo più tardi?»
«Come sempre, ti chiamo»

We were torn from our life of isolation   [COMPLETA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora