Capitolo 10

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Tokyo, 1 Agosto 2010

« No directions to get me home

In a crowd I walk alone

Nothing can hold me down

Walking on solid ground »

Sono distrutta.

Il volo, l'emozione, le lunghe chiacchierate, tutte le spiegazioni e le nozioni apprese.

Ho passato la notte a casa di Christine, non ho dormito molto per via dell'agitazione. Mi sento quasi una ragazzina, ma continuavo a pensare a come sarebbe stato, a tutte le cose che faremo e...non riuscivo proprio a prendere sonno!

I suoi genitori ci hanno accompagnate in aeroporto e ci hanno riempito di saluti e onorificenze da 'portare' ai parenti. Nemmeno Christine li ha mai visti o conosciuti. É la prima volta per entrambe in Giappone, ma lei è più avvantaggiata su usanze e dettagli.

Sono stati davvero carini e gentili, ci hanno lasciate solamente al gate e ci salutavano come credo che due genitori amorevoli dovrebbero fare. Non glielo dico, ma sono molto invidiosa di lei.

Ora è sera, io e Christine ci siamo ritirate in camera a riposare, in America non ho idea di che ore siano, però, dato che sono troppo stanca per dormire, voglio scrivere a Bart...

Negli ultimi tempi le nostre e-mail sono state strane, lui mi sembra quasi distaccato, quasi più assente. Le sue parole sembrano quasi preconfezionate. Non capisco se dipende da me o dai suoi impegni. Non voglio certo fare la persona appiccicosa facendoglielo notare, quindi ho deciso che mi limiterò a raccontargli del mio arrivo qui, sperando di non apparire troppo egocentrica.

Facendo poco rumore, recupero il mio iPad dalla borsa e rimanendo sotto la coperta estiva, comincio a scrivere la mia mail. Christine è crollata per la stanchezza.

Da: thesmartestthingsheeversaid@gmail.com
A: dontletitbringyoudown@gmail.com
Oggetto: this girl in Japan

Caro Bart, sono le 11 di sera qui a Tokyo, si presuppone io sia distrutta dalla stanchezza dato che prima di partire ho dormito pochissimo. Ma non è così, inoltre...pensavo a te. Sei l'unica persona -oltre Christine- con cui vorrei condividere quest'esperienza.

Beh, poi, ora sai che sono arrivata sana e salva e che per 20 giorni sarò una ragazza giapponese hehe

Durante il volo, forse per esasperazione, sono riuscita un po' a dormire. Evidentemente il mio corpo non ce la faceva davvero più.

Arrivate all'aeroporto di Narita -Christine mi ha spiegato che è qui che arrivano gli scali internazionali- sono venuti a prenderci i suoi zii.

Le comunicazioni saranno difficili! Sua zia è una donna che non lavora, rimane a casa con la cuginetta di Christine e quindi non parla molto bene inglese. Suo zio invece, lavorando per una grande compagnia, mastica molto meglio la lingua.

E Mayumi ha solo 10 o 11 anni, non ricordo bene forse potrebbe averne anche 12, ma non credo che parli molto inglese.

Sono stati molto cortesi, ci hanno aiutate con le valigie e suo zio, Takeru, ci ha spiegato un po' di cose su come si svolgono le loro giornate. Ci ha assicurato che, dato che siamo grandi, possiamo fare ciò che vogliamo, ci hanno addirittura dato una copia delle chiavi di casa. L'unica cosa per la quale ci ha pregato, è di mantenere un atteggiamento decoroso, sia dentro che fuori casa. Mayumi è piccola e anche se siamo a Tokyo, l'onore e la reputazione per loro è una cosa molto importante. Devo solo capire a cosa si riferisca nello specifico...

We were torn from our life of isolation   [COMPLETA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora