A New Day Has Come

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...Where it was dark now there's light

Where there was pain now there's joy

Where there was weakness, I found my strength

All in the eyes of a boy ...

ATTENZIONE: per comodità i dialoghi in ebraico con Nathan sono in corsivo per non starlo a ripetere tutte le volte e saranno così anche nei prossimi capitoli e leggibili solo quando la voce narrante sarà Ziva.

Entrai in camera e vidi Ziva che stava pregando. Rimasi sorpreso perché non l'avevo più vista pregare da quel giorno che eravamo in giro per Israele, prima di tornare a Washington. Si accorse della mia presenza e si fermò. Mi dispiaceva aver interrotto quel momento così personale. Non parlavamo mai di religione, al massimo dei suoi simboli, come avevamo appena fatto per il periodo delle feste, ma più per ricordare rituali che ci riportavano alla nostra infanzia che spinti da sentimento religioso. Però non potevo ignorare il fatto che per ogni israeliano la propria religione era qualcosa di più che si mescolava direttamente con la vita politica e con la propria esistenza e sopravvivenza stessa.

- Scusa, non ti volevo disturbare, vado di là. - Le dissi appena alzò lo sguardo

- No, Tony non ti preoccupare. Vieni qua. - Ed accompagnò il suo invito con un gesto della mano.

Mi sedetti sul letto vicino a lei.

- Ti ricordi quando siamo andati al Muro a Gerusalemme e ti ho dato quel biglietto?

- Certo. Avrei sempre voluto chiederti cosa c'era scritto, ma aspettavo che me lo dicessi tu.

Come potevo dimenticare quel giorno, era stato il nostro primo vero giorno insieme, da soli, io e lei nel suo mondo nel quale mi faceva entrare consapevolmente per la prima volta.

- Di riunire la nostra famiglia. Io, te e nostro figlio. Per questo ho voluto che lo facessi anche tu, anche se so che per te non aveva alcun valore.

- No, no per me è stato importante, molto importante. - Avevo l'urgenza di farle capire che era stato importante anche per me - Perché abbiamo condiviso questa cosa insieme. Ed ora che so il motivo ha ancora più valore.

- Tra pochi giorni accadrà e io non so come sentirmi. Ho paura di come possa reagire Nathan, magari ce l'ha con me, non vorrà nemmeno vedermi.

- Ma se hai detto che al telefono ti pregava di andarlo a prendere presto! Dai Ziva stai tranquilla: è tuo figlio, sei la sua mamma. - Le asciugai una lacrima

- Fino a che non sarete qui non sarò tranquilla. Ormai non mi fido più.

- Fidati di me e di Gibbs. Non torneremo senza di lui, te lo giuro. Dovresti averlo capito David che io non torno più da Israele senza aver ripreso le persone che amo. Non lo faccio più questo errore. - Le strappai un sorriso e vederla sorridere era sempre bellissimo.

Sarei partito il pomeriggio seguente insieme a Gibbs. Vance aveva fatto in modo che avessimo un aereo privato vista la complessità della situazione. Ci aveva rinfacciato che adesso era in debito di molti favori con tanta gente, ma che ne valeva la pena. Saremmo rimasti a Tel Aviv solo per il tempo necessario di prendere Nathan e saremmo ripartiti subito. Non avevo per niente voglia di fermarmi più a lungo lì, ogni volta che c'ero andato era sempre stato per qualcosa di forte: la morte di Rivkin e Ziva che rientra nel Mossad, il nostro addio di 3 anni prima il giorno più devastante della mia vita, il mio rapimento che almeno mi ha permesso di ritrovarla. Ed ora dopo essermi andato a riprendere sua madre, mi sarei andato a riprendere anche mio figlio, per chiudere i conti con quel paese una volta per tutte.

The Memory RemainsTahanan ng mga kuwento. Tumuklas ngayon