Capitalo 8:Ospite per una notte

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Erik

Vengo svegliato da delle urla strazianti. Mi ritrovo nel divano con la TV ancora accesa. La pioggia batte incessante. Il primo pensiero per quelle urla e Sophia ma una volta capito che non si tratta di mia figlia mi tranquillizzo. Mi strofino gli occhi e lentamente mi alzo dirigendomi verso la finestra. Osservò la pioggia cadere e scorro lo sguardo verso casa della signora Maggie. Nel cortile di casa sua vedo qualcosa muoversi e attirare la mia attenzione. Osservò attentamente l'individuo che non riesco ad identificare a causa della distanza e del buio. Il pensiero che possa essere un ladro attraversa la mia mente. Velocemente prendo il giubbotto e la prima cosa che mi capita a tiro cioè la scopa e esco di casa.
Passò dopo passò raggiungo il giardino della signora maggie. Sento qualcuno piangere. Sembra essere quello di una donna ma non sono sicuro. Non credo che la sig. Maggie esca con questo tempo fuori a piangere.. E Mel sarà sicuramente nel mondo dei sogni. Silenziosamente mi avvicino. Sono pronto a sferrare un colpo quando il presunto ladro si gira rivelando il volto di Melanie. Lascio andare la scopa immediatamente e la guardo. È completamente fradicia e gli occhi sono rossissimi e gonfi. Sembra spaventata e confusa. Mi chiedo cosa sia successo, chi possa averla ridotta così. Se è stato un ragazzo gli spezzò le ossa!!
Mi guarda come se fosse un cucciolo bisognoso d'affetto. Non so come ne perché ma l'abbracciai a me e ogni qualvolta singhiozzasse più forte, la strinsi a me più intensamente.
Il mio cuore batteva all'impazzata. Probabilmente neanche un treno in corsa sarebbe stato così veloce.
Dopo un po di tempo riuscì a calmarsi e nascose la sua faccia tra l'incavo del mio collo. I brividi pervasero tutto il mio corpo.
"Ei è tutto ok? Se non vuoi parlarne va bene ma forse è meglio se ti cambi e ti asciughi se non vuoi prenderti un brutto raffreddore."
"Mi dispiace ti ho bagnato il giubbino.
Potrei chiederti una cosa?" adesso aveva alzato Lo sguardo e io mi ero perso a guardarla negli occhi. Era spettacolare nonostante avesse appena smesso di piangere, i capelli fossero leggermente appiccicati l'uno nell'altro perché bagnati. Mi chiesi quale fosse il motivo per il quale una ragazza come lei avesse quella tristezza mortale negli occhi.
"Che succede?"
"So che non ci conosciamo da tanto ma per favore stanotte puoi ospitarmi a casa tua?? Sai ho litigato con nonna e non mi va di vederla adesso."
"Mmm non so..io.."
"Ti prego non darò nessun disturbo. E poi è solo per oggi. Posso dormire anche nel divano"
"E va bene però domani torni da tua nonna perché non voglio problemi"
Iniziò a saltellare ringraziandomi. Sembrava una bambina. Quanto era bello vederla sorridere. Il suo sorriso contagiò anche il mio.
Che forza della natura è questa ragazza!
"D'accordo ora entriamo altrimenti domani avremo la febbre e io devo occuparmi di Sophia e lavorare perciò non posso permettermi di ammalarmi"
Ci dirigiamo verso casa. Entriamo dentro e mi precipito in bagno a prendere degli asciugamani puliti. Sicuramente gli serviranno anche dei vestiti ma gli unici da donna che posso avere sono quelli di Sophia e credo siano un po troppo piccoli per Mel quindi salgo al piano superiore e dal mio armadio prendo una t-shirt e un paio di pantaloni della tuta blu. Scendo e gli porgo i vestiti e gli asciugamani. La vedo entrare in bagno e mi immagino come possano starle i miei vestiti. Sicuramente le staranno enormi data la sua statura.
Risalgo nuovamente al piano di su e prendo delle lenzuola pulite e alcune coperte. Le lascerò la stanza vuota che è rimasta per non farla dormire sul divano. Poi vado in camera di Sophia a controllare che stia dormendo e mi perdo per non so quanto tempo a guardarla. È così bella e innocente. Come si vede che è figlia di Savannah. Una lacrima scende al ricordo di quanto l avesse desiderata e amata ancora prima che nascesse. La morte mel ha portata via e non ha permesso neanche a sua figlia di conoscerla. Che vita ingiusta! Lei era il mio tutto e lo sarebbe stato anche per Sophia. Sarebbe stata una madre eccezionale e invece sua figlia l'ha vista appena un minuto. Il rumore di alcuni passi mi riportano alla realtà mi asciugo velocemente una lacrima e mi accorgo che Melanie è dietro di me. Scocciato per aver interrotto i miei pensieri, mi rivolgo a lei dicendole che la stanza per lei era quella di fronte alla mia e che li avrebbe trovato tutto ciò che poteva servirle. Una volta data la buonanotte mi ritiro nella mia stanza e mi accocolo nel letto mentre penso a Savannah. Mi addormento piangendo per la mancanza che sento e per i sensi di colpa che iniziano a insinuarsi in me dopo aver fatto dei pensieri su Melanie.
Il pianto di Sophia mi sveglia nel cuore della notte, allungo il braccio verso il comodino e accendo la luce. La sveglia segna le cinque del mattino. Mi alzò velocemente senza pensare di essere in mutande e a passo svelto vado in camera di Sophia. Trovò la porta aperta e la luce accesa: Melanie tiene Sophia in braccio e le sta dando il latte. Silenziosamente osservò la scena. Mel si sta prendendo cura di mia figlia e sembra far piacere a quest'ultima. Mi incanto guardandole. Sembrano mamma e figlia, peccato che Sophia una mamma cel abbia ma purtroppo non può starle vicino.
Melanie si accorge della mia presenza. Si gira e mi sorride.
"Oh, Erik io,io non mi ero accorta che fossi qui. Ho sentito Sophia piangere e per darti una mano mi sono alzata e le ho dato il latte" sembra piuttosto imbarazzata. Mi rendo conto solo in questo momento di essere in mutande.
"Non fa niente io sono abituato alle notti insonne. Vai pure a dormire ci penso io a lei."
"Oh come vuoi, allora buonanotte."
Mi lascia la bambina in braccio e sene va. Intanto Sophia sentendosi esclusa da tutto rinizia a piangere e non appena la sfiorò con un bacio sulla guancia smette immediatamente. La portò in camera mia e dopo averle fatto fare il ruttino mi stendo sul letto con lei e la coccolo. Dopo un po ci addormentiamo.
Sento due manine toccarmi la faccia e mi ricordo che la mia bambina è qui con me. Apro gli occhi e la vedo sgambettare e muoversi. Quanto è bella! Il suo profumo è l'unico che mi permette di andare avanti e ricordarmi che nonostante tutto Savannah è ancora qui con me perché in mia figlia rivedo molte cose di lei nonostante sia ancora molto piccola.
Quando mi alzo mi occupo di Sophia e poi mi faccio una doccia veloce, scendo in cucina e trovò tutto pronto per la colazione insieme ad un post it attaccato al frigo
Ti ringrazio per avermi ospitato questa notte per ripagarti di ciò ti ho preparato la colazione. Spero sia tutto di tuo gradimento.
Melanie.
Accidenti si è proprio data da fare! Sul tavolo c'è di tutto. Dai cereali con il latte alle uova con il bacon. Peccato però che tutto questo ben di Dio verrà sprecato visto che io mangio solo uova e bacon.
Non dovendo lavorare oggi ho deciso di occuparmi un po alla conoscenza della città. Mi sono svegliato benissimo e di buon umore. Porterò con me Sophia , non può farle che bene uscire all'aria aperta. Preparo il passeggino e la metto dentro. Oggi è una splendida giornata di sole, perfetta per una passeggiata. Chiudo a chiave la casa e mentre esco la sig.ra Maggie mi raggiunge.
"Salve giovanotto, dove siete diretti tu e questa birba di tua figlia?"
"Salve. Noi andiamo a fare una passeggiata sa voglio conoscere un po il posto. Sono qui da un po ormai e volevo visitare a piedi la città. "
"Certo capisco. Fai bene ad uscire. Finalmente ti sei deciso! Comunque volevo chiederti se per caso hai visto Melanie.. Sai è da ieri notte che non la vedo e non so dove abbia dormito, se sta bene..."
"A dire la verità ha dormito a casa mia, mi ha chiesto ospitalità per una notte. Sembrava molto triste ma non mi ha detto il motivo. Credevo comunque che fosse rientrata a casa non appena si fosse svegliata"
"Immaginavo venisse a casa tua. Sembra avere una particolare attrazione per quella casa e in modo particolare per chi ci vive"
Non capisco di cosa stia parlando e per evitare incomprensioni mi limito ad annuire.
"Ah, Erik senti mia nipote avrebbe bisogno di lavorare. Pensa che io non sia in grado di tenere Sophia per troppo tempo quindi voleva chiederti se fosse possibile, di fare lei da babysitter. Ovviamente se sei d'accordo."
"Non saprei devo rifletterci. Le farò sapere al più presto" Detto ciò, saluto la signora Maggie e mi dirigo verso il centro della città. Non capisco perché Melanie non melo abbia detto e poi perché piangeva ieri?? Insomma la signora Maggie è un po impicciona ma cosa può aver mai fatto quella povera donna per arrivare al punto di far piangere quella ragazza e addirittura non farla dormire in casa sua? Non voglio essere impiccione ma per quella ragazza mi accorgo che sto sviluppando un senso di protezione. Non la conosco nemmeno da una settimana e sembra già essermi entrata dentro il cuore. Non so quanto possa essere giusto e personalmente non lo accetto perché mi sembra di tradire Savannah. Io la amo come prima, non la voglio ne posso dimenticarla. Devo smetterla di pensarla! Così deciso mi dirigo a passò svelto spingendo la carrozzina in un parco. È bellissimo. Una distesa di erbetta verde ricopre tutto il parco. Ci sono alberi e qualche fiore ovunque. Al centro c'è un ponticello di legno dove sotto passa un piccolo fiumiciattolo.
Prendo una copertina e la stendo sotto un albero, il più lontano possibile da chiunque, prendo Sophia in braccio. Mi distendo e appoggio Sophia sul mio petto. Lei mi sorride ne sono sicuro e io non posso non sorridere e commuovermi. E pensare che due mesi fa non volevo saperne niente di lei e invece adesso è lei che mi aiuta ad andare avanti. So che l'unica donna che possa amare sopra ogni cosa sarà proprio lei. Un'ombra improvvisa si affaccia davanti ai miei occhi. Mi alzò di scatto stando attento a Sophia e la vedo. È proprio lei. Accidenti questa ragazzina mi proseguita!
"Ciao Erik come mai qui?"
"Ciao Melanie, noi ecco, stiamo prendendo il sole e ci rilassiamo. Comunque tua nonna ti cercava"
Scuote le spalle. "Non mi importa sono troppo arrabbiata con lei" sembra volersene andare così la lascio andare e dopo un paio d'ore anche io e Sophia rientriamo a casa, io felice dei suoi sorrisi e lei di essere uscita.

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