Capitolo 6:Nuove conoscenze

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Ho ripreso a lavorare da una settimana e ancora non riesco ad abituarmi all'assenza di Sophia di mattina.
Da quando ho ripreso a lavorare le mie giornate si susseguono in maniera monotona. Mi alzo alle 7 in punto svegliato dalle urla di Sophia, facciamo colazione entrambi, la cambio e la sistemo nella carrozzina così da essere pronta per portarla dalla signora Maggie. Mi lavo velocemente e mi vesto con un completo elegante diverso ogni giorno. Dopo che portò Sophia, mi recò in ufficio cercando di conversare il meno possibile con tutti. Saluto Mark e entro nel mio ufficio. Da quel momento in poi fino a mezzogiorno non mi alzò dalla sedia e svolgo unicamente il mio lavoro. Durante la mia pausa pranzo anziché andare al bar o stare tra colleghi rientro a casa per vedere come sta Sophia. Non appena mi assicuro che stia bene mangiò un boccone al volo e mi rinchiudo nuovamente in ufficio fino all'ora di chiusura. La sera mi dedicò a mia figlia. Nonostante abbia già detto alla sig. Maggie di occuparsi unicamente di Sophia, lei si ostina a prepararmi dei pasti e a sistemare la casa, lavando la roba, pulendo i bagni e tenendo in ordine tutto. Ci sono volte in cui pensò che sia veramente comodo che qualcuno sbrighi al posto mio le faccende domestiche visto il mio tempo ridotto.
Oggi è sabato quindi non andrò a lavoro e potrò dedicarmi interamente a mia figlia che cresce a vista d'occhio. Ci sono volte in cui sembra essere uguale a Savannah. È la sua copia identica di quando era piccola.
Ricordo ancora quando Savannah mi portò per la prima volta a casa sua.

*inizio flashback*
La signora G. Mi accolse come se fossi stato suo figlio. Al tempo aveva i capelli chiari e gli occhi castani. Era sempre molto curata e ci teneva ad apparire in un certo modo. Mentre il marito, il signor Gilbert era un uomo di mezza età, con i capelli già grigi e gli occhi di un azzurro mare. Dava l'impressione di essere un uomo molto severo ma benevolo. Inizialmente mi intimidi ma ripensandoci ora forse l'avrei fatto anche io con mia figlia. Pranzammo a casa sua e dopo pranzo mi fecero accomodare e mi mostrarono tutte le foto di quando Savannah era piccola. Non avevo mai visto una bambina più bella di lei giuro! Una foto in particolare attirò la mia attenzione: erano al mare, Savannah con la sua famiglia. Lei aveva due anni ed era nuda. Sorrideva felice e lo si poteva capire anche dagli occhi. Indicava qualcosa, avevo lo sguardo rivolto verso il cielo e lo guardava come se fosse la cosa più interessante e bella del mondo.
*fine flashback*

Il sole la fuori splende in tutta la sua bellezza. Mi alzo e aprofitto per farmi una doccia visto che Sophia dorme ancora. Indosso un paio di pantaloni della tuta blu dell'adidas le air max blu e una t-shirt nera. Scendo in cucina e preparo una spremuta d'arancio con le uova e il bacon. Non appena mi siedo per mangiare Sophia decide che deve mangiare anche lei e inizia a piangere. Salgo velocemente su e la trovo nella culla a strillare tutta scoperta. La prendo in braccio e noto che è più rossa del solito con diverse pustole sul corpo. Inizio ad agitarmi andando avanti e indietro per la sua camera cercando di calmarla ma con scarsi risultati. Avvicino le mie labbra alla sua fronte per lasciarle un piccolo bacio ma noto subito che scotta, così mi affretto ad avvolgerla nella copertina rosa di Minnie e corro spedito verso casa della sig. Maggie. Lei è l'unica che può aiutarmi.
"Signora Margaret, signora maggie" prendo a pugni la porta e urlo in modo che possa sentirmi. Sino un fascio di nervi.
Mi apre una ragazza dai capelli chiari e gli occhi verdi dentro i quali puoi perderti. È bellissima. Dopo la morte di mia moglie non avevo notato nessuna ragazza, non le guardavo neanche. Ma lei era impossibile non notarla.
"Buongiorno.. Em lei chi è e perché bussa come un dannato alla porta di mia nonna??" sembrava si stesse arrabbiando.
"Immagino lei sia Melanie giusto?? Senta io non ho tempo da perdere la mia bambina sta male ho bisogno di sua nonna per favore!" mi accorgo che glielo sto chiedendo con un moto di disperazione e credo lei lo capisca perché mi fa entrare e prende in braccio la bambina.
"No mi scusi ma dov'è maggie? Io non penso che lei sia in grado di dirmi che cos'ha."
"Senta si sieda e si calmi nel frattempo misuro la temperatura a sua figlia."
Mi accomodo sul divano ma non riesco a stare fermo. Sophia piange da mezz'ora e ancora non capisco cos'abbia. Mi alzò e faccio avanti indietro fino ad entrare in cucina da Melanie. Sophia ha smesso di piangere. Ha il viso arrossato ma sembra più tranquilla. È seduta dentro una vaschetta del lavandino senza vestiti. Melanie in modo dolce e delicato le passa un panno ovunque. Probabilmente è impregnato di acqua fredda. La guarda con amore e dolcezza quasi come fosse la mamma. Devo ammettere che ci sa fare e molto più di me. Ma non posso sopportare che un altra persona che non sia io guardi mia figlia in quel modo. Una mamma cel ha anche se non c'è più ma non voglio che nessuno si avvicini a lei.
"Scusa hai finito di fare la dottoressa e mi dice che cos'hai mia figlia?? Perché non piange più che le hai fatto?"
"Oh io.. Io credo di sapere cos'abbia. All'Università ho fatto un corso sulle malattie che possono prendere i bambini e come riconoscerle.
Ha solo un po di febbre e degli sfoghi legati a qualcosa che ha mangiato. Non appena inizierà a scendere la febbre dobbiamo portarla dal medico per capire a cosa è allergica."
"Non può essere! Lei beve solo il latte e io sono sempre stato attento a tutto"
"Magari le è sfuggito qualcosa oppure il latte che le sta dando non va bene per lei. Non si preocupi il pediatra le spiegherà tutto." mille pensieri viaggiano nella mia mente ininterrottamente. Non so più cosa pensare ne cosa dire. Io qui non conosco nessuno neanche un fottuto pediatra. Di queste cose di solito sen'è sempre occupata mia suocera con mia madre. Accidenti!!
Melanie accortasi della mia frustrazione e difficoltà mi tocca un braccio come per tranquillizarmi ma non sa che effetto mi provoca in quel momento. Mille brividi e emozioni contrastanti provo in quel momento. Fino ad allora non avevo notato come fosse vestita ma ora mi accorgo che ha un fisico assolutamente perfetto. Le gambe sono fasciate da un pantalone di tuta nera stretta e la maglietta è abbastanza scollata. Si intravede persino il colore bianco del reggiseno. I capelli sono raccolti in una coda disordinata. Il viso è leggermente rotondo e un po allungato nel mento. Quegli occhi.. Cavolo. Mi sento vulnerabile davanti a questa ragazza. Sembra leggere dentro di me. Ogni cosa che provo sembra leggerlo e capirlo.
Scaccio via questi pensieri. Non posso permettermi di pensare queste cose! Cavolo! Savannah è andata via da un mese e mezzo e io mi ritrovo a fare dei pensieri oltre il dovuto su una ragazza che appena conosco. Non parliamo poi del fatto che devo occuparmi unicamente a Sophia. Gliel'ho promesso e non posso venir meno alla promessa fatta!!
"Ei, mi sta ascoltando?" Melanie mi distoglie dai miei pensieri.
"Scusi, non ho capito potrebbe ripetere ciò che ha detto?"
Mi sorride e mi perdo a guardare quel sorriso che rivela dei denti bianchissimi e perfetti.
"Tanto per iniziare mi dia del tu. Io sono Mel. E ho detto che conosco una pediatra molto brava dove possiamo portare Sophia. Ha uno studio a due isolati da qui. Si chiama Lucy Maiers."
"Allora che ci facciamo ancora qui?? Mi porti, em volevo dire portami da lei per favore"
Dopo aver preparato tutto corriamo da questa dottoressa che sembra essere molto brava e capace che conferma la teoria di Mel. Sophia sembra essere allergica a un tipo di latte per questo motivo ha bisogno di bere un altro tipo di latte. Fortunatamente ora sta bene e dorme beatamente nella sua culla mentre io distrutto mi addormento nel divano ritrovandomi a sognare una ragazza con gli occhi verdi e i capelli chiari.

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