Capitolo 1

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Clarke's POV
Ero appena uscita dalla camera di Lexa, mi stavo dirigendo verso la mia, non facevo altro che pensare a quello che era successo pochi minuti fa, era stato meraviglioso, magico, finalmente mi ero lasciata andare, mi ero lasciata il passato alle spalle e l'avevo perdonata, perché questo periodo trascorso qui, a Polis, mi aveva fatto riflettere e capire su cosa volesse dire essere un leader, un punto di riferimento per il tuo popolo, qualcuno pronto a prendere le decisioni più difficili, ardue e oggettive possibili, senza essere influenzata dai propri sentimenti e questo l'avevo imparato da lei, Lexa, colei che mi aveva tradito a Mount Weather ma che poi aveva fatto di tutto per farsi perdonare, per ottenere la mia fiducia di nuovo e ciò l'aveva fatto perché mi amava, riuscivo a capirlo solo guardandola negli occhi, quei bellissimi occhi verdi, a cui mi era difficile staccare lo sguardo. Purtroppo per me era giunto il momento di ritornare a casa, se così la potevo ancora chiamare, dopo la mia partenza per andare a soccorre i miei amici, Arkadia, per me, non era altro che un posto dove la mia gente si era stabilita, ma non la sentivo più casa mia, penso di non averla mai sentita tale, non sapevo esattamente quale fosse il motivo, semplicemente non ero a mio agio attorno a tutte quelle persone e forse questo era uno delle ragioni per cui avevo voluto prolungare il mio soggiorno nella capitale dei grounders, perché non avevo una casa da cui tornare.

Appena entrata nella mia camera, vidi Murphy seduto e legato a una sedia, mi diressi subito a slegarlo, ma non feci neanche in tempo a toccarlo che Titus arrivò e mi disse che era vivo, io lo guardai incredula, non riuscivo a capire cosa stesse accadendo, successivamente egli continuò dicendo "il tuo amico è stato beccato a derubare la gente diretta a Polis", poi ad un tratto mostrò la pistola che teneva in mano prima del mio arrivo e me la puntò contro, il mio cuore iniziò a battere forte, ero spaventata a morte, misi le mani davanti istintivamente per far segno di non sparare, lui mi si avvicinò e disse "mi dispiace ad arrivare fino a tanto, Clarke, mi dispiace davvero ma Lexa non farà il suo dovere finché vivrai", cercai di fargli cambiare idea avvertendolo che me ne stavo andando, bastava solo che lui mi lasciasse andare insieme a Murphy, tentai di farlo ragionare ma purtroppo lui decise di portare avanti il suo piano e premette il grilletto, a quel punto iniziai a correre per la stanza per evitare di essere colpita, lui non si fermò a sparare, deciso e sicuro di volermi uccidere, poi all'improvviso la porta si aprì di colpo, era Lexa, il proiettile sfiorò la sua faccia e si conficcò sul muro, mi avvicinai frettolosamente a lei e controllai che stesse bene, subito dopo fui raggiunta dal consigliere che si assicurò anche lui che ella non fosse ferita, Lexa era sotto shock, la morte le era appena passata davanti, poi fece un respiro profondo e ritornò in sé, per prima cosa, mi guardò dalla testa ai piedi per vedere se fossi ferita, successivamente rimproverò il suo maestro per aver attentato alla mia vita.

"Titus, spero che tu mi possa spiegare cosa sta succedendo. Perché hai cercato di uccidere Clarke?"

"Mi dispiace Heda, ma lei è un ostacolo e doveva essere eliminato"

"Un ostacolo a cosa?"

"Al tuo dovere. Ne abbiamo già parlato"

"Esatto! Ne abbiamo già parlato! Mi è sembrato di essere stata piuttosto chiara riguardo a questo argomento. La prossima volta che attenterai alla sua vita, potresti rischiare di perdere la tua" alzò la voce

"Comandante, con tutto il rispetto
..."

Non gli fece neanche finire la frase che intervenne subito, in modo più aggressivo di prima.

"Non osare sfidarmi, Titus, so benissimo quali sono i doveri che ho verso il mio popolo e sto cercando di svolgerli nel modo che ritengo più giusto possibile, puoi criticare le mie scelte ma non ti permettere di ostacolare il mio piano perché non esiterò neanche un secondo a distruggerti."

"Non avevo alcuna intenzione di esserti d'intralcio. Però, ripeto, questo potrebbe ucciderti"

"Adesso basta! È meglio che tu vada prima che tu possa peggiorare la situazione" Lo fulminò con lo sguardo, era veramente furiosa per ciò che era successo.

"Clarke, spero che tu stia bene, mi dispiace veramente per quello che è successo, è tutta colpa mia" disse Lexa molto dispiaciuta

" La colpa non è tua, è solo preoccupato per te e lo sono anch'io, pensa che il tuo popolo possa rivoltarsi contro di te e attentare alla tua vita, come è successo oggi, con quell'uomo, Semet. Abbiamo preso una strada pericolosa.."

"Abbiamo preso la strada verso la pace" disse, interrompendomi

"Non avremmo mai pace se tutti non decideranno di volerla. Il tuo popolo è ancora per "jus drein jus daun", non cambieranno idea facilmente"

"Lo faranno, un giorno"

"Clarke, lo so che sei preoccupata per la mia incolumità però ricorda che abbiamo deciso di farlo insieme, ho bisogno che almeno tu abbia fiducia in ciò che sto facendo, che tu abbia fiducia in me" continuò

"Lexa, ce l'ho è solo che..."

"È questo che m'importa. Io sono il loro comandante e loro sono i miei sudditi, mi obbediranno, devono farlo"

"Voglio solo che tua sia al sicuro" dissi avvicinandomi piano piano a lei, fino a quando le nostre fronti si toccarono.

"Lo so" rispose delicatamente, posando la sua mano destra sulla mia guancia sinistra, poi misi la mia mano sopra la sua, respirano piano piano all'unisono, la vicinanza delle nostra labbra si accorciò, i nostri occhi si chiusero ma si riaprirono subito quando sentimmo il rumore di una voce schiarirsi, era Murphy che era ancora legato e imbavagliato, ma sveglio, in quel momento ci stacammo e andai verso di lui a liberarlo, lei stette un attimo a guardare poi mi avvertì che se ne andava e che mi avrebbe aspettato giù, alla mia partenza, io annuì per mostrarle di aver capito e poi se ne andò.

"Tu e Lexa eh?" Mi domandò sarcasticamente Murphy appena gli tolsi il bavaglio

"Beh... è complicato" gli risposi sorridendogli e scuotendo un po' la testa.

Liberato dalle corde, lo aiutai a camminare, era veramente ridotto male, scendemmo giù e andammo verso Octavia che mi stava aspettando, appena ci vide, mi domandò immediatamente "Murphy? Che cosa ci fai lui qua?"

Io per tagliarla corta le risposi "è una lunga storia, te la racconterò quando avremmo tempo"

Lei annuì, poi aiutò Murphy a salire sul cavallo, io le dissi che gli avrei raggiunti fra un attimo perché andai a parlare con il comandante.

"È ora" affermai

"Cerca di non fare troppo l'eroina" disse ironicamente

"Cerca di non farti uccidere" risposi con altrettanto sarcasmo

Lei sorrise, io sorrisi a mia volta, quella poteva essere l'ultima volta che la vedevo sorridere perciò cercai di memorizzare il più possibile quel bellissimo e fantastico sorriso.

"Spero che ci potremmo incontrare ancora" disse

"Lo spero anch'io"

Mi diressi verso il cavallo e ci salì sopra, finalmente eravamo pronti e partimmo insieme a un intero esercito di grounders e ci stavamo andando verso Arkadia, dove ormai Pike aveva preso controllo. Ero spaventata a ciò che stava per avvenire una volta arrivati lì, non sapevo cosa avrei fatto: lasciare che il mio stesso popolo venisse ucciso nel caso avessero superato i confini di contenimento oppure salvarli?

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