Capitolo 29

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Una mano delicatamente poggiata sul mio petto ed il volto sorridente di Giuda davanti ai miei occhi appena aperti, mi riportarono alla realtà del nuovo giorno.

Il profumo di caffé appena preparato riempiva la stanza, mentre sul camino di fronte a me un nuovo fuoco aveva sostituito le braci notturne oramai svanite.

Fui felice di rivedere il mio amico, e mentre stringevo il suo braccio per ricambiare il suo saluto, richiusi per un attimo gli occhi, aspettando che le ultime ombre del sonno lasciassero definitivamente spazio ai bagliori della veglia.

La notte era stata segnata da sogni strani, affollati di presenze sconosciute, intensi di colori e paesaggi differenti, in cui per diverse volte mi ero come "svegliato", all'interno della situazione onirica, senza però destarmi nella realtà della mia improvvisata camera buia.

Avevo chiara la memoria di essere diventato consapevole che ciò che stavo vivendo non era altro che un sogno, come se avessi avuto la mia coscienza "da sveglio", mentre mi trovavo da qualche parte, addormentato.

Ripercorrevo con la mente gli avvenimenti notturni, facendo però fatica a definire cosa fosse successo veramente.

Non mi era mai capitato prima, ed invece, in quella lunga notte che pure mi parve troppo breve, più volte avevo avuto chiara la consapevolezza che mentre il mio corpo giaceva addormentato davanti al camino mentre io ero altrove, impegnato in altre faccende.

Riaprii gli occhi, apprezzando la presenza di quell'Angelo tanto speciale, che era rimasto con me in quei pochi secondi di pigro sonnecchiare.

<<Non erano sogni.>> mi disse, quando i nostri sguardi si incontrarono.

Io aggrottai solo leggermente gli occhi, ad indicare che l'affermazione non mi era molto chiara e che avrei voluto sapere di più.

<<Non erano sogni>> ripeté Giuda, <<quando capita di svegliarci dentro un sogno, quando riusciamo a renderci conto di essere addormentati nel nostro letto, ed insieme coscienti di essere da un'altra parte, non stiamo sognando.

E' il nostro spirito che ha lasciato il corpo per andare a ricevere un insegnamento speciale in uno dei mondi spirituali, e questo, a volte, magari solo per alcuni attimi, espande la nostra consapevolezza fino a farci rendere conto di dove siamo in realtà.>>

Tornai con la mente alla stupefacente esperienza di sdoppiamento vissuta la sera prima: ciò che avevo vissuto durante la notte non era proprio uguale, potevo però ritrovarci una certa somiglianza.

Esperienze fantastiche, sia per la loro natura sia per le emozioni e gli insegnamenti che riuscivano a trasmettermi, si susseguivano senza sosta, ed io sorrisi alla mia serena accettazione di tutto quanto continuava ad accadermi.

La mia mente, mi accorsi, avrebbe voluto saperne di più, avrebbe desiderato conoscere qualche tecnica segreta per uscire dal corpo a comando, oppure per "svegliarsi" quando in sogno raggiungiamo un Maestro spirituale in qualche dimensione fantastica, ed io la lasciai fare.

Mi stiracchiai, come un gatto che passa pigramente il suo tempo disteso all'ombra, mentre Giuda si incamminò verso la cucina da cui altri odori di cibi appena preparati stavano piacevolmente mescolandosi con quello del caffé - che ci faceva invece compagnia da quando avevo riaperto gli occhi - quindi usci dalle coperte e lo seguii.

I sette elementi della "Colonna" erano già tutti in piedi, indaffarati a preparare quella che pareva un'ottima colazione.

Io mi trascinai stancamente verso la prima sedia, aspettando che tutto fosse pronto e che si iniziasse a mangiare tutti insieme.

Un Angelo di nome GiudaWhere stories live. Discover now