Moving On

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Riconoscere tra la folla di studenti che avevano riempito la stazione, i capelli unti e l'irritante sguardo di Pansy, non fu affatto difficile. La cosa evidentemente fu reciproca, infatti accortasi anche lei della presenza di Draco, lo guardò di sbieco e cominciò a camminare con passo deciso verso di lui, che, non sapendo cosa aspettarsi, si limitò a fare un breve cenno con la mano. Il sorriso che gli rivolse lo fece rabbrividire, c'era decisamente qualcosa sotto. I suoi sospetti vennero confermati quando si ritrovò, a pochi centimetri dal naso, la sua bacchetta.

"Oppugno!" Disse con un tono tanto dolce, quanto falso.

Senza avere il tempo di reagire, si ritrovò bersagliato da tre piccoli e inferociti uccellini. Portò automaticamente le mani al viso per cercare di proteggersi ma avendo il becco affilato come la lama di un coltello, lo facevano sanguinare sempre di più con ogni beccata.

Quando finalmente gli uccelli si allontanarono, rimosse le mani dal volto e aprì gli occhi giusto in tempo per ricevere un pugno dritto in faccia.

Non avrebbe mai pensato che una ragazza così piccola, potesse avere così tanta forza. Il viso gli faceva male ma non disse niente, non aveva proprio le forze per intraprendere una discussione con lei. Aveva già perso abbastanza.

"Sai benissimo per cos'era quello. La prossima volta sarà meglio che tu prenda il treno insieme a me."

"La prossima volta non ti verrò a prendere in stazione" sibilò lui in risposta.

Sbuffò. "Almeno hai imparato la lezione."

"Hai passato un buon Natale?" Le chiese a denti stretti.

"Ho preso quattro kili e l'ho dovuto passare senza mio padre e mio zio. È stato fantastico." Gli lanciò il borsone. "Sei fortunato che tuo padre sia un codardo, altrimenti sarebbe nello stesso posto del mio."

Draco abbassò lo sguardo sui suoi piedi ignorandola. Non è un codardo, avrebbe voluto dire. Era indeciso se difenderlo, cosa che non voleva veramente, e difendere la sua scelta, cosa che lui stesso probabilmente avrebbe fatto.

Senza aggiungere altro, si diressero insieme verso il castello; Draco trasportando i suoi bagli. Raggiunta la sala comune, mollò tutto ai piedi della scala che portava al dormitorio delle ragazze.

"Non le porti su di sopra?" Di nuovo la sua voce irritante. Senza commentare, sospirò irritato e fece come le aveva detto, non volendo darle alcun motivo per farla parlare. Appoggiò tutto ai piedi del suo letto e scese le scale andandosi a sedere sul divano in pelle di fronte al caminetto.

La sala comune dei Serpeverde era così diversa rispetto a quella dei Grifondoro. Non si era mai reso conto di quanto fredda e triste fosse la loro, se non fosse stato per... lei...

Strinse i pugni tanto violentemente da fargli diventare le nocche bianche. Doveva dimenticarsi di tutto, doveva dimenticarsi di lei. Non poteva andare avanti così.

Doveva continuare a ripetersi i motivi per cui era, ed era sempre stato da solo. L'unica cosa che sapeva per certo, era che non la meritava. Le cose che aveva fatto... lui meritava una persona come Pansy. Qualcuno che lo punisse se l'avesse tradita o ferita, non qualcuno che lo consolasse. Perché poi lo aveva fatto? Tutte quelle volte in cui si era comportato in maniera spregevole o crudele... lo aveva stretto come se fosse stata lei a ferirlo.

Desiderava che le cose fossero state differenti. Non c'era un futuro per loro ma nonostante questo, continuava ad ripensare alla sensazione che aveva provato quando le sue mani si erano mosse tra i suoi capelli, il modo in cui lo aveva guardato da sotto le sue lunghe ciglia.

Fuori si stava facendo buio così decise di allontanarsi dai sotterranei per dirigersi al quinto piano prima che Pansy tornasse a cercarlo. Quando aprì la porta del bagno dei Prefetti, in un certo senso sperava di trovarla lì.

Se lo fosse stata, se ne sarebbe andato. Doveva permetterle di dimenticarlo. Non era giusto per lei e sicuramente lo sapevano anche i suoi amici.

Mentre muoveva la bacchetta per aprire i rubinetti, intravide la propria immagine riflessa nello specchio. Piccole gocce secche di sangue erano sparse sul suo viso e il suo occhio si stava gonfiando, oltre che colorarsi leggermente di una sfumatura violacea. Si soffermò a guardare ogni piccolo dettaglio con uno sguardo impassibile. Me lo merito.

Si immerse completamente nella vasca. Il sapone bruciava sui tagli ancora aperti ma non gli importava del dolore, continuò fino a quando il suo viso era completamente intorpidito e non sentiva più il proprio corpo.


°°°


Quella sera la cena fu preparata più tardi, per permettere a tutti gli studenti arrivati con l'ultimo treno di riposarsi e svuotare i bagagli. Hermione si era spazzolata i capelli e poi era scesa per raggiungere gli altri. Il discorso con Ginny si era concluso senza più altre domande da parte sua.

Conosceva bene Ginny, ed era sicura che sarebbe andata direttamente a raccontarlo a Harry, creando un problema non da poco. L'unica persona che sapeva tutta la verità era Luna e ancora, non riusciva a spiegarsi come facesse a capire così bene le persone, anche solamente con uno sguardo.

Entrò nella sala comune pensando all'unica persona a cui non avrebbe dovuto pensare. Ovviamente.

"Scusate se ci ho impiegato troppo tempo." Disse avvicinandosi agli amici che erano già pronti per andare a cena.

"Oh non ti preoccupare, Ron si sta ancora truccando." Disse Ginny tamburellando il piede a terra.

"Che cosa?"

"Lascia perdere, vuole semplicemente dire che si sta prendendo il suo tempo." Rispose Harry.

"Sono qui tranquilli." Sbuffò Ron scendendo le scale così da permettergli finalmente di dirigersi nella Sala Grande.





"Credetemi, se c'è una cosa che mi è veramente mancata è stato-"

"Il cibo? Lo sappiamo benissimo Ron." Lo interruppe Ginny guardandolo riempirsi il piatto con almeno tre cosce di pollo.

"Da quando le è permesso di sedersi con noi?" Chiese lui con la bocca piena.

"Forse è meglio che vada a salutare Luna, non la vedo da prime le vacanze." Si alzò dal tavolo fulminandolo per poi dirigersi verso quello dei Corvonero.

Hermione si soffermò a guardare Harry e il modo con cui guardò Ginny; come se fosse l'unica cosa a cui riuscisse a pensare. Era così felice per lui, se lo meritava dopo tutto quello che aveva passato.

Poi improvvisamente, smise di guardarla e lanciò un pezzo di pane a Ron. "Lo sai che il cibo sarà qui ancora per un'ora no?" Lo prese in giro.

"Ho semplicemente pensato che fosse meglio darci dentro fin da subito." Sorrise, pollo e tutto il resto.

Mangiarono in silenzio per qualche minuto prima che Harry ricominciasse a parlare.

"Hei ragazzi, date un'occhiata a Malfoy."

La testa di Hermione si alzò velocemente per guardare dove stava facendo cenno l'amico. Ron, che invece era di spalle, dovette girarsi completamente, così che si ritrovarono tutti e tre a fissarlo. Le si fermò il respiro in gola.

Il suo viso.

Pansy al suo fianco invece, sorrideva, irritante come sempre, mentre andavano a sedersi al loro tavolo. Deve essere stata lei a ridurlo così pensò.

"Accidenti, deve aver istigato qualcuno di sicuro." Mormorò Ron.

"Deve far male." Commentò Harry.

Sentendosi osservare, Draco alzò gli occhi dal suo piatto e lanciò un'occhiataccia al trio che lo stava fissando, facendoli riportare l'attenzione sul cibo che dovevano ancora finire di mangiare. Per qualche istante i loro occhi si incontrarono e, anche se si trovavano nei due poli opposti della sala, riuscì a vedere la tristezza che traspariva dai suoi.

Quando ruppero il contatto, più per volere di lui, sentì le lacrime minacciare di scendere sulle sue guance ma riuscì a trattenerle, e questo era un buon segno. Stava diventando più forte, superando il passato.

Lui non poteva fare parte del suo futuro.

Hermione and Draco, a Forbidden Fantasy (Dramione) - [traduzione italiana]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora