No Place Like Home

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I giorni seguenti volarono via senza che se rendesse conto. Per Draco, sembrava non ci potesse essere abbastanza tempo nel mondo da passare lì. Mentre il suo ultimo giorno giungeva al termine, poteva sentire la solita ansia riprendere possesso di lui. Aveva provato ad ignorarla, ma era sempre stata, e lo era ancora, più forte di lui.

"Sei sicuro di dover andare via? Sei il benvenuto qui, lo sai." Gli disse Hermione mentre erano sdraiati sul letto della stanza degli ospiti.

"Non rimarrò qui, devo andare a casa." Disse sicuro.

Non poteva continuare a rimandare la cosa, prima o poi sarebbe dovuto tornare. Inoltre, se non lo avesse fatto, chi l'avrebbe sentita Pansy?

"Sei sicuro?"

"Forse ho solo voglia di tornare, okay?" Sbottò.

Lei non disse niente dopo quello; poteva sentire la tensione crescere dentro di lui e sapeva che se avesse aggiunto qualcosa riguardo quel argomento, sarebbe esploso. Lo sentì rilasciare un sospiro.

"Mi dispiace." Mormorò.

Hermione annuì rimanendo appoggiata contro il suo petto fino a quando lui non si mise a sedere passandosi una mano trai i capelli nervosamente.

"Forse potremmo dimenticarci di tutto questo." Gli disse dolcemente.

Sbuffò. "Si, sembra una cosa plausibile."

"Anche se ci rimane solo una notte, potremmo-"

"Cosa? Fingere che non debba tornare in quella casa deprimente e vuota e che tu non abbia una vita perfetta?" Le disse freddamente.

"Non ho una vita perfetta." Rispose lei facendolo sbuffare ironicamente. A quello, Hermione si alzò dal letto uscendo dalla camera senza dire niente.

Qualche volta era così irritante. Uscì dalla sua camera andando diretta nella sua, sbattendo la porta alle sue spalle. I suoi genitori erano già andati a dormire quindi era fortunata che non se ne fossero accorti.

Draco strinse le lenzuola del letto tra le mani. Non voleva farla arrabbiare, non era proprio stata sua intenzione farlo; semplicemente, qualche volta sembrava avere quel effetto su di lei. Fece due tre respiri profondi prima di alzarsi e andare a bussare alla sua porta.

"Hermione mi dispiace, non lo pensavo veramente." Premette le dita contro il legno della porta. "Mi dispiace."

Hermione aprì appena la porta per poterlo guardare. "Lo sai, dovresti veramente imparare a controllare il modo in cui parli alle persone quando sei arrabbiato. Va bene ed è normale sentirsi così qualche volta, ma non puoi attaccare le persone come se non provassero dei sentimenti. Non è sempre colpa degli altri." Gli disse.

"Lo so." Sospirò, cercando ancora di calmarsi. "Posso entrare?"

"No, andiamo nella tua camera." Cercò di passare nella piccola fessura che aveva creato tra la porta e lo stipite ma Draco la fermò guardandola bene.

"Lo sai, sono stato qui per quasi tre giorni e non mi hai mai fatto entrare in camera tua. C'è qualcosa che stai cercando di nascondermi lì dentro?" Cercò di dare un'occhiata ma lei fu più veloce e si spinse fuori chiudendosi la porta alle spalle.

"No, non sto nascondendo niente." Alzò lo sguardo verso di lui con un sorriso debole e lui ricambiò con uno sguardo leggermente infastidito.

"Allora perché non mi fai entrare?"

"Perché in camera tua il letto è più grande."

"Non ha poi così tanta importanza, ne occupiamo solo metà in ogni caso." Le rivolse un sorrisetto.

Hermione and Draco, a Forbidden Fantasy (Dramione) - [traduzione italiana]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora