Capitolo ventidue

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Il momento tanto aspettato da tutti è arrivato: oggi è Natale.

Quando mi sveglio devo metterci un paio di secondi per realizzare che sono in vacanza, e che quindi posso dormire ancora un po'.

Mentre sto per rimettere la testa sul cuscino, il mio telefono squilla.

Senza badare a leggere chi è che mi chiama, afferro il cellulare e scorro il dito sullo schermo per accettare la chiamata.

"Pronto?" La mia voce è roca, e devo tossire leggermente per farla tornare allo stato originale.

"Ti ho svegliata?" Sobbalzo quando mi rendo conto che è Cameron che mi sta chiamando. "So che sono solo le sette ma ho bisogno di parlarti."

Le sette? Mi prende in giro?

"Okay, be', dimmi." Non riesco a non parlargli. È arrivata la resa dei conti, e tutto quello che devo fare è chiarire le cose con lui. Una volta per tutte.

"Apri la finestra."

Mi volto, confusa, e poi lo vedo sul mio piccolo terrazzo, solo avvolto in un maglioncino rosso e un paio di jeans.

Rimango a bocca aperta-letteralmente- e sento Cameron ridacchiare.

Mette giù la chiamata, e si infila il cellulare nella tasca posteriore dei jeans.

Mi alzo dal letto, lentamente, cercando di metabolizzare il tutto.

Per quale motivo Cameron è fuori dalla mia finestra? Oh Dio, e io sono un disastro! Avrò i capelli arruffati, il mascara di ieri sera sotto agli occhi e un alito terribile!

Immediatamente mi ficco una cicca in bocca, che tengo sulla scrivania, e raccolgo i capelli in una crocchia disordinata.

Apro la finestra, e mi costringo a fare un sorriso. "Hei." Gracchio, mentre Cameron mi fissa intensamente.

"Posso entrare? Non è esattamente una sauna qui fuori." Fa uno dei suoi soliti, bellissimi sorrisi, e io mi sciolgo all'istante.

"Ci credo che senti freddo, con solo quel maglioncino addosso, e quei jeans...non fraintendermi, stai benissimo, però..."

Perché sto straparlando?

"Audrey, smettila. Voglio solo parlare, d'accordo?" Mi mette un dito sulla guancia, e lo fa scorrere sulla mia pelle molto lentamente.

"Va bene" Sussurro, deglutando l'attimo dopo. "Entra pure."

Quando Cameron è nella mia stanza, mi affretto a chiudere la finestra.

Fa veramente freddo oggi.

"Allora, dimmi."
"Mi eviti." Esordisce Cameron appena mi avvicino alla porta della camera per chiuderla a chiave.

Non vorrei che qualcuno entrasse.

Insomma, non che stiamo facendo qualcosa di sbagliato o indicibile, ma non mi va che la mamma veda qua Cameron, specialmente perché è nella mia camera alle sette del mattino.

Non credo sarebbe felice di vederci insieme.

È strano che alla mamma non vada a genio Cameron.
Lo conosce da una vita, e anche i suoi genitori. Sa che è un bravo ragazzo. Certo, quest'estate ha commesso degli errori, ma io l'ho perdonato, e proprio non mi va che la mamma ci metta i bastoni tra le ruote. Soprattutto considerando che è stata lei ad insistere tanto per mandarci in montagna.

A quella donna manca un po' di coerenza. E a me la pazienza per cercare di decifrare i suoi comportamenti.

"Non ti evito." Mento, mentre il cuore nella mia gabbia toracica aumenta di velocità.

Will Be Forever||CameronDallasWhere stories live. Discover now