♢Capitolo 7♢

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🔷Perdonatemi per gli errori che troverete durante la lettura🔷

Kate era in cucina che mangiava il suo latte e cereali e per quanto infantile fosse quella colazione ne andava pazza.

Dopo aver finito di mangiare, si diresse al piano di sopra in camera per prepararsi e andare a scuola. Quella mattina però non ne aveva davvero voglia. Forse perché là si trovava Alexander e il solo fatto di stare nello stesso posto con lui che la guarda da lontano le metteva tristezza e ansia.

Lei voleva chiarire. Lui voleva confessare tutto.

Prese lo zaino, lo mise sulle spalle, afferrò le chiavi di casa dalla scrivania, recuperò il suo telefono dal comodino e si infilò le cuffie nelle orecchie pronta per ascoltare un po' di musica.

Scese le scale e arrivando in soggiorno, notò sul grande orologio appeso alla parete vicino al caminetto che fossero le 7:30 esatte.

Poteva sembrare strano, ma avrà riuscita ad essere pronta in mezz'ora.

Dopo 15 minuti Kate arrivò a scuola ed si accorse di essere anche in anticipo. Si chiedeva solo che cosa avrebbe potuto fare prima dell'inizio delle lezioni dato che la sua amica non c'era, Alexander era arrabbiato con lei e con gli altri studenti non era un gran che bello parlare dato che non era tanto amica loro. Certo se capitava ci si metteva a parlare tranquillamente, ma preferiva starsene con Beatrice e basta.

Andò al suo armadietto e lo aprì estraendo i libri che le servivano per poi andare in classe sebbene mancassero ancora 10 minuti abbondanti prima dell'inizio della lezione.

Si sedette al suo posto e appoggiò i gomiti sul banco e in modo da sostenere la testa appoggiandola sui palmi delle mani. Sbuffò. Cosa c'era di più noioso che starsene seduta su una sedia in attesa che succedesse qualcosa?

Guardò il banco affianco al suo e tirò un sospiro. Voleva che la sua amica fosse lì a tenerle compagnia.

Qualche minuto dopo entrò in classe un ragazzo. Quel ragazzo. Quello su cui Kate aveva puntato gli occhi da tempo. Si chiamava Cameron.

Appena il ragazzo varcò la porta dell'aula guardò Kate. Forse non si aspettava di trovare qualcun'altro oltre a lui.

Kate si chiese perché lui fosse lì anziché con i suoi amici. Di solito erano sempre assieme e arrivavano in classe a gruppo ridendo e scherzando.

Il ragazzo andò a sedersi al suo solito posto dall'altra parte della classe.

Kate si sentiva un po' a disagio a stare nella stessa stanza nella quale c'era il ragazzo per cui aveva una cotta, se così si poteva definire.

Sbuffò nuovamente picchiettando le dita sul banco.

Cameron notò il nervosismo della ragazza e allora forse per farla smettere le rivolse la parola.

"Nervosa?" chiese.

Kate era assorta nei suoi pensieri tanto che non sentì la domanda.

"Umh? Come hai detto scusa?" chiese confusa guardandolo.

Perché mai doveva rivolgerle la parola? Non erano amici, si erano scambiati a stento qualche saluto ogni tanto.

"Ti ho chiesto se sei nervosa" ripeté la domanda.

"Cosa te lo fa pensare?" chiese Kate.

"Beh forse per il fatto che sbuffi peggio di un bollitore e continui a picchiettare le dita sul banco" disse con un sorriso e indicando le dita di Kate che in quel momento stavano appunto ripetendo l'azione più volte.

Kate si guardò le mani e smise all'istante, poi rise per come l'aveva definita il ragazzo. Le aveva detto che sbuffava peggio di un bollitore. Non capì se fosse una presa in giro o se l'avesse detto in modo scherzoso, così la prese in modo positivo e ci rise su. Non voleva iniziare una discussione. Non era ciò che cercava.

"Non sono nervosa. Semplicemente mi annoio" disse.

"La tua amica non c'è?" chiese.

"No. Ieri è partita per Miami dopo scuola e starà via tre giorni" rispose.

"Mi dispiace. Se vuoi ti posso tenere compagnia io. Sempre se vuoi" disse alzando le mani al pronunciare l'ultima parte.

Rimase un po' perplessa dalla sua richiesta. Perché si era offerto di passare del tempo con lei? Si vedeva così tanto che era disperata e senza amici?

"Nessun problema. Ma ti avviso che oggi sono di pessimo umore" l'avvertì accettando l'offerta.

Cameron si alzò dal suo posto e camminando verso Kate disse "E perché se posso sapere? Problemi con il fidanzato?"

"Fidanzato? E chi lo ha mai avuto?" disse ridendo istericamente "No comunque si tratta del mio amico Alexander. Ieri abbiamo avuto una discussione e alla fine di tutto lui non mi ha più risposto. Non capisco però cosa io gli abbia fatto. Si è arrabbiato così da un momento all'altro. Vedi, la nostra è un'amicizia diversa dalle altre. Io non so chi sia lui..." parlò ma venne fermata.

"Woah aspetta che vuoi dire che non sai chi è?" chiese curioso sedendosi sulla sedia affianco alla sua.

"Beh tutto è cominciato qualche giorno fa quando un pomeriggio ho ricevuto un messaggio da un numero sconosciuto che mi chiedeva se volessi fare un gioco. Questo gioco consiste nel fatto che io per un mese, ogni giorno ho il diritto di fare una sola domanda a questo ragazzo e lui mi deve rispondere. Però lui può fare una sola domanda in tutto questo mese. E mi ha detto che me la farà l'ultimo giorno. Comunque sta di fatto che ogni giorno gli faccio delle domande ma ieri non so perché lui si è arrabbiato." raccontò a grandi linee.

Il ragazzo la guardava sbalordito "Ok non so nemmeno perché ti ho raccontato tutto. Starai pensando che sono una pazza e che tutto questo sia una stupidaggine ma a me in fondo piaceva "giocare" con lui" disse Kate.

"No! Non sto pensando a nulla di tutto ciò. Ognuno ha la sua vita e chi sono io per giudicarti? Comunque mi sembra carina come cosa" disse facendo spallucce.

"Sarà, ma non risolve il fatto che io e lui abbiamo litigato" disse triste abbassando lo sguardo.

"Sono sicuro che sistemerete presto le cose" la rassicurò.

"Non credo sarà così facile. Io non so nemmeno cos'ho sbagliato!" gettò le braccia in aria.

"Ehi sta calma. Non devi preoccuparti" si avvicinò a lei accarezzandole la schiena.

"Magari oggi si accorge dell'errore che ha commesso e alla fine ti chiederà scusa" abbozzò un sorriso.

"Lo spero tanto. Mi manca scrivermi con lui. Mi manca semplicemente lui e so che sembra stupido perché ci scriviamo da cinque giorni ma ho legato fin da subito" Kate abbracciò istintivamente Cameron ma si allontanò quasi subito accorgendosi del gesto appena fatto. Era palesemente in imbarazzo.

"Posso immaginare. Dai su fammi un bel sorriso. Si risolverà tutto ne sono certo!" la guardò sorridendo.

"Un sorriso stupendo" pensò Kate.

"Grazie Cameron" gli sorrise a sua volta.

"E di che. Mi ha fatto piacere parlare con te. Ti va se ti faccio compagnia in questi giorni finché la tua amica non ritorna?" continuò a sorridere.

"Si ti prego! Mi sento così sola!" lo supplicò.

"Bene allora vado a prendere le mie cose e mi trasferisco qui" ridacchiò alzandosi.

Nel frattempo era suonata la campanella e gli studenti iniziavano ad entrare in classe.

Cameron tornò a sedersi vicino a Kate e le sorrise.

"Perché oggi non sei assieme ai tuoi amici? Di solito sei sempre con loro" chiese Kate voltandosi a guardare Cameron.

"Oggi non mi andava di stare con loro" rispose lui facendo spallucce.

"Capisco"

"Ragazzi fate silenzio così posso iniziare la lezione" s'intromise la professoressa cercando di attirare l'attenzione degli studenti che non facevano altro che parlare.

Il Gioco Delle 30 Domande |Cameron Dallas| (CAPITOLI IN REVISIONE)Where stories live. Discover now