Chapter 14. Deja vù

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"Alex cosa dici se ceniamo?"

"Ottimo, però prima io dovrei fare una telefonata..."

"Non ti preoccupare, tu fai pure, preparo io qualcosa...cosa vuoi?"

"Non ho preferenze, guarda cosa offrono il frigo e la dispensa e prepara quello che vuoi... io torno subito" e sparì nella camera da letto.

In cucina cominciai a cercare del cibo e compresi che Alex non faceva la spesa da molto tempo. Alla fine optai per dei toast e della frutta. Presi il tostapane, il pane, il formaggio e del prosciutto. Mentre il pane si tostava, tolsi dalla tavola le tazze ed i piatti della nostra colazione e li sostituii con dei piatti nuovi e dei bicchieri, riempii una brocca d'acqua e la misi in tavola. Fu in quel momento che sentii un rumore che giungeva dalla porta d'ingresso, un rumore di chiavi. Pensai che qualcuno si fosse per sbaglio fermato o un piano più giù o fosse andato un piano più su, quando si sarebbe accorto di aver sbagliato porta se ne sarebbe subito andato, quindi non era il caso di allarmarsi e di pensare che qualcuno stesse cercando di aprire la porta con l'intenzione di scassinarla. Ma quando quel rumore cessò ve ne fu un altro. Uno scatto e la porta si aprì. Andai in panico, presi la prima padella che avevo a portata di mano e mi avvicinai alla porta, ma quando quella si spalancò, entrò una donna. Una donna con una borsa ed una valigia e sembrava appena tornata da un viaggio. Era abbastanza bassa, con i capelli a caschetto castani, portava un cappello e una sciarpa che le copriva la maggior parte del viso.

Quando mi vide cacciò un piccolo urlo e fece un sobbalzo.

"E tu chi diavolo sei?", urlò. Solo in quel momento io mi ricordai che ero uscita dalla doccia in intimo e con la stessa camicia di Alex di prima.

"Veramente, chi è lei!", risposi.

"Questa è casa mia sant'Iddio!"

"Casa sua?"

In quel momento arrivò Alex che fu subito puntata dai nostri occhi.

"Vuoi spiegarmi?" uscì all'unisono dalla mia bocca e da quella della nuova arrivata.

"Oh mio Dio... Silvye... ascolta..."

"Silvye ascolta? Che cazzo dovrei ascoltare? Chi cazzo è questa qui mezza nuda? Questa troia?"

"Oh troia a tua sorella..." mi scappò.

Silvye si lanciò su di me, credo per strangolarmi ma tra di noi si interpose Alex.

"Silvye calmati lasciami spiegare, vai a farti una doccia, ne parliamo dopo!"

"Puttana!" mi urlò questa Silvye prima di prendere la sua valigia, portarla in camera da letto e sparire in bagno.

Ero allucinata. Passò qualche secondo prima che io o Alex parlassimo.

"Piper..."

"Stai scherzando vero? Ti prego dimmi che stai scherzando..."

"Piper ascoltami... la situazione è molto più complessa di come sembra..."

"Non ci credo. Alex! A-l-e-x-! Non ci posso credere, non puoi avermi fatto anche questo..."

"Piper lascia che ti spieghi..."

"Cosa? Lascia che ti spieghi cosa? Che sei fidanzata e che abiti con... con... con quella?"

"Sì e no..."

"Questo è un altro dei tuoi trucchi, finora ci sono sempre cascata, ma stavolta non sarà così..."

"Piper, io e Silvye non stiamo proprio insieme, diciamo che ci stavamo prendendo una pausa..."

"Una pausa? Mi stai dicendo che sono una pausa?"

"No! Noi ci eravamo prese una pausa e poi... e poi sei arrivata tu..."

"No mia cara, ora non mi racconterai un'altra bella storiella delle tue. Abbiamo chiuso qui con le storielle. Questa è stata l'ultima che mi hai raccontato. Quando pensavi di dirmi di questa Silvye? Dio mio, devo aver perso la testa..."

"L'ho persa anch'io per..."

"No! Stai zitta sai? Non provare a pronunciare una parola! Io ho perso la testa! Io ho perso la testa a dare a retta ad una come te, che bacia le persone nel bagno, poi le fa cadere ai propri piedi con un paio di parole dolci al chiaro di luna e poi se le porta a letto! Bene, con me hai concluso il tuo tour : mi hai baciata, mi hai incantata e mi hai portata a letto. Contenta? Ora puoi ricominciare con qualcun altra! E non posso nemmeno chiudere con te perché sei pure la mia professoressa! Cos'ho fatto di male per meritarmi questo? Cosa?"

"Senti Piper, sei solo un po' agitata..."

"Solo un po' agitata? No, sono allucinata! Che è ben diverso! Ora me ne vado e non provare mai più a parlarmi se non per funzioni, coniche, curve o qualcosa che abbia a che fare con geometria differenziale! Io con te ho chiuso!", volai in camera a prendere i miei vestiti e mi avviai verso la porta. Alex mi seguì.

"Piper aspetta, non ti ho mai mentito. Io credo di essermi innamorata di te", mi disse quando eravamo in prossimità dell'ingresso.

Deja vù. Mi voltai verso di lei e le diedi uno schiaffo. E nemmeno stavolta mi scusai.

Aprii la porta e me ne andai sbattendola dietro di me. Quando fui per le scale mi riaccorsi di essere praticamente nuda. Quindi mi fermai sul pianerottolo e mi infilai i pantaloni.

Quando fui fuori da quel condominio presi il telefono e chiamai.

"Ho bisogno di te", dissi.

Just a girl in a bar || WATTYS2016Where stories live. Discover now