Così cercò una soluzione ma non era facile nasconderlo viste le dimensioni. Decise di appoggiarlo a terra sperando di non rompere i gambi delle rose e nel frattempo cercò anche di far passare il rossore sulle sue guance. Non era abituata a tutti quegli sguardi.

Tra tutti gli studenti notò un ragazzo niente male. Era alto, capelli castani e faccia perfetta. Lui era perfetto.

Kate era attratta da quel ragazzo già da un po' ma si limitava ad osservarlo senza farsi vedere, c'era qualcosa in lui che la costringeva a tenergli gli occhi puntati.

Il ragazzo andò a sedersi dall'altra parte dell'aula assieme ai suoi amici che ridevano e scherzavano tutti insieme.

"Chissà...magari è lui il misterioso sconosciuto" si disse Kate.

Era bello, atletico, aveva un bel sorriso e una risata contagiosa, insomma, il ragazzo ideale che piaceva a Kate. Ma forse si sbagliava, quel ragazzo non la guardava nemmeno, sembrava vivere nel suo mondo e non sembrava interessato a nessuna. E se fosse tutta una messa in scena?

Kate si stava tormentando di domande a cui non poteva avere una risposta, tanto che non sentiva la sua amica che la chiamava in continuazione, finché una mano che si agitava non le si presentò davanti agli occhi facendola tornare alla realtà.

"Kate ci sei? Che ti è preso?" le chiese Bea dopo aver finalmente avuto la sua attenzione.

"Omh nulla. Assolutamente nulla. Sto bene. Dicevi?"

"Ti stavo chiedendo se hai fatto i compiti di biologia" le chiese nuovamente sapendo che ora le avrebbe dato una risposta.

"Oh si certo. Biologia. Ovvio che li ho fatti." sorrise.

"Ok. Sappi che però in mensa voglio una spiegazione per tutto questo." gesticolò con le mani.

"Va bene. Infondo te la meriti." sospirò Kate.

"Già, lo penso anch'io..." la sentì borbottare.

***
"...ed è così che è successo tutto questo. Non te lo volevo dire perché volevo avere un piccolo segreto tutto mio. Non era mia intenzione tenerti all'oscuro." finì di parlare Kate.

Aveva raccontato tutto alla sua amica e ora si stava scusando per averle mentito.

"Ok sei perdonata, ma solo per questa volta." le sorrise tirandole una gomitata scherzosa.

"Sei la migliore" l'abbracciò.

"Mai quanto te" rispose.

"Allora chi pensi che sia?" chiese Bea staccandosi dall'abbraccio.

"Non ne ho idea. Lui è così attento su tutto, agisce in modo da non farsi scoprire, fa tutto nei minimi dettagli e non gli scappa nulla." sospirò lasciandosi cadere sulla sedia.

"Umh che strano...è tutto così misterioso ma allo stesso tempo eccitante" ridacchiò.

"Lo penso anch'io. Beh non mi resta che aspettare, infondo mancano solo ventisei giorni prima di arrivare alla fine del gioco" fece spallucce.

***
Kate era a casa sua in completa solitudine. I suoi genitori erano al lavoro e non sarebbero tornati prima delle 19. Beatrice finita scuola era partita per andare a trovare suo fratello a Miami e sarebbe tornata fra soli tre giorni, e lei era sola e senza nulla da fare. Aveva fatto tutti i compiti e aveva già studiato, così ora si ritrovava senza niente che la potesse intrattenere.

Sbuffò e guardò l'ora. 16:19 Cosa poteva inventarsi per occupare il tempo?

Poi un lampo di genio le passò per la mente. Oggi le spettava ancora una domanda da fare allo sconosciuto Alexander.

Il Gioco Delle 30 Domande |Cameron Dallas| (CAPITOLI IN REVISIONE)Donde viven las historias. Descúbrelo ahora