Chapter 39

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Uscimmo da casa e ci incamminammo verso casa Grier, di fianco alla nostra. Suonammo il campanello e, subito dopo, Skylynn aprì velocemente la porta, cominciando a tirare Megan verso camera sua.
Skylynn e mia sorella si differenziano solo di tre anni, e per questo vanno molto d'accordo.

Apparte Skylinn, Shailene non aveva molte amiche, dato che la consideravano strana. Entrai a conoscenza di questo problema solo quando sentii mia sorella discuterne con nostra madre, quindi mi nascosi per ascoltare. Potrebbe sembrare che non mi sappia fare gli affari miei, ma mia sorella è un affare mio.

Inoltre mi ha sempre sorpreso che i bambini possano nascondere così tanta cattiveria, abbastanza da rifiutare in modo sgarbato di giocare con qualcun'altro.

 Salii al piano superiore e bussai contro il legno della porta di Hayes, sentendo della musica ad alto volume, ma, ricevendo nessuna risposta, bussai nuovamente. Quando ricevetti nuovamente un silenzio totale aprii lentamente la porta

Dopo le mie riflessioni mentali salgo al piano di sopra e busso alla porta della camera di Hayes.

Avrei preferito evitare quella scena: Hayes, vestito con solo dei jeans, cantava davanti lo specchio, sistemandosi i capelli. Appena incrociò il mio sguardo attraverso lo specchio, si girò verso di me e cominciò ad arrossire, mentre io quasi mi affogai con la saliva per le troppe risate.

Non appena finì di prepararsi, uscimmo, poggiammo gli skate sull'asfalto e cominciammo ad andare verso un parco.

Arrivammo dopo poco e, quando lui addocchiò una panchina, il suo sguardo mutò, facendomi aggrottare le sopracciglia. Sentivo una sensazione familiare alla vista di una semplice panchina, e ciò mi fece incuriosire.

<<Hayes>> lo chiamai, ricevendo in risposta un suono gutturale <<Che ha quella panchina di speciale?>> chiesi, guardandolo <<Perché me lo chiedi?>> disse con un luccichio negli occhi <<Prima la stavi guardando e sento una sensazione non nuova>> sistemai i capelli in una coda, togliendo i ciuffi dagli occhi <<Ci siamo sempre seduti in quella panchina sin da quando eravamo piccoli>> tirai un sospiro di frustazione.

Mi alzai dalla panchina in cui eravamo seduti, prendendo la mano di Hayes e dirigendomi verso quella che, apparentemente, era da sempre la nostra panchina, il nostro piccolo spazio.
Ci si saranno sedute altre milioni di persone, ma quella sarebbe per sempre rimasta la nostra panchina, quella in cui siamo cresciuti e quella in cui, possibilmente, abbiamo litigato per poi fare pace.

Andammo nella gelateria poco distante da la' e il gelataio mi rivolse uno sguardo amorevole appena incroció il mio sguardo.

<<Sophie, da quanto tempo!>> disse, gridando.

Non sono sorda, grazie.

<<Già, Kalvin>> dissi, leggendo il nome sul grembiule bianco sporco di gelato <<Non ti ricordavi neanche il mio nome?>> mi chiese ridacchiando <<Non ricordavo neanche il mio nome, se é per questo>> risposi, leggermente nervosa.

Forse risultai essere troppo permalosa, ma quell'uomo era riuscito a farmi innervosire in meno di cinque minuti.

<<Okay, Kalvin. Puoi farci i soliti gelati, per favore?>> chiese gentilmente Hayes, cercando di calmare le acque.

Kalvin annuì dispiaciuto, cominciando a preparare dei coni gelato, mentre io e Hayes andiamo alla cassa per pagare.

Dopo prendemmo i nostri gelati e tornammo al parco per sederci sulla panchina.

<<Kalvin mi sta antipatico. Perchè tutta quella confidenza?>> dissi, cominciando a mangiare il gelato <<É simpatico, invece. Avete solo cominciato con il piede sbagliato>> commentò lui divorando il suo gelato <<Probabile>> dissi, incrociando le gambe e sistemandomi meglio sulla panchina.

Hayes rise e continuò a gustarsi il gelato.
Dopo aver finito tornammo a casa.
Era tardi e l'indomani sarei dovuta andare in ospedale per l'ultimo controllo.

<<Siamo tornati!>> gridò Hayes, chiudendo la porta alle nostre spalle <<Oh, eccovi. É tardi ragazzi, dove siete stati tutto il giorno?>> chiese Elizabeth, con tono di rimprovero <<Al parco, Sophie ha conosciuto Kalvin>> disse divertito.

Ma che simpatico.

<<Sophie!>> urlò Shailene, saltandomi addosso.

La presi in braccio e le lasciai un bacio sulla guancia, mostrandole uno dei miei migliori sorrisi.

<<Bene, noi dovremmo tornare a casa .Grazie della giornata Hayes, mi serviva>> dissi, lasciando un bacio veloce anche ad Hayes e ad Elizabeth <<Grazie anche a te per aver tenuto mia sorella>>

Uscimmo salutando, per poi tornare a casa. In quella breve strada lasciai Shailene sul mio skate, dato che sembrava divertirla tanto, mentre mi raccontava dei giochi fatti con Skylynn.

Tenni la sua mano stretta e la guardai attentamente mentre cercava di stare in equilibrio.

<<Entriamo, su>> dissi, riprendendola in braccio e prendendo anche la tavola.

Entrammo in casa e salimmo al piano di sopra, dirigendoci da due fratelli diversi.

Salutai Shawn con un bacio sulla guancia e guardai per qualche secondo il video su cui era tanto concentrato.

Poi andai da Cameron, chiudendo la porta della stanza di mio fratello.

Sprofondai nel suo letto insieme al maggiore e Shailene, e tutti e tre ci stringemmo in un abbraccio di gruppo.

Mi è sempre piaciuto l'odore di Cameron, perchè trasmette la famosa sensazione di sicurezza che non sono mai riuscita a trovare in un'altra persona, apparte mio fratello.

Gli lasciai un bacio sulla guancia e poi mi diressi verso la mia camera, indossando vestiti comodi.

My best friend's brother||Nash Grier|| In RevisioneUnde poveștirile trăiesc. Descoperă acum