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Shireen

Passeggiava accanto all'amica sotto il tiepido sole primaverile. Un leggero venticello faceva svolazzare i loro capelli portando con sé il profumo di alberi e pollini. Shireen respirò a pieni polmoni. Le era mancato vivere così vicina alla foresta. Aveva speso quasi tutta la sua vita a fuggire dalla sua vera natura ed ora, per ironia della sorte, si ritrovava a salvarsi la pelle proprio grazie a questa.

Il delizioso suono dell'acqua scrosciante la rilassò completamente, distendendo le rughe d'espressione sulla sua fronte spaziosa. I fulvi e fini capelli ondeggiavano sulle sue spalle solleticandole il collo. Aprì i caldi occhi nocciola scrutando meravigliata quella piccola radura. Notò anche la piccola serra lì accanto in cui l'amica coltivava le sue amate rose. Ne aveva quindici, la informò, tutte diverse.

Le aveva fatto lasciare le pesanti valigie nella loro nuova casa e dopo aver lasciato Ivie con la madre di suo marito, l'aveva convinta a fare una piccola passeggiata per poi finire con una tazza di tè. Sapeva perfettamente che lei con 'tazza di tè' intendesse tutt'altro. Non le aveva fatto domande quando l'aveva chiamata chiedendo aiuto, ma il tempo era giunto e non avrebbe più potuto scappare.

≪Vieni, siamo arrivate. Il tempo di accendere il bollitore e poi mi racconterai che ti è successo. ≫ Con apprensione l'aiutò a salire i pochi scalini all'ingresso. L'amica era solo al quinto mese, ma aveva già una pancia piuttosto pronunciata e le scale erano umide. Non se lo sarebbe mai perdonato se fosse scivolata.

Aprì il portoncino il legno laccato grigio, come le tegole del tetto, e rivolgendole un sorriso di gratitudine la invitò ad entrare.

Era una casa con un perfetto mix tra antico e moderno. La classicità del mobilio si abbinava perfettamente alla modernità degli apparecchi elettronici e ne fu piacevolmente colpita. Si guardò intorno sbirciando le stanze adiacenti all'ingresso. Un arco il legno lucido faceva d'entrata al grande salotto. Due poltrone e una piccola zona bambini. Il camino acceso scaldava l'intera casa dalla frescura tipica della primavera scozzese. Il grosso divano in tessuto regnava sovrano sulla stanza rendendo il tutto caldo e accogliente.

Era splendido. Tutto quanto.

Si voltò e seguì silenziosa l'amica. La cucina era spaziosa e rustica, perfettamente in linea con il resto della casa. Si avvicinò all'isola centrale e accettò una delle tante sedie. ≪Voglio ancora ringraziarti. Senza il tuo aiuto non sarei riuscita a mettere al sicuro Ivie. ≫

La bionda le offrì la tazza fumante, le sorrise dolcemente e si scaldò un bicchiere di latte. Era stata la sua migliore amica all'università. Pur avendo un anno di differenza, avevano condiviso lo stesso appartamento per due anni e da allora si erano tenute in contatto principalmente via Skype e cellulare. Le aveva raccontato di essersi trasferita in quel piccolo paesino dopo un brutto incidente. Lo descriveva molto tranquillo e piacevole. Gli abitanti erano molto uniti e quando Shireen le aveva chiesto aiuto, non si era tirata indietro assicurandole che lì sarebbero state al sicuro.

≪Non ringraziarmi, avresti fatto la stessa cosa. Vediamo i lati positivi: finalmente possiamo vederci quando vogliamo! ≫ Era tutto così semplice con lei, come se fosse passato solo un minuto e non otto anni dall'ultima volta che si erano viste di persona. ≪Raccontami di te! Che cos'hai fatto in tutti questi anni? ≫

Shireen sollevò le spalle prendendo tra le mani la tazza bollente e soffiò sul tè.

≪Mi conosci. Sono stata un po' qui, un po' lì. Ho vissuto per un paio di anni a Glasgow, poi a Londra, Dublino ed infine mi sono fermata a Portree nell'isola di Skye. ≫ L'amica le sorrise, gli occhi luminosi di meraviglia.

HuldraWhere stories live. Discover now