1 - La prima ragazza

1.4K 59 5
                                    

Mi chiamo Rachel. Il nome è l'unica cosa che ci lasciano. È da quasi un mese che mi trovo in questa specie di Radura.

Ricordo perfettamente il primo giorno in cui sono arrivata: mi trovavo dentro una sorta di ascensore che puzzava di muffa e umido, non riuscivo a smettere di tremare di freddo e allo stesso tempo di paura; dopo pochi minuti si è arrestato di colpo, facendomi quasi balzare il cuore fuori dal petto, e una porta scorrevole si è aperta proprio al di sopra della mia testa; la luce inizialmente mi ha ferito gli occhi, essendomi abituata in quei minuti all'oscurità di quella cella, poi peròmi sono fatta forza e sono uscita per mettere a fuoco il luogo in cui mi trovavo; era un enorme distesa di verde, circondata da delle mura altrettanto abnormi. Non ho mai capito di cosa si trattasse. All'inizio sono andata nel panico: ero sola e non ricordavo assolutamente nulla. Fortunatamente però sono riuscita a sopravvivere fino a ora: insieme a me c'erano delle provviste sufficienti per un anno intero e vicino al muro ovest, ricopriva un buona parte di terreno una foresta, nella quale ho potuto ricavare alcune bacche ed ho potuto bere da un piccolo e solitario ruscello, che sembrava non esaurire mai la sua acqua. Insomma tutto in questo posto era insolito ed allo stesso tempo inquietante.

Ma il vero problema sono i versi. La notte, tutte le notti, li sento, e ancora non mi danno tregua. Provengono da quelle mura, da ciò che c'è oltre esse, ne sono sicura. Ma, grazie al cielo, non mi è mai capitato di vedere la loro fonte.

Mi dirigo verso la piccola capanna che ho costruito con della legna e delle coperte che si trovavano insieme alle provviste, tuttavia, proprio mentre sto per addentare una mela, un suono acuto squarcia l'aria. Non ha niente a che vedere con i rumori sovraumani di cui parlavo prima, ma mi rendo conto di averlo già sentito: l'ascensore. Esco dalla tenda e caracollo verso la scatola di metallo. È passato precisamente un mese da quando si è spalancata l'ultima volta, trasportandomi in questo mondo.
Le porte si aprono. Io mi avvicino pronta a saltare su qualsiasi cosa si tratti e affrontarla.
Quando l'apertura è abbastanza larga mi tuffo dentro e atterro sulla griglia metallica che traballa e scricchiola, piegando le gambe per attutire il colpo.

Quando rivolgo lo sguardo al corpo accartocciato sotto di me, non credo ai miei occhi: è un ragazzo.

Maze Runner: La Prima RagazzaWhere stories live. Discover now