32 - Nuovo Obiettivo

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- È ora.

Quella voce mi sveglia. Non credevo di essermi finalmente addormentata. Il fatto che aprendo gli occhi fosse calato il buio della notte, mi disorienta. La voce appartiene ad uno dei due ragazzi nuovi, Gally. Ha un tono serio e astioso, mi suscita antipatia a prima vista.

Mi strofino gli occhi, sforzandomi di mettere a fuoco la vista in quell'oscurità. Dallo spiraglio creato dalla zip aperta della tenda che aveva aperto Gally, intravedo le fiamme di un focolare e delle ombre sedute attorno.

Gally si muove verso il focolare ed io mi alzo, senza preoccuparmi di sistemarmi i vestiti stropicciati o i capelli scompigliati e mi reco fuori.

Tutti sono seduti attorno ad un fuoco appiccato da semplici ceppi di legno, che mi chiedo dove abbiano preso. Non vi sono panche o roba del genere, quindi i ragazzi sono semplicemente appoggiati a terra, con le gambe incrociate. Accanto a Thomas c'è uno spazio vuoto, così mi siedo lì. Io e lui ci scambiamo un'occhiata.

Stai bene? Mi chiede nella mente.

Sì. Rispondo io. Sono riuscita a riposare un po'.

Anche io. Risponde lui.

A quel punto, la voce di Newt ci riporta sulla terra ferma. - Allora, Thomas e Rachel. - comincia. - Iniziamo con le presentazioni ufficiali. Io sono Newt, come sapete, e questi sono Sonya, Alby e Gally. - mi chiedo se quell'ordine sia stato scelto per un motivo o se si tratti di coincidenza.

I tre ci rivolgono un'occhiata in cenno di saluto e noi ricambiamo. L'intera situazione è quasi imbarazzante.

- Per specificare meglio ciò che vi ho accennato stamattina. Noi ci siamo ritrovati qui e non sapevamo nulla del passato. Siamo entrati a far parte di Braccio Destro, così che potessimo riuscire a sopravvivere solo restando in una sorta di "branco". Tutto ciò che ci hanno rivelato, è che sono contro chi ci ha messo qui e che, insieme, saremo riusciti ad usurparli del loro potere di comandarci. Non hanno voluto dirci nient'altro. - fino a questo momento, il racconto è più o meno lo stesso che ci ha fatto stamattina, se non per qualche spiegazione in più. - Un giorno, però, siamo stati bombardati in massa da quegli aerei provenienti da chissà dove. - fece una pausa. - Siamo stati decimati, i leader sono morti sul colpo e noi siamo passati da centinaia a poche decine. - finisce, in tono mesto.

Non doveva essere stato facile. Ed è così strano pensare che per lui era passato così tanto tempo, che lui aveva vissuto tutto ciò. Mi sento dispiaciuta. Come se stessi appena conoscendo una persona che racconta di aver perso la sua famiglia. Famiglia. Quanto avrei voluto che lui mi considerasse come la sua famiglia e che tutto tornasse come era prima.

Newt continuò il suo discorso: - Da quel momento in poi, mi sono stabilito al comando, sotto votazione, e tutti hanno accettato. Così, abbiamo vissuto secondo queste tre regole di cui vi parlavo. Tuttavia, col passare del tempo, di giorno in giorno, siamo stati attaccati dagli Spaccati, che ci hanno ulteriormente decimati. Alcuni hanno voluto andarsene per tentare la sorte altrove, ed altri sono stati esiliati per essere contravvenuti alle regole imposte. - adesso il suo tono è calmo e piatto, come se fosse tornato il tiranno imperturbabile di quella mattina. - Questo è tutto. - dice, a completamento del discorso. - Adesso vogliamo sapere tutto su di voi e ciò di cui avete memoria.

Dovranno ascoltarci per molto tempo allora. Scherza Thomas, usando la telepatia.

Fa parlare me e tu puoi aggiungere qualcosa se la ometto. Lo avverto allora, prima di iniziare a parlare con tutti gli altri.

Esordisco subito, senza timore. - Noi abbiamo più memoria di voi. Perché prima di qui ci trovavamo in un altro posto, pazzo e pieno di mostri come questo. Un labirinto, o meglio, la Prima Fase.

Gli occhi sono tutti puntati su di me, alcuni curiosi, altri increduli. Persino Newt non distoglie lo sguardo da me nemmeno per un secondo, facendomi sentire a disagio. Mi faccio forza e continuo.

Racconto loro di tutto dal principio. Di come io mi sia svegliata in una vasta radura all'interno di un enorme Labirinto, ero la prima e dopo un mese Newt era arrivato. In seguito, avevano fatto capolino anche Thomas, Minho, Teresa, Harriet, Aris e Sonya.

In quel momento, Sonya mi guarda confusa, come se stessi mentendo, visto che non le ero per niente familiare.

Continuo il racconto. Spiegando come, giorno dopo giorno, abbiamo trovato un modo per uscire dal labirinto. Dei Dolenti. Di come Aris e Harriet non ce l'abbiano fatta, di come ci siamo ritrovati alla C.A.T.T.I.V.O. che ci ha detto di procedere alla Fase 2. Ha prelevato Newt e gli altri, lo stesso giorno, io e Thomas abbiamo deciso di avventurarci nella zona bruciata, per salvarli.

Non ometto neppure il fatto dei miei ricordi e che credo che Ava Page, la fondatrice dell'organizzazione responsabile di tutto ciò, LA C.A.T.T.I.V.O., sia mia madre. Loro ci usano, studiano i mostri cervelli, le nostre risposte agli stimoli della paura, all'impulso a trovare una soluzione. Tutto ciò, per trovare una cura a questo virus, quello che fa diventare le persone normali Spaccati, l'Eruzione.

Il discorso era lungo e meticoloso, ma perlomeno, ci è servito ad ammazzare un po' il tempo. Thomas si era interpellato ogni tanto per aggiungere qualcosa, o per raccontare un avvenimento. Le uniche cose che abbiamo omesso sono state la nostra telepatia e la mia relazione con Newt, che sarebbe stata troppo imbarazzante da rivelare di fronte a tutti. Tuttavia, avrei trovato il momento di raccontagliela a Newt, prima o poi.

Tutti erano rimasti ad ascoltare, silenziosi, tesi come dei bambini che vogliono sapere il finale di una storia.

- Caspio. - commenta Newt alla fine. - Potreste scrivere un libro riguardo tutto ciò. - sebbene dovesse sembrare una battuta, la sua voce è comunque atona.

Sonya sembra rattristita, probabilmente per il fatto che ha appena scoperto che gli amici più stretti che aveva nel labirinto, Aris e Harriet, erano sicuramente entrambi morti. Mi sembra strano che possa soffrire per qualcuno che in realtà non conosce e non ricorda. Però allo stesso tempo, svela l'umanità di questi ragazzi.

Newt ha l'aria di qualcuno che non è soddisfatto. Assottiglia le labbra premendole tra di loro, come fa quando è pensieroso e si passa una mano tra i capelli biondi. - Molto bene. - conviene, e si alza in piedi. - Adesso sappiamo che questo loro di cui ci parlava il Braccio Destro ha un nome e sappiamo anche il perché della nostra situazione. Non riesco a credere che tutto questo sia un caspio di Test. - analizza la situazione, senza perdere la calma.

Tutti annuiscono, gli sguardi assenti, allibiti, disorientati.

Newt si schiarisce la voce e fa quello che sembra il suo ultimo discorso di quella sera. - Posso comunicare allora che, grazie a voi, da oggi in poi il nostro piano non è soltanto sopravvivere, ma è soprattutto trovare la base della C.A.T.T.I.V.O. e fermarli una volta per tutte.

Maze Runner: La Prima RagazzaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora