Chapter 2. Un bacio inaspettato

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I giorni passavano ed io avevo dimenticato quella sera. Erano arrivati altri esami, altre sambuche, altri bicchieri rotti e la depressione di Agosto se n'era andata con l'inizio di Settembre. Avevo ricominciato a vedere i miei compagni di corso, i miei amici, le mie amiche, era in un certo senso ricominciata la mia vita. La sessione d'esami non era ancora finita, mancavano un paio di settimane all'inizio delle lezioni. Ma si può dire che stavo davvero bene. Fu una sera di quella settimana di inizio settembre che tornai al bar da Pitt per bere qualcosa insieme alle persone che in un certo senso erano diventate la mia famiglia : Merida, Nicky, Gloria, Elizabeth, David, Matt, Mark e Jack. Loro erano, da due anni a quella parte, le mie sorelle e i miei fratelli. Con loro potevo parlare di qualsiasi cosa : dalla matematica alla filosofia, dalla musica all'arte, dalle vignette buffe che trovavamo su internet ai libri che leggevamo. Non c'era mai un momento di silenzio durante i nostri pranzi alla mensa o alle nostre cene. Ma tra tutti, la mia "sorella d'anima" era Merida. Lei sapeva praticamente tutto di me, a lei raccontavo qualsiasi cosa: dalle cose belle alle cose brutte, dai miei momenti no alle cazzate, e soprattutto di queste ultime. Merida mi diceva sempre "Piper, mi raccomando, non commettere cazzate quando io non sono in un posto raggiungibile per venire da te e spaccarti quella testa del cazzo". L'adoravo. Davvero. Anche se tra di noi ci sono stati del momenti di silenzio, momenti in cui non ci siamo sentite per niente, nonostante questo, quando ci ritrovavamo sembrava che il tempo non fosse passato, anzi, pensavamo che fossero passati solo pochi istanti dal nostro ultimo incontro. Merida, Elizabeth e David erano gli unici del gruppo a fare Fisica ed erano sempre nel mirino delle nostre battutacce. Ognuno in questa "famiglia" era particolare : Merida era la persona più concreta del gruppo e ti diceva le cose in faccia senza giri di parole; Elizabeth era un tipo solitario, ma sapeva divertirsi insieme a noi; Nicky era un tipo scorbutico ma socievole; Gloria era la più riflessiva e dolce di tutti; David era lo scienziato più letterato che avessi mai conosciuto; Matt era silenzioso ed un eterno indeciso; Mark era un ottimo Matematico ed un amante delle lingue; Jack, un amante della musica e, come me, un eterno malinconico. E poi c'ero io. Troppo complessa da descrivere, per ora, a parole.

Quella sera era il compleanno di Merida e stavamo festeggiando tutti insieme. Mi assentai un attimo ed uscii dal locale per chiamare mia madre e darle la buonanotte.

"Ciao mamma... Sì, va tutto bene... Siamo ancora fuori... Sì... Si, va bene, non faremo tardi... Ciao mamma, buonanotte...", riattaccai.

"Buonasera", sentii dietro di me. Mi voltai.

"Ciao", dissi. Era Alex.

"Vedo che ci ritroviamo spesso qui".

"Già...cena tra amici?"

"Diciamo più una cena di lavoro"

"Ah sì, che lavoro fai?"

Le squillò il cellulare. "Scusami, devo rispondere".

"Fai pure, io rietro. Ciao Alex", e ritornai a sedermi tra Merida e Jack.

"Come sta Carol?" mi chiese Merida.

"Ah mia madre sta benissimo.. si preoccupa come al solito..."

"Non sarebbe lei se non lo facesse!".

E ritornammo a scherzare e a bere. Fu così che le nostre risate aumentarono, tirandoci fuori aneddoti e storielle di bassissima qualità, ma che a quell'ora della notte e con così tanto alcol, potevamo classificarle come alta letteratura.

Nel bar eravamo rimasti noi e pochissime altre persone. Erano quasi le due e decidemmo di andarcene.

"Scusate, devo andare un attimo in bagno", dissi lasciando la borsa ed il resto delle mie cose a Merida.

Mi stavo lavando le mani, pronta per andarmene quando sentii la porta dietro di me aprirsi.

Alzai gli occhi verso lo specchio e dentro vi si rifletteva la persona che era appena entrata.

Mi voltai per parlarle ma non feci in tempo ad aprir bocca perché un bacio me la richiuse subito. Un bacio casto, leggero, dolce. Non riuscivo a muovermi. Stavo lì, contro quel lavandino. Due mani che mi tenevano il viso e due labbra che si premevano sulle mie. Quanto tempo passò prima che si staccassero? Penso pochi secondi. Quando le sue labbra si staccarono dalle mie, non riuscii a parlare. Non stavo capendo assolutamente nulla. La guardai, come per chiedere qualcosa, ma non sapevo nemmeno cosa. Il viso che avevo davanti mi sorrise, mi accarezzò : "Spero di vederti presto, Piper Chapman" disse, dopodiché mi lasciò, non dandomi altro da vedere se non dei lunghi capelli neri che se andavano.

Uscii dal bagno e raggiunsi gli altri che mi aspettavano fuori.

"Piper ma dov'eri finita? Ci hai messo una vita!" mi disse Elizabeth.

"Eh scusate, problemi logistici.."

"Ma stai bene? E' successo qualcosa?", mi chiese Merida.

"No, niente", risposi con un sorriso.

Ma non potevo fare a meno di pensare a quello che era successo in bagno.

Così, pensai, per la seconda volta, Alex Vause mi aveva lasciato chiudendosi una porta dietro di sé.

Just a girl in a bar || WATTYS2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora