Capitolo XLII

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Tossisco. L'aria entra nella mia bocca ed è come se si arpionasse alla gola, graffiandola e squarciandola. Porto una mano davanti alle labbra e, una volta ritratta, osservo come le mie dita siano avvolte da una sostanza scura, viscosa e ripugnante.

I miei piedi affondano sempre di più nel terreno. Gli occhi si abituano alla carenza di luce e riescono a distinguere le fattezze della palude in cui mi ritrovo. Il fango mi trascina verso il basso, lentamente. Ogni centimetro del mio corpo che viene risucchiato grida di essere liberato. Sento le mie guance bagnarsi, le lacrime scorrono copiose, corrodendo la mia pelle.

"Sei impotente piccola Shy, chi non sa è sempre impotente." La voce, questa volta, non è affibbiata a nessuna creatura, bensì aleggia nell'aria. "Questo posto è diverso da Chicago, non è vero? Lì sei costantemente impantanato in code chilometriche, qui sei letteralmente impantanato."

D'un tratto gli occhi cominciano a bruciare, sono costretta a chiuderli ed a mordermi le labbra, per evitare di gridare. Questo dolore l'ho già provato, meno accentuato, ma era lo stesso. Le mie iridi stanno cambiando colore, ne sono più che sicura.

"Ma anche se tu sapessi, non saresti all'altezza della situazione, Shy." La sostanza viscosa attaccata alle mie mani risale lungo il braccio. Tento di fermarla con il pensiero, ma il dolore è troppo forte ed io ne sono sopraffatta. La sento aggrapparsi al mio collo ed avvicinarsi alle tempie.

Il fango produce uno strano rumore ed il mio corpo viene coperto fino alle spalle. I capelli sono incollati alla mia schiena e sono incrostati di terra. Apro la bocca per urlare, ma la richiudo velocemente, quando mi rendo conto che quella sudicia sostanza è vicina alle mie vie respiratorie. Istintivamente cerco di sollevare le braccia per scacciarla via, ma queste sono avvolte dal fango.

"La verità ti pone sempre davanti a una scelta."

Giro di scatto la testa e serro le labbra fino a farle combaciare perfettamente. Identifico la sostanza che sta cercando di arrivare alla mia testa come un prodotto delle ombre e capisco che devo prendere una decisione.

Morirò, questo è certo.

Però posso scegliere: accelero la fatale immersione nel fango o permetto che questa materia semi fluida si impossessi di me, lasciandomi in sua balìa. La prima opzione è la più dolorosa, ma so cosa succederà: il fango mi sommergerà completamente, soffocandomi. La seconda è la più facile da intraprendere, ma non so a quali conseguenze porterà.

Tutto intorno a me continua a muoversi ed io devo decidere. Se solo avessi un dominio più forte dei miei poteri...

Dopo essere arrivata ad una conclusione, annuisco tra me e me. Stringo forte gli occhi e smetto di respirare. I battiti del mio cuore scandiscono i miei ultimi secondi di vita. Mando al diavolo quella putrida sostanza ed abbasso il capo.

Mentre sto per immergere la testa, però, avverto delle voci ed il terreno sotto di me dissolversi.

Il mio cuore batte all'impazzata ed ho l'impellente bisogno di respirare. Sento la fronte madida di sudore.

"Che stai facendo?" Il tono è irritato, ma anche venato da una nota di stanchezza. Dove mi trovo? Chi sta parlando?

"Vado in camera, ho sonno." Non riesco ad aprire gli occhi ed il tatto si sta risvegliando.

"Ah sì? E la sfigata la porti in braccio per hobby?" Prendo un grossa boccata d'aria e ringrazio il cielo che il dolore sia totalmente sparito. Muovo la testa e la mia fronte va a sbattere contro qualcosa di duro.

"Certo, non lo sapevi? C'è chi gioca a scacchi da solo, chi parla con la propria immagine riflessa nello specchio e, poi, ci sono io che porto in giro ragazze addormentate solo per il gusto di farlo." Il mio pseudo cuscino diventa improvvisamente freddo. Riacquisto la capacità di muovere le dita delle mani. Sento le mie labbra incurvarsi in un sorriso.

The Mirror of the SoulDove le storie prendono vita. Scoprilo ora