11 - I am Reborn

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«Bene, che piercing vuole che ci metta?» Chiedere il piercer, mostrandomi tutti i gioielli. Sarei tentata a prendere quello più semplice da pulire, ma non credo che i ragazzi sarebbero contenti di me con dei brillantini.

«Posso scegliere le anelle?»

«Sarà più difficile pulire la ferita, ma si può fare.» Quindi gli indico un'anella chiusa per il labbro e una aperta per il naso.

Uscita dal negozio, alleggerita nello spirito e nel portafoglio, cammino con Josh fino alla sua macchina.

«Quindi? Come ti senti?» Mi chiede, appoggiando l'indice sotto al mio mento e controllando le ferite.

«Fanno male, non so quanto riesco a reggere stasera. Farò del mio meglio, ma preferisco farli stare calmi così domani al concerto sarà più facile.»

«Secondo me dovresti lasciare perdere finché non si sgonfia tutto.» Non è convinto, la sua mano torna sul volante mentre accende la macchina e si immette nel traffico.

«Boh, io provo, poi se non riesco, lascio stare. Va bene?» Mi giro a guardarlo, mi fa ridere: da quando è qua è riuscito a comprare solo questo macinino che per lui è microscopico. Guida tutto accovacciato e sbatte ripetutamente la testa contro il tettuccio ogni volta che frena più forte del dovuto. Cosa molto comune, visto che a Malta non guidano molto bene.

«Comunque com'è andata a lavoro?» Gli chiedo per cambiare discorso. Intanto accendo la radio e abbasso il volume, così c'è della musica ma non disturba nessuno.

«Solito, ma si deve fare. Tu?» Lui lavora come traduttore in un casinò, la sua fortuna è quella di lavorare dietro un computer, così nessuno lo vede e può vestirsi come vuole.

«Tutto bene, solo c'era tanta gente e non sono stata ferma neanche un minuto.»

Josh accosta, siamo arrivati, io scendo e suono al citofono intanto che lui cerca parcheggio. Mi risponde Rick e mi apre la porta. Salgo e entro in casa dei fratelli.

«Ciao! Dove siete?» Urlo appena arrivata in casa, ma nessuno risponde. Mi avvio al balcone e sono tutti fuori a fumare una sigaretta. Apro la porta finestra e esco all'esterno.

«Nooo, ottima scelta! Così sei perfetta, manca solo un po' di trucco nero...» Rick mi accoglie con queste parole e offrendomi una sigaretta, che accetto volentieri. Tutto sommato non mi fanno tanto male i piercing, forse riesco a finire la serata.

«Sono prove, Rick. Se anche non sono truccata non è una tragedia. Domani giuro che mi concio per le feste, va bene?» Gli faccio la linguaccia mentre gli mostro il dito medio.

«Beh, non sarebbe male anche uno sulla lingua, Josh dovrebbe sicuramente apprezzare.» E mi fa l'occhiolino. Dio solo sa cosa si dicono i fratelli, ma sono sicura che Josh abbia esagerato su qualcosa. Nessuno mi interrompe mentre gli tiro una pacca sulla spalla, neanche tanto piano.

«No, sulla lingua no.» E vengo scossa dai brividi, non riuscirò mai a farmelo fare.

«Cosa apprezzerei io sulla lingua?» Era arrivato Josh e nemmeno me ne ero resa conto. Squadro Rick con una sguardo di sfida, sono curiosa di cosa è in grado di inventarsi.

«Un piercing, soprattutto se ce l'ha Maeve.» Questa volta è il fratello che gli assesta una pacca, ma questa è nello stomaco.

«Cristo, due ragazzini.» Mi giro a guardare la città dal balcone, la vista è monotona, ma rassicurante. «Quindi solo prove acustiche stasera?»

«Si, domani pomeriggio ci incontriamo nel garage e facciamo le prove solite. Ah, ho una sorpresa per tutti: domani in ghingheri, facciamo un video durante il concerto!» Sbianco, passerò tre quarti del pomeriggio a mettere a punto il trucco, poi le prove e poi il concerto. Non male.

«Se posso, dove finisce quel video?» Chiedo, riprendendomi dalla vista della città.

«Su Youtube e poi, a sorpresa, c'è un concorso che permettere di vincere un viaggio a Los Angeles per un mega concerto, ci saranno anche gli Iron Maiden, gli Slipknot e tanti altri.»

«No, ok, domani vediamo di distruggerli tutti!» America, forse arrivo!


A Rose for You || Andy BiersackDove le storie prendono vita. Scoprilo ora