A Rose for You || Andy Biersack

3 - I am Broken

                 

                 

Mi guardo intorno, dopo svariati minuti trovo i miei amici: erano in un tavolo nascosto, che si fa anche fatica a raggiungere. Neanche il tempo di sorridere, che Magda si avvicina e mi porta al tavolo. Lei è quella che potrei definire la mia migliore amica, in uno strano modo.

«Ohhh, era ora. Ma dove diamine vi eravate cacciati? Alan? Dai siediti, forza. Come va? Fatto fatica a trovare parcheggio? Hai cambiato rossetto?» Ecco, lei è Lena: esuberante e con tantissime domande.

«C'era traffico. Alan è fuori a parlare con Dana.» Intanto mi siedo, seguendo il discorso di Lena  «Va come solito, tutto bene, dai. Voi? No, nessuna fatica a trovare parcheggio. E no, non ho cambiato rossetto. Ciao anche a te Lena.» Finito di parlare, riprendo fiato platealmente. Lena mi fa la linguaccia e mima con la bocca "Esagerata".

  «No, cara, io non esagero. Sono appena arrivata e mi avrai sparato almeno 4 domande. Ne hai altre?» la stuzzico, ma so che sto giocando con il fuoco, pregando che non inizi con altre.

«Si, giusto una. Perché non sei con Alan?» Ahia, l'ho fatta arrabbiare. Abbasso lo sguardo sul tavolo, cercando di ricompormi dopo quel colpo basso. Poi rialzo lo sguardo e mi rendo conto che non so cosa rispondere.

«Ma faccio quel cazzo che mi pare, non credi? E lui fa lo stesso.» Mi alzo stizzita e esco fuori.

Alan non c'è più, sarà entrato e non ci siamo visti. Mi appoggio al muro e tiro fuori una sigaretta, la accendo e spengo la testa. Nessuno mi ha seguita perché sanno che è meglio lasciarmi stare, finché non mi calmo. Io sono così: mi accendo come un fiammifero, ma mi spengo come una brace. Pochi vogliono avere a che fare con me, quando sono arrabbiata.

Faccio un tiro e poi espiro, mi incanto a guardare i ghirigori del fumo nel nero della notte. Non so quanto tempo passa, ma dopo un po' mi sento osservata. Mi volto e c'è un ragazzo che non ho mai visto. E' di una bellezza sconvolgente, alto, magro, moro, con due occhi del colore del ghiaccio più puro, un piercing al naso e uno al labbro. Quando si rende conto che mi sono girata verso di lui, sogghigna. Ammetto di sentirmi in soggezione.

«Dall'effetto che fa, quella non è solo una sigaretta...» mi dice, continuando a sogghignare, intanto si avvicina. Non parla molto bene, ha uno strano accento, dubito che sia italiano.

«Eh?» Ok, lo ammetto, mi ero persa a squadrarlo per bene. Insomma, sarà la prima e l'ultima volta che uno così mi rivolge la parola, almeno cerco di imprimerlo bene in testa, no?

«E' una canna?» Il ghigno è sempre di grande, ormai è vicino a me. Alzo gli occhi e faccio l'errore di incontrare i suoi. Ghiaccio. Sento una morsa nello stomaco e mi affretto a distogliere lo sguardo.

«No, non sei fortunato. Se vuoi una canna, hai chiesto alla persona sbagliata.» Replico, cercando di ridarmi un tono. Tiro su la testa, come se mi sentissi superiore a tutto.

«Oh, sorry. Avevo frainteso. Vabbè, ci si vede.» Ah, ecco, è inglese! E, come avevo immaginato, non era interessato a me, ma alla canna che credeva io avessi.

Subito dopo vedo che alza lo sguardo in fretta e guarda dietro di me. Fa una smorfia di rabbia e mormora qualcosa sottovoce.

«Che c'è?» Gli chiedo, sono curiosa: è stata una reazione piuttosto forte e ingiustificata, era immobile guardando con intensità un punto fuori dalla mia portata.

«Vedi laggiù? La tipa, la cameriera, ci provavo da giorni e ora scopro che sta con un altro!»

Appena sento quelle parole, alzo la testa di scatto e guardo nella direzione che mi ha indicato.

Sono Alan e Dana.

Non so quanto tempo passa, so solo che sono lì ferma immobile che li guardo baciarsi.

«Si, li vedo» Si volta verso di me «Lui è il mio ragazzo. Scusa, lui era il mio ragazzo. No, scusa ancora. Lui tra poco diventerà una ragazza.» Il ragazzo sgrana gli occhi e si allontana di un passo da me.

Non ricordo che ho fatto di preciso. So solo che ero davanti ad Alan e Dana. E quasi non respiravo più dalla rabbia.