5 - I am Alone

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Un passo dopo l'altro, mi allontano da tutto. Cammino a lungo, ogni tanto alzo lo sguardo sulle luminarie di natale che colorano il mondo sopra la mia testa. Una lacrima mi scivola sul viso, non la raccolgo neanche, sarà solo la prima di una lunga serie. Tra meno di un mese sarà Natale, da tutti definito come la festa più bella dell'anno, la più felice. Ammetto di aver paura di rimanere sola, ma ormai credo di doverci convivere. Ho perso quello che fino ad ora era il mio mondo e starà a me crearne un altro, da sola. Ho brividi, ho lasciato tutto al pub, non ho preso niente con me. Ma non voglio tornare indietro, voglio stare lontana da tutto, voglio stare da sola. Ne avrò di tempo per stare da sola, adesso ne ho tanto. Ho perso tutto, gli amici (che erano più amici di Alan che miei), Alan, la dignità..

Cammino a zonzo, cercando una via secondaria, dove abbandonarmi a me stessa. Finalmente la trovo, mi siedo e mi perdo nelle lacrime. Cerco di non abbandonarmi ai ricordi felici, ma mi distraggono facilmente.

Alan era partito per la Sardegna, andava lì con tutta la famiglia. Prima di partire mi aveva detto che mi amava e che avrebbe accettato di essere mio amico, se io non lo vedevo in quel modo. Gli avevo risposto che ci avrei pensato, a malincuore non avevo una risposta. Era tutto così strano, lui aveva due anni in meno di me e, nonostante tutto, era più maturo di tutti i miei coetanei. Furono le due settimane più lunghe della mia vita, ormai avevo deciso: senza di lui non ci potevo stare. Al suo ritorno di demmo appuntamento in centro, quel giorno era difficilissimo reprimere il sorriso, che aumentava ogni minuto. Poi lo vidi e iniziai a correre, gli saltai addosso e lui mi abbracciò. Sentire il suo profumo, di nuovo, non avevo il coraggio di guardarlo in faccia, quindi glielo sussurrai all'orecchio "Ti amo". Sentii i brividi che lo percorsero, sciolsi l'abbraccio per guardarlo in faccia e stava piangendo. Non mi guardava, gli asciugai le lacrime e lo baciai. Era il mio primo ragazzo, a 17 anni e insieme affrontammo entrambi le nostre prime volte.

Sono stata felice, anche se per poco. Non so se ne sia valsa la pena, l'ho amato e lo amo ancora, ma così poca felicità in rapporto a quanto soffro adesso. E so che è solo l'inizio, domani peggiorerà e così anche dopodomani. Finché non avrò la forza di rialzarmi in piedi da sola e riaprire i rapporti con il mondo intero.

Non posso nemmeno tornare a casa, mi ha portato Alan, ci metterei più di due ore a piedi. Ogni tanto mi guardo intorno, non vorrei che mi vedesse qualcuno in queste condizioni. E così era.

Lo vedo, c'è qualcuno laggiù che mi sta fissando, sembra avere tanta roba addosso. Spaventata, mi alzo in piedi e me ne vado. Ormai c'è freddissimo, si vedono i vetri delle macchine parcheggiate con il parabrezza ghiacciato e io sono in canottiera e jeans. Sono sicura che domani non starò bene, se devo passare fuori tutta la notte senza neanche il giubbotto. Allungo il passo, magari andando più veloce mi passa un po' e poi la sagoma dietro mi sta seguendo, non ho voglia di problemi. Cerco di rimettermi sulla strada principale, dove dovrebbe esserci più gente e, per fortuna, è così.

«Non è un po' freddo per girare così?» Guardo nella direzione della voce ed è di nuovo lui, il ragazzo dagli occhi di ghiaccio. Sbianco, non riesco a guardarlo in faccia. Ha la mia roba, quando vede la sto guardando, me la porge.

«Non era preventivato.» Anche se sapevo che sarebbe successo a breve. Non lo nascondo: lo immaginavo, ma per queste cose non si è mai pronti. Ho cercato in tutti i modi di fare tornare tutto a posto, di migliorare, di piacergli come i primi mesi, ma tutto è stato inutile. «Grazie mille per aver preso la mia roba.» Guardo per terra, odio che si veda che ho pianto. Lo sento che si avvicina ulteriormente, mi tocca il braccio e la mia unica reazione possibile è alzare gli occhi. E di nuovo incontro il ghiaccio.




A Rose for You || Andy BiersackDove le storie prendono vita. Scoprilo ora