Capitolo 27

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[Pov's Josh]

Perché la mia indole di playboy si era dileguata dal mio affascinante corpo per fare posto alla gelosia?

Non riuscivo ancora a farmene una ragione, qualcosa che potesse spiegare razionalmente quel mio cambio di atteggiamento. Tony non era solo stato il mio amico alle superiori ma un grande stronzo.

La sua faccia da finto innocente detronizzato era sempre stato un punto a suo vantaggio a discapito delle sue vittime di letto. Quel fesso non badava a spese nelle questioni di 'passare lietemente il tempo con le ragazze' che si impegnava a catturare con quelle odiose striature di ghiaccio. Forse era paura, o semplicemente una questione vitale, evitare che Tania cadesse nella ragnatela. Che fosse uccisa con la stessa tattica, con quella stessa arma che negli anni non era mai cambiata, che quello stronzo in qualche modo le facesse del male, che prima le regalava il piacere massimo e poi la lasciasse svuotata della sua autostima, della sua dignità, come un piccolo e insignificante oggetto che veniva svenduto, privato del diritto di reclamare, né usciva sconfitto in quel disgustoso giro fatto di inutili movimenti atti a provocare estasi temporanea, in cui era completamente assente il desiderio, l'attrazione, il reciproco affetto che tutti chiamano amore.

Ma tanto? Cosa avrei potuto ottenere da una che i consigli di un'idiota preferiva ignorarli.

Sicuramente ne avrebbe potuto fare ciò che voleva con quel suo corpo sinuoso e proporzionato, vendersi come un comune attrezzo dei mercatini, non importava, ognuno era padrone della propria vita, anche della sua distruzione in certi casi. Tanto lei aveva abboccato come una preda facile, era forse troppo tardi metterla in guardia, e ero certo, che mi avrebbe accusato con questo gesto di tenere a lei per qualche strano motivo.
Ma assolutamente no!
Non dire bugie, Josh Watson.
Non ho mai mentito.
Quella ragazza era molto bella, e avrebbe potuto piacere a qualsiasi ragazzo avesse avuto gli occhi per vederla.
Era una bambolina, i suoi capelli sprigionavano una forte essenza di fragola, erano di un rosso fuoco che si intensificava alla luce del sole, lunghi, ricadenti sulle spalle in onde. Aveva un petto ben visibile, purtroppo nascosto dalla maglia accollata, ma doveva aver fatto impazzire molti testosteroni idioti in Italia e una strage avrebbe fatto anche negli Stati Uniti.
Quei stupendi rigonfiamenti erano naturali, e al solo pensiero, mi facevano ebetizzare in un bagno di sudore. Per non parlare delle chilometriche cosce, delle spalle minute e dei suoi bellissimi e ipnotici occhi azzurri come il mare.

Lei era perfetta.
La mente mi proponeva scioccanti immagini di Tony che la obbligava a dargli ciò che voleva senza proteste e la voglia di dargli un pugno iniziò a farmi formicolare la mano.
Lei era così innocente.
Tony non poteva, anzi non doveva, trattarla come una delle sue compagne di una notte e via.
Non lo avrei mai permesso. Era in gioco la dignità della migliore amica della mia scema compagna di casini, sapevo benissimo che lei non mi avrebbe permesso di intromettermi, ma era assodato che una giovane ragazza inesperta quando vede un ragazzo carino preferisce coprirsi gli occhi col prosciutto piuttosto che vedere la realtà. E Tania era generalmente il tipo di cui non mi sarei mai aspettato, manco tra un milione di anni, una reazione così inoffensiva. Forse l'aveva punzecchiata nel momento in cui la belva che minacciava di dartene di santa ragione in sé era assopita.
Al liceo si ripresentava la stessa identica situazione. A lui, manco se si fosse trattato di un incantesimo, dicevano tutte sì, a me l'esatto opposto solo perché a quei tempi ero una minima porzione di bellezza rispetto a ora e avevo l'apparecchio fin dalla prima media. Tra di noi c'era sempre competizione per ogni cosa, soprattutto per le ragazze.

Lui continuava ad abusare dei loro sentimenti e con una scusa ben congegnata riusciva a portarsele a letto, anche quelle che erano iscritte al club delle vergini.
Nessuno aveva fatto eccezione. Manco la più trasandata. Credevano che erano brutte, che nessun individuo maschile si sarebbe avvicinato a loro, così si erano lasciate stuprare con quel sesso così razionale come se il domani davanti a loro non esistesse e fossero al capolinea.

Sei la mia chiave di violino (Vol.1) [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora