#105.

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Il cuore di Harry iniziò a martellargli nel petto e con un "Gesù Cristo." si lasciò cadere sul soffice divano.

Continuava a ripetersi che poteva dire di non essere ancora pronto, che era troppo presto - si erano appena incontrati infondo - ma, nonostante la sua paura e le mani tremanti, si tolse il maglione enorme che indossava rimanendo a petto nudo.

Toccò istintivamente l'inseparabile collana che portava al collo, sperando che potesse dargli un po' di conforto ma, neanche a dirlo, nemmeno quel gesto di scaramanzia riuscì a tranquillizzarlo.

Iniziò a camminare su e giù per il piccolo salotto continuando a torturasi i capelli e mordicchiandosi di volta in volta le povere e rovinate unghie. Voleva Louis, il suo dolce e perfetto ragazzo, però la paura era eccessiva, quasi soffocante: non poteva farcela, non ancora, quindi si rivestì e tornò a sedersi.

Tolse velocemente gli stivaletti marroni e le calze scure sistemando il tutto accuratamente, ancora agitato e sotto pressione.

"Sarà deluso." pensò "Mi odierà, mi dirà che non vuole stare con uno come me, con uno sfigato stupido ed inutile." soffiò completamente nel panico sedendosi con le gambe incrociate sul divano, picchiettò sul bracciolo una, due, tre volte quasi sul punto di esplodere.

"Non si può vivere con tutta quest'ansia, dovrebbe essere illegale." pensò irritato dalla quantità di paranoie che il stupido cervello continuava, interrottamente, a proporgli.

Toccò ancora una volta la collana osservando il ciondolo a forma di aeroplanino di carta che istintivamente lo fece sorridere. Era un oggetto enormemente significativo per lui: glielo aveva regalato Gemma il giorno in cui era finalmente riuscito a racimolare abbastanza soldi per l'acquisto del biglietto per Doncaster, "Presto potrai raggiungere il tuo Louis," aveva detto con un sorriso immenso "ma fino a quel momento, ogni volta che ti sentirai solo e avrai bisogno di lui, potrai volare da lui con questo, con la tua fantasia.". L'aveva stretta a lui fortemente dopo quelle parole, non potendo desiderare una sorella migliore di lei. Gemma era stupenda, lo capiva come nessun altro: era riuscita a comprendere quanto Lou era indispensabile nella sua vita così spenta.

"Louis," chiamò immerso nei suoi pensieri d'amore, finalmente più tranquillo, "Sbrigati, mi manchi!" "Sono qui, piccolo." gli rispose l'altro appena rientrato nel salotto.

Harry voltò la testa per guardarlo e, appena i suoi occhi incontrarono la figura del liscio, il suo sorriso spari lasciando spazio nel suo viso ad un'espressione ammagliata: il suo ragazzo era bellissimo. Si era cambiato e ora, con indosso dei pantaloncini neri della Nike e una canottiera sformata dello stesso colore, scalzo e con i capelli in disordine, appariva ancora più bello in quella semplicità.

"Ti sono mancato quindi?" chiese retorico con sensualità nella voce provocando dei brividi che attraversarono tutta la spina dorsale del più piccolo.

"Stai bene così.." commentò piano abbassando lo sguardo imbarazzato e iniziando a preoccuparsi nuovamente.

"Grazie, piccolo." sorrise avvicinandosi a lui con le mani dietro alla schiena.

"Cos-cosa nascondi?" chiese titubante con una risata nervosa, curioso ma al contempo spaventato.

"Qualcosa con cui possiamo divertirci un po'," rispose con uno sguardo furbo, "Ti va di giocare con me, piccolo?"




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EHEHEH.
Non so cosa ne pensa Harry, ma io amerei giocare con Louis! E voi? 😏

𝒦iwi. 『 larry. 』Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora