4. Armadietti e il tocco magico

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Uscii che erano appena le 7, non volevo che i miei nuovi compagni mi vedessero prendere a botte il mio "nuovo" armadietto.

Il cielo era tutto nero e, chissà perchè, mi diceva che sarebbe venuto a piovere. Io di ombrelli non ne avevo e neppure l'intenzione di chiederne uno a "mia madre". Non è che la detestassi o una cosa del genere, più che altro non l'accettavo. Io non dovevo essere lì con lei, punto.
Arrivai davanti al cancello deserto della scuola ed entrai in silenzio, guardandomi intorno di soppiatto.

Ok, era una cosa infantile ma mi faceva morir dal ridere!
Mi parai di fronte al mio mitico armadietto e provai a "smontarlo".
Cercai di non impiegare tutte le mie forze, visto che il mio orario scolastico mi avvertiva che le prime due ore erano occupate da motoria.
Alla fine appoggiai la testa tra le braccia, seduta per terra e chiusi gli occhi. Non riuscivo ad aprire neppure un armadietto! Certo che ero proprio una pappa molle...mi sembrava di poter sentire la risata di John mentre mi intimava di riprovarci e di tirar fuori le palle.
Eppure lui non era lì con me...
Un'ombra mi si parò davanti e udii un colpo secco, sollevai lo sguardo e notai che l'armadietto si era aperto.

- Devi avere il tocco megico - mi sorrise un ragazzo, chinandosi verso di me.

Aveva un viso d'angelo incorniciato da lunghi capelli rossi e due occhi chiari che si fusero con i miei. Era alto e magro, con gambe affusolate e fasciate da un paio di pantaloni in pelle che lasciavano ben poco all'immaginazione. Mi si fermò il cuore in gola, mentre lui mi accarezzava una guancia con le sue dita pallide: - Sei nuova? Non ti ho mai vista prima....-

Recuperai il senno quel poco che mi bastava per tirarmi su e allontanarmi da quel contatto stregato: - Sì, lo sono e grazie per l'armadietto, ma nessuno te l'ha chiesto.

- Stavi piangendo...

- Non stavo piangendo!!- ribattei, stringendo i pugni infastidita - E comunque posso cavarmela anche da sola, ok?

Il ragazzo scrollò le spalle, sorridendo: - Se lo dici tu!

- Certo!- sbottai superandolo e sbattendogli i capelli in faccia - Approfittatore! Ora magari ti aspetti anche di avere il mio numero e chiamarmi in piena notte?!?

- Sei tu che mi hai dato l'idea- mi guardò, appoggiandosi all'armadietto accanto al mio-E devo ammettere che non è per niente una cattiva idea..-

- Fottiti!- gli ringhiai contro, prima di uscire sbattendo contro qualcuno - Levati dai piedi!-

- Ok, non è che solo perchè hai un bel visino e un bel balcone ti puoi permettere di...- iniziò lo sconosciuto.

- Ma vai al diavolo! Devi essere della stessa combricola di quell'idiota!- gli gridai contro, superandolo senza voltarmi.

La scuola si stava già riempiendo e io avevo dato già abbastanza spettacolo per quel giorno! Certo che gli stronzi c'erano davvero da tutte le parti, eh?Mi feci largo tra la folla di curiosi che mi guardavano sorridendo divertiti. Avrei spaccato la faccia ad ognuno di loro... dal primo all'ultimo!

- Beh... Quella ha anche un bel posteriore... Ehi, Rose! Che cazzo hai fatto? Una delle tue scommetto... Ma l'hai sentita quella? Ti ha chiamato idiota, man! Ci voleva una che ti mettesse in riga! Ahahah ma dove l'hai trovata?Mi dai il suo num...-

- Sta zitto, Hudson!- sorrise il rosso dandogli un colpo sulla spalla - Non ho il suo numero, per ora... Solo per ora...-

Tears EnchantedWhere stories live. Discover now