21. New boy

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Il giorno dopo avrei voluto rimanere a casa facendo finta di stare male, ma Jack mi aveva obbligata.
Non sapeva quasi niente di tutto quello che era successo, e forse avrei dovuto parlargli, gli stavo nascondendo troppe cose.
Ma avevo paura. Non solo per me, ma per Justin. Lo avrebbe menato, e probabilmente davanti tutta scuola se necessario.
Gli avrei parlato con calma a casa, senza farlo mandare in bestia.
Ma stiamo parlando di Jack, è impossibile che lui tenga la rabbia.
Entrai a scuola cercando di tenere un'espressione seria, come se non fosse accaduto niente. Andai all'armadietto, dopo aver salutato mio fratello. Lo aprii e presi il libro per la prima ora. Matematica.
Le ore passarono più lente di quanto pensassi.
Per ogni lezione non avevo fatto altro che immergermi nei miei pensieri.
Pensai a come stesse Justin.
Se stava bene, se stava male, se mi odiava o forse ancora provava qualcosa per me.
Ero nel corridoio quando lo vidi.
Era davanti al suo armadietto aperto e lo fissava. Quella volta non si preoccupò tanto di sistemarsi i capelli, aveva un viso stanco e notai qualcosa che mi fece fermare il respiro. La sua mano...
Aveva le nocche insanguinate, ma il sangue era secco.
Mi avvicinai dubante a lui con la paura che mi avrebbe urlato in faccia.
Temevo che quelle ferite fossero procurate a causa mia.
《Justin.》sussurrai.
Lui sobbalzò sentendo la mia voce e mi guardò. Chiuse l'armadietto e si voltò pronto ad andare via.
Io gli fui dietro.
《Justin, cosa hai fatto alla mano?》
Lui fece una risata amara.
《Adesso ti importa di me?》si fermò girandosi verso di me.
Era a due centimetri dalla mia faccia e sentirlo così vicino non mi fece altro che pensare a quanto volessi baciarlo.
Scossi la testa cercando di mandare via il pensiero.
《Se ti ho detto che ho bisogno di tempo e che devo stare lontano da te, questo non vuol dire che non mi preoccupo per te.》dissi.
Lui aggrottò la fronte incrociando le braccia al petto.
《Non mi hai detto che hai bisogno di tempo.》
Ed era vero. Non lo avevo detto.
《Tu mi hai detto che vuoi stare lontana da me.》
《Ma non per sempre.》strinsi i denti.
Lui mi guardò negli occhi ed io mi sentii morire. Il suo sguardo uccideva.
《Adesso che stai cercando di dire? Che hai bisogno di tempo per capire quello che provo per te?》
Quelle parole furono come coltellate.
Sembrava sincero.
《Ho bisogno di tempo per adattarmi a tutto questo. Con la tua gang e le altre cose.》gesticolai con le mani.
《Bene, prenditi tutto il tempo che vuoi.》detto quello si rigirò ma lo presi per il polso.
Alzai lentamente la sua mano sfiorando le nocche, facendogli venire i brividi.
《Dimmi che non stata io la causa di questo.》sussurrai.
Lui levò velocemente la mano, come se fosse stato scottato.
《Ne sei la causa di molte cose.》
E se ne andò.
Rimasi lì come una statua guardando la sua figura scomparendo fra la folla.
Che voleva dire?
Ero una causa di molte cose.
Cosa avevo fatto?
Non era di certo colpa mia se lui provava interesse per me ed io anche per lui. Forse era sbagliato o forse no, ma nella vita non si hanno mai le risposte se non si rischia.
E come diceva lui, forse ero una causa.
Che esistevo.
Era sempre colpa mia.
Mark non sarebbe diventato pazzo se io avessi potuto controllarlo e così Jack non avrebbe dovuto avere cura di me come se fossi una bambina.
Avevo fatto molti errori nella vita e lo sapevo, ma sentirlo dire proprio da lui fece male. Eccome se fece.
Lui mi conosceva a malapena e, dopotutto, aveva ragione.
Ero solo una causa.

* * *

Era ora di mensa e, dato che non ero attenta alla spiegazione, non avevo sentito la campanella.
Posai velocemente i libri nell'armadietto e lo chiusi quasi sbattendo e andai in mensa.
Lungo il corridoio oramai deserto notai un ragazzo che camminava piuttosto di fretta. Più avanti a lui c'era un gruppo della squadra di calcio.
Il più grande di loro andò addosso al ragazzo solo facendogli cadere tutti i libri e quaderni che teneva stretti al petto. Tutti gli altri risero.
《Ma che bello, abbiamo un nuovo frocietto in scuola.》parlò Thomas, uno che era in squadra con mio fratello. Mi avvicinai a loro.
《Non avete altro da fare coglioni?》
Si ammutolirono tutti appena mi videro.
《Jonson, che onore.》disse Thomas.
《Stavamo giusto conoscendo il nostro nuovo arrivato.》indicò il ragazzo che, appena prese tutti i quaderni da terra, li guardò male.
《Sparite prima che parli con Jack.》dissi e li vidi allontanarsi borbottando fra loro.
Quei ragazzi erano amici di mio fratello e li conoscevo. Tutti i maschi della scuola sapevano che ero la sorella di Jack. Mio fratello era molto famoso e se qualcuno azzardava a toccarmi beh... potete immaginare.
Mi girai per guardare il ragazzo che rimase sorpreso con la bocca spalancata guardando il gruppo allontanarsi.
《Wow, caspita... grazie.》fece un sorriso bellissimo.
Lui era bellissimo. Ma non quanto Justin.
Aveva dei morbidi capelli castani alzati in una piccola cresta, degli occhi verdissimi e stupendi. Sorrideva in un modo dolce e aveva delle labbra molto piene.
Portava una giacca nera e sotto una camicia bianca con una catenina al collo e dei jeans neri.
Era piuttosto elegante.
《Tranquillo quei tipi non mi fanno paura.》dissi.
Lui sorrise di nuovo.
Era davvero bello..
《È tutto strano qui, mi sento quasi odiato dalla gente.》si grattò la nuca.
《Mh alunno nuovo?》
《Già. Sono Luke Stwart.》mi tese la mano, che strinsi.
《Kate Jonson. Se vuoi puoi unirti con i miei amici a mensa.》proposi.
Luke annuì.
《Prima metto apposto questi.》indicò i quaderni in mano.
Una volta che li mise nell'armadietto andammo al solito tavolo, ma Jessie non c'era, non era venuta a scuola perché voleva stare con il suo fidanzatino.
Non che la cosa mi dispiacesse, ma stava facendo troppe assenze e inoltre lasciava me per uscire con lui. Mi sentivo esclusa.
Ci sedemmo ricevendo varie occhiate dai diversi ragazzi. Le ragazze avevano gli occhi a forma di cuore vedendo Luke.
Beh era un ragazzo davvero bello, sembrava il fratello di Justin.
Dovevo smetterla di pensare a lui.
Luke sembrava piuttosto nervoso.
《È commestibile?》chiese con aria schifata indicando il suo vassoio.
Scoppiai a ridere.
《In un certo senso.》
Lui con la faccia ancora schifata allontanò il vassoio con dito. Sembrava un bambino.
《Allora? Da dove sei venuto?》
《San Antonio, abbiamo dovuto trasferirci qui a Los Angeles a causa del lavoro dei miei.》
《Capisco.》annuii.
《Tu abiti qui da sempre immagino.》
Alzai le spalle.
《Già.》
《Perché ho la sensazione che mi odino tutti?》parlò piano guardandosi intorno.
《Tranquillo, fanno così con ogni nuovo arrivato. Le ragazze ti stanno mangiando con gli occhi.》ridacchiai, facendolo sorridere.
《Oh non me lo dire. Ho ricevuto tre bigliettini con il loro numero, una mi ha detto se in Texas fossero tutti belli come me. Un'altra adirittura mi ha chiesto di baciarla.》inarcò le sopracciglia ottenendo un'espressione confusa, facendomi ridere.
Era davvero dolce e carino.
《Forse è per questo che i maschi ti odiano.》
《Credo di si.》ridacchiò.
Restammo lì per altri minuti a chiaccherare di varie cose. Era un ragazzo estremamente gentile e simpatico.
《Heeeeei ma chi si rivede!》
Sobbalzammo entrambi sentendo la voce di Adam. Vicino a lui c'era anche Mike.
《Hei ragazzi!》li abbraccia sorridendo. I due ragazzi si sedettero ai lati del tavolo.
《Mike, Adam lui è Luke, alunno nuovo.》
Luke fece un timido sorriso salutandoli con un cenno della mano.
《Ah amico è brutto essere un pivellino appena arrivato.》parlò Mike.
Adam annuì.
《Già. Ma vedo che qui sei davvero ammirato dalle donne. Batti cinque fratello.》alzò la mano in aria. Luke sembrò confuso e batté il cinque un po' dubbioso, facendomi ridere.
Cominciarono a parlare di scuola, dei vari corsi e di altre cose di cui non diedi retta. Scoprii che molte lezioni le aveva insieme ad Adam e due insieme a me.
《Beh dovrei andare, ho biologia. Sono contento di averti conosciuta.》Luke si alzò velocemente dalla sedia con un gran sorriso in faccia.
《Uhm vuoi che ti accompagni?》
Mike e Adam cominciarono a ridacchiare, ma non gli diedi importanza.
《No tranquilla, credo di sapere dov'è l'aula, grazie.》
《Va bene ci vediamo.》sorrisi.
《Ciao ragazzi.》fece un cenno col capo ed uscì.
《Qualcuno si è preso una cotta.》canticchiò Mike.
《Che vuoi dire?》aggrottai la fronte.
《Oh andiamo, "sono contento di averti conosciuta"? Sul serio?》
《Per me si è già innamorato perso di te.》Adam annuì.
Alzai le sopracciglia scuotendo la testa.
《Sarà solo una vostra impressione.》
《Dicevi così anche con Bieber.》si intromise Adam.
《Come fate a sapere voi su me e lui?》inclinai la testa di lato.
Alzarono emtrambi le spalle.
《La scuola ne parla in continuazione.》
《E cosa si parla?》appoggiai i gomiti sul tavolo.
Adam si guardò intorno poi rivolse lo sguardo su di me.
《Sono le tipiche cose di Stephanie. Che Justin vuole solo portarti al letto e bla bla bla.》
《Questo non è affatto vero!》protestai. Mi mandava in bestia Stephanie.
《Noi ti crediamo, tranquilla.》Mike alzò le mani al cielo.
《Noi non sappiamo cosa c'è davvero tra te e Justin ma vi abbiamo visto. E forse non sarà contento di Luke.》
Guardai stranita Mike.
《Da quand'è che ti interessa della mia vita?》ridacchiai, facendolo sorridere.
《Hei sei una delle migliori amiche che ho, se non l'unica, ti voglio bene.》
《Aw, dolce.》gli diedi un pugno sulla spalla, facendolo alzare gli occhi al cielo.
《Dai è meglio che andiamo.》si alzò Adam. Mi salutarono entrambi.
Dopodiché uscirono anche i miei due amici ed io rimasi ancora lì, avevo un'ora di buca e non mi andava di alzarmi o fare qualcos'altro. Ma non potevo rimanere lì per sempre. Mi alzai dal tavolo e una volta girata mi scontrai con qualcosa, o meglio qualcuno.
Feci un passo indietro trovandomi Justin.
《Ma che cavolo...》
《Vedo che te la spassi con il nuovo arrivato.》disse freddo.
《Stavamo solo parlando.》socchiusi gli occhi.
《Certo, mentre tu ridevi.》
Mi sistemai meglio la cartella sulla spalla.
《Sei geloso.》sorrisi.
Lui alzò gli occhi al cielo.
《Di quel marmocchio? Ma per favore.》
《Bene, allora me ne vado e dopo magari ci parlerò.》
Stavo per sorpassarlo ma la sua mano mi bloccò il braccio.
La sua presa fu dolce e tenera, facendomi venire una scossa che non seppi descrivere.
《Hai ragione. Sono geloso.》le sua labbra sfiorarono il mio orecchio, provocandomi una serie di brividi per la schiena.
Ma non ie lo potevo permettere.
Lo spinsi leggermenta da me e lo guardai negli occhi.
《Ne sono io la causa che tu sei geloso?》dissi dura.
Justin si irrigidì e strinse i denti.
《Cosa c'entra questo adesso?》
Incrociai le braccia al petto.
《Non lo so dimmelo tu, perché io non ti capisco proprio. Prima fai lo stronzo, adesso fai l'innamorato. Sei fastidioso lo sai?》
Lui fece un sorriso. Ma spento e triste.
《Lo so. Tanto tu non vuoi accettarmi lo stesso visto che sono un criminale.》
Non fecero male le parole, ma il modo in cui lo disse.
Con tristezza, malinconia.
《Ti ho detto che ho bisogno di tempo.》
Fece una smorfia.
《Si, lo vedo.》
E se ne andò dopo avermi guardata in modo male.
Sapevo che in un certo senso lo avevo ferito, ma questo non mi imponeva di conoscere altra gente.
Non era detto che volevo provarci con quello nuovo. Era carino sì, ma non mi interessava.
Io volevo Justin, solo lui.
Non mi interessava di nessun'altro.
Ma ovviamente non mi credeva, perché se lui faceva amicizia con una ragazza io dovevo stare zitta.

Love is Impossible || JB [REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora