CHAPTER 20.

379 17 2
                                    

Passai i seguenti giorni con una sigaretta tra le labbra e una perenne nube di nicotina in camera, ero certo che anche mia madre si fosse accorta del mio malumore amplificato, ma decise di non chiedere nulla, come sempre. Anche perché non avrebbe ottenuto nessuna risposta, come sempre.


SCARLET'S POV:

Mi ritrovavo nel salotto di Rebecca cercando di posizionare nel bagagliaio dell'auto della signora Powell quanti più salatini e alcolici potessi tenere in mano. La mia amica allo stesso tempo stava mettendo dei cuscini sui sedili posteriori vicino all'enorme confezione di carbonella e marshmallow: sarebbe stata la grigliata migliore della storia. Risi al pensiero di Rebecca nel salutare tutti gli "amici di amici" che lei stessa aveva invitato senza nemmeno sapere come si chiamassero.

Dopo aver riempito l'automobile con tutto l'occorrente e aver nascosto le bottiglie sotto un'enorme strato di teli e coperte per evitare problemi con sua madre, entrambe salimmo in auto e fummo trasportate nel luogo prescelto. Di fronte a noi si estendeva una verde radura di circa cinquanta ettari posta alla periferia, sul fondo si apriva un'immensa distesa di querce antiche che ospitavano numerose famiglie di uccellini e probabilmente anche di volpi e lepri, siccome la caccia era stata vietata circa dieci anni prima. Gli ultimi raggi del sole filtravano attraverso le folte chiome e creavano effetti magnifici nell'aria rendendo la scena degna di un film. Un'intera distesa di verde tutta a disposizione di ragazzi incoscienti e pronti a qualsiasi stronzata possibile.

Dopo aver disposto tutto il materiale nel miglior modo possibile, aver posizionato alcune panche, cuscini e coperte per terra e aver radunato una grande quantità di legna per creare un piccolo falò, i primi invitati fecero il loro ingresso e io iniziai a sentire l'agitazione di Rebecca fluire nella mie vene, in fin dei conti era la mia migliore amica e questa festa dei suoi diciotto anni sarebbe dovuta essere la migliore della sua vita.

Micha arrivò immediatamente insieme ad alcuni amici che ci presentò: erano dei ragazzi molto carini, in particolare mi resi conto, dopo una mezz'oretta, di essere la "prescelta" di un certo Alan, un biondino alto tanto quanto Harry, ma meno muscoloso. Dopo la terza birra notai un luccichio nei suoi occhi ogni volta che incontrava il mio sguardo e quando fu già buio iniziò ad attaccarsi in modo prepotente a me con ogni scusa plausibile. La situazione "Alan" era ormai diventata troppo invadente, perciò iniziai a fare un giro per il prato per osservare tutti gli invitati e controllare che nessuno stesse facendo qualcosa di illegale o pericoloso. Fu un giro di perlustrazione inutile poiché tutto quello che temevo di vedere stava già succedendo: alcuni ragazzi si rifugiavano nelle tende che avevano portato loro stessi per "passare" la notte in compagnia, altri fumavano spinelli in un angolino e altri ancora sniffavano eroina o si scambiavano pasticche, le caramelle che la mamma si raccomandava vivamente di evitare. Questi erano i figli che tutti desidererebbero.

"Arriverà, ne sono certa." iniziai a percorrere le punte delle dita nervosamente, cercando di non ascoltare la vocina nella testa che mi ripeteva che dopo la sfuriata di pochi giorni prima, non si sarebbe fatto vedere per un lungo periodo.

Ero arrivata a ripeterlo per la trentasettesima volta, quando vidi un macchinone nero parcheggiare sull'erba vicino ad un raggruppamento di alberi. I fanali illuminarono d'un colpo una vasta area dello spazio e quel ragazzo terribilmente sexy scese seguito dai suoi due migliori amici, di cui uno era in dolce compagnia.

Osservai il gruppetto avvicinarsi a Rebecca per farle gli auguri, Cam posò un'enorme cassa al suolo per poi attaccarlo a uno stereo dal quale uscì rumorosamente "Robbers" dei 1975, Jaden presentò Robin alla festeggiata per poi avvicinarsi a me e salutarmi con un caloroso abbraccio e la sua fidanzata fece la stessa operazione con maggior euforia, passarono pochi minuti nel quale parlai del più e del meno con la rossa e dopodiché il mio amico mi fece segno di avvicinarmi a lui e a Harry che in quell'esatto momento stava facendo un tiro dalla sigaretta. Mi avvicinai lentamente e quando fui a pochi passi dai due ragazzi, osservai attentamente, senza darlo a vedere, il riccio che mi ritrovavo di fronte: il modo in cui le sue lunghe e affusolate dita tenevano la paglia che dolcemente veniva a contatto con le sue morbide labbra, il modo in cui quelle stesse labbra allontanavano l'oggetto per poi socchiudersi rilasciando una lunga fascia bianca che pericolosamente minacciava di avvicinarsi a me in modo persuasivo mi fecero avvampare. Certa di non reggere la scena per un secondo in più, spostai la mia attenzione sul suo sguardo che era già puntato verso di me. In quel momento mi parve di vedere un pizzico di divertimento e malizia dietro quel verde intenso, aveva infatti notato il rossore sulle mie guance, ma nonostante ciò non gliel'avrei data vinta. Lo fissai con il mio miglior sguardo vuoto per pochi istanti per poi concentrarmi su Jaden che era ben cosciente dell'atmosfera pesante tra noi due. Per questo motivo mi portò poco distante.

Tender [h.s.]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora