CHAPTER 18.

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Aprii gli occhi e subito fui pervasa dalla debole luce del sole estivo del Lancashire, ero ancora avvolta nel lenzuolo, nuda e leggermente dolente quando mi resi conto di trovarmi nel suo letto. Era tutto vero, era successo. Udii le parole del ragazzo risuonare nella stanza e con gli occhi ancora appannati lo intravidi fare avanti e indietro con il cellulare all'orecchio.

"Che ore sono?"

-Sì, non c'è problema, dimmi solo dove possiamo incontrarci.- intanto si passava una mano tra i capelli e il collo -Perfetto, ci vediamo lì tra poco.- Appena riattaccò la chiamata, si avvicinò al letto, si sedette e con il viso iniziò a stuzzicarmi e a lasciarmi dei dolci baci sul naso e la fronte.

-Hey, dormigliona...alzati su.-

-Mh...che ore sono?-

-Le 09:45.-

-Non ho voglia di alzarmi.-

-Devo riportarti a casa, devo fare una cosa importante.-

-Che cosa?-

Sospirò ed esitò un momento, poi disse:-Abigayle ha parlato con i suoi genitori adottivi e a quanto pare stamattina vuole vedermi. Tra mezz'ora dovremmo incontrarci.-

-Ma è fantastico, Harry!- mi alzai e mi misi seduta. Il lenzuolo non copriva più del tutto il mio corpo.

-Tu sei fantastica.- e mi lasciò un bacio sulle labbra mentre con una mano mi accarezzava la schiena. -Però dovresti lavarti i denti, prima.- a quelle parole lo spinsi e gli tirai un cuscino mentre con energia si precipitò fuori dalla camera -Ti voglio giù tra cinque minuti.-

Mi feci cadere di nuovo sul comodo materasso e con un sorriso ebete sospirai e mi portai le mani al viso.

HARRY'S POV:

Erano passati esattamente sette minuti e sentivo ancora l'acqua del rubinetto scorrere, ero agitato e la principessina ci stava mettendo troppo tempo, così decisi di lasciarle scritto un post-it assicurandole che sarebbe rimasta da sola in casa e chiedendole di aspettarmi possibilmente con un piatto di spaghetti per l'ora di pranzo.

Mi misi in macchina e feci una piccola sosta da Costa, un caffè amaro mi avrebbe decisamente aiutato a superare lo stato d'ansia in cui mi trovavo. Nel tavolo di fianco vidi un papà che puliva il visino al figlio che poteva avere all'incirca sette o otto anni al massimo. Risi al pensiero che forse una sola volta mio padre lo aveva fatto per me e io nemmeno me lo ricordavo. Spostai il mio sguardo, finii il mio caffè e mi diressi in auto.

Arrivai nel parco che mi aveva detto, mi sedetti su una panchina iniziando a pensare al discorso che avrei potuto farle e alle possibili reazioni che lei avrebbe potuto avere. Le possibilità erano infinite, in fin dei conti rimaneva un'estranea ai miei occhi. Mancavano ancora dodici minuti alle 10:15 quando vidi l'auto di Cameron parcheggiare vicino alla mia.

"Cosa ci fa lui qui?"

Scese dall'auto e stavo per urlare il suo nome, quando vidi scendere dal posto del passeggero, anche Abigayle. Senza parole li seguii con lo sguardo, sentivo la gola secca e non potevo davvero credere ai miei occhi. Rimasi ancora più interdetto non appena vidi il mio migliore amico circondare mia sorella con il suo braccio. Non ci potevo credere: tra tutte le ragazze nel mondo lui doveva andare a fissarsi proprio con lei? Cam lanciò uno sguardo al parco e non appena incontrò il mio sguardo, iniziò ad agitare la mano come un deficiente e mi fece segno di aspettare, dopodiché si fermò, le diede un piccolo bacetto e si mise a parlare con lei che mi indicò subito dopo. Ricordo perfettamente la sua faccia diventare improvvisamente pallida mentre spostava lo sguardo da me a lei e in maniera preoccupata si adagiò una mano sulla guancia, avrei pagato per poter avere un video della sua reazione. Li vidi avvicinarsi alla panchina e l'imbarazzo si fece subito sentire prepotente, salutai il ragazzo con un sorrisino sghembo sul volto per poi fissarlo mentre abbracciavo mia sorella aka "la ragazza di Cameron" che, per mia sfortuna, esisteva davvero. Ci mettemmo a ridere non appena spiegammo ad Ab che io e il suo principe azzurro eravamo ormai migliori amici da una vita. Successivamente lui si dileguò velocemente verso la macchina dopo avermi dato una pacca sulla schiena e un bacio sulla guancia a lei. Stavamo per iniziare la nostra conversazione, quando il cellulare mi vibrò nella  tasca dei pantaloni:

Tender [h.s.]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora