CHAPTER 4.

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Harry si alzò dal divano, così mi sdraiai sul cuscino che si trovava alla mia destra. Sentii le due voci nel corridoio d'ingresso che si cimentavano in una conversazione:

-Jaden? Cosa ci fai qui?-

''Merda, cosa ci fa lui qui?'' pensai.

Jaden era stato il mio fidanzato per sei mesi quando ero al secondo anno. Allora, ero follemente innamorata e pensavo che il sentimento fosse ricambiato, così mi faceva pensare lui; il mondo su cui avevo fantasticato come fanno tutte le ragazze in quella fase della vita, mi crollò addosso quando vidi il video che ritraeva lui e una ragazza, una certa Emily, baciarsi appassionatamente. Da quel momento lo lasciai e non volli più sapere nulla di lui. Quando lo raccontai a Harry, era furioso per il fatto che mi avesse tradita; quel giorno mi promise che se mai Jaden gli avesse parlato o se addirittura gli fosse passato di fianco, lo avrebbe rovinato di botte. Ero davvero distrutta. In quel periodo non volevo vedere o uscire con nessuno. Desideravo stare solo con Harry e Reb. Stare con loro mi faceva bene. Soprattutto Rebecca mi aiutò a rendermi conto che avevo sprecato sei mesi in una relazione che non poteva avere lunga durata.

-Sto lavorando, Scarlet ha ordinato due pizze... Piuttosto, tu che ci fai qui?-

-Passiamo la serata insieme.-

-Bene. Posso parlarle?-

-Prova solo a sfiorare con la suola delle scarpe il pavimento di questa casa e io ti prometto che l'unico pavimento che toccherai sarà quello dell'ospedale.-

Udendo le ultime parole, quelle di Harry, mi alzai e mi coprii con una leggera coperta che si trovava sul divano, decisi di avviarmi verso di loro per paura che uno dei due avrebbe reagito in modo negativo ad un' eventuale provocazione. Girai l'angolo. Jaden mi vide e cercò di trovare nei miei occhi un luccichio simile a quello di un tempo, ma invano. Per me lui era solo un' ombra, un corpo estraneo privo di emozioni a cui non potevo più dare fiducia. Capendo la mia freddezza verso di lui, vidi una crepa squarciare il suo volto, mi guardò con un' espressione piena di odio e caricò la dose con un:-Amore vedo che mi hai sostituito in fretta!-

Io non diedi importanza a quella frase senza senso, ma il mio migliore amico strinse i pugni fino a far diventare le nocche bianche.

-Lei non sta più con te. Vattene o tra noi finisce male.- disse Harry stringendo i denti.

Io ero tra due figure di equivalente altezza, i due ragazzi dominavano su di me. La mia corporatura molto più piccola a confronto della loro faceva quasi capire che mi dovessero proteggere, o meglio, Harry doveva farlo.

-Dai Harry, prendiamo le pizze e lasciamolo perdere.- dissi con voce irritata.

-Si Scarlet, andiamo a mangiare e poi ci divertiamo.- rispose senza togliere lo sguardo da Jaden e accennando un piccolo sorriso malizioso, come per accentuare la rivalità che c'era tra loro due. A quella risposta guardai subito l'altro che aveva la mascella contratta dall'ira. Per un attimo credetti di essere usata da Harry per sovrastare sul ragazzo che si trovava di fronte a lui. Era come se non gli importasse niente di me, ma solo di avere la meglio. Io e il mio migliore amico eravamo ancora sull'uscio della porta, mentre l'ospite non desiderato si trovava dinnanzi, solo, senza nessuno che prendeva le sue difese. Il ragazzo sgradito si decise ad alzare i tacchi e tornare alla macchina quando, come se non bastasse, il riccio che mi trovavo di fianco accennò un ultimo stimolo che fece traboccare il vaso:

-La prossima volta prima di fare delle cazzate, pensaci! Azzardati ancora una volta ad avvicinarti a lei o anche solamente a parlarle e io giuro che ti spacco la faccia, coglione!-

-Non è finita qua, Styles. Ah, carina la cicatrice.-

Sussultai: anche lui se ne era accorto.

Harry non sembrava scosso da quelle parole, ma io si, conoscevo bene quel ragazzo e sapevo che le sue promesse nascondevano sempre della verità, perlomeno quelle che riguardavano lui personalmente. Ritornammo sul divano e ci accorgemmo che le pizze si erano raffreddate perciò decidemmo di metterle nel forno a microonde. Approfittai di quei momenti per discutere dell' incontro di poco prima:

-Correggimi se sbaglio ma il programma di stasera sarebbe mangiare pizza e "divertirci"?-

Harry arrossì e si girò di colpo per non farlo notare, ma fu inutile: vidi le sue guance bucate prendere fuoco, ma feci finta di niente e aspettai una sua risposta.

-Si ehm... Volevo solo vedere la sua faccia di merda esplodere di gelosia e mi sono fatto prendere la mano, è stata la prima cosa che mi è venuta in mente... "Divertirci" non significa solo fare sesso, ma passare del tempo insieme a dire cazzate e svagarsi, evadere da ogni problema e con te, ci riesco bene.-

Lo abbracciai. In quel momento mi resi conto di quanto fossi fortunata ad avere accanto un amico come Harry.

HARRY'S POV:

Jaden si era finalmente allontanato, non so per quale motivo quel ragazzo mi dava sui nervi. Anzi, il motivo lo so... Eravamo in cucina a scaldare le pizze quando Scarlet mi chiese perché avevo detto che ci saremmo "divertiti", questa domanda mi lasciò di stucco. Credo di essere perfino arrossito all' idea, però mi voltai per non darlo a vedere. Le risposi che con quella parola intendevo passare una serata da amici. Lei mi credette e non ritornò più sull'argomento.

SCARLET'S POV:

La serata si svolse con successo, guardammo un film e parlammo del più e del meno. Proprio come due ragazzine. Io e Harry sentimmo delle chiavi girare nella serratura della porta principale. Guardai l'orologio: 01:54. A quel punto, dato che io per prima, non volevo rispondere alle tante domande che mi avrebbe posto mia madre, obbligai sottovoce Harry a sgattaiolare su in camera mia mentre gli facevo strada. Arrivati nella stanza improvvisammo immediatamente un letto formato da coperte, vestiti che trovai sulla sedia e cuscini, lui si buttò per terra gemendo un piccolo: "Porca puttana che male!". Mentre io mi infilai in mezzo alle coperte del mio amato letto. Tutte le volte che mi coricavo e tutte le volte che le soffici e profumate coperte abbracciavano, accarezzavano e coccolavano la mia pelle, lì si, che mi sentivo in pace con me stessa. Pronta a sognare e fantasticare, dimenticare la giornata passata per solo poche ore. In estate, tengo leggermente aperta la finestra di camera mia, in modo da sentire i grilli che contribuiscono alla ninna nanna. Per me è così. Un rumore delicato e piacevole che si può definire vita. Ti accompagna, ti rilassa e infine, ti addormenta. Facemmo finta di dormire ma le risate soffocate dal silenzio non la smettevano di sprigionarsi. Il buio ci invadeva. Ora lasciavamo solo spazio all'udito. Era una sensazione piacevole sentire la sua voce senza vedere la sua espressione, ma che potevo tuttavia immaginare. Ascoltare il suo respiro affannato, sembrava quasi un senso di intimità, che potevo permettermi solo io e nessun altro. Sentimmo i tacchi di mia madre che scricchiolavano sul parquet del primo piano: finimmo di ridere e iniziammo a far finta di dormire per dare la nostra esibizione da attori migliori. Udii la porta schiudersi e intravidi di sottecchi lo spiraglio di luce che entrò nella stanza. Sentii un respiro sul mio collo e subito dopo due morbide labbra lasciarono un bacio sulla mia guancia: mia madre mi dava sempre la buonanotte, ogni sera fin da quando ero piccola, come se fosse un' usanza del quale non potevo fare a meno anche se era un minuscolo gesto, un insignificante bacio che racchiude la prova dell' infinito amore di mia madre nei miei confronti. Adoro sentire la sua pelle carnosa, rigata, umida, più rosea del resto del corpo affondare nella mia guancia che sembra ancora quella della bambina di un tempo. Immagino che mia madre credette alla scena perché la camera ripiombò di nuovo nel buio. I miei occhi restarono serrati fino a quando mia mamma non uscì dalla stanza.

HARRY'S POV:

La Signora Harris baciò Scarlet e quando fece per uscire si accorse di una sagoma immobile distesa per terra: io. Tra le mie ciglia intravidi il suo volto, accarezzato dalla fioca luce che entrava dalla porta, addolcirsi in un sorriso al quale non potevo dare spiegazioni, in seguito avvicinò la mano destra alla mia fronte per scostare una ciocca di capelli caduta, poi, udii un'insieme di parole che formavano la frase: "Buonanotte Harry, dormi bene." Non mi sono mai sentito amato così tanto prima di allora.

Tender [h.s.]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora