Capitolo I

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Lauren's pov

"Quanto vuoi?"

"Dammi tutto quello che hai" risponde l'uomo davanti a me.

È robusto, ha i capelli bianchi e spettinati, la barba un po'  lunga.
Porta dei jeans vecchi e strappati e una maglietta nera. Si chiama Jack, ed è un mio cliente da tre anni.

"Ecco a te" gli do' tre bustine piene di polvere bianca, proprio ciò che piace a lui.

Prendo i soldi e lo saluto.

Mi alzo il cappuccio della felpa ed esco da quella stradina desolata, arrivando in un posto molto affollato.

Io mi chiamo Lauren, ho 19 anni e.. Be', che dire di me? Sono una ragazza che non ha più nulla nella vita. Né famiglia, né amici, né una persona da amare. Nulla.
Proprio perché faccio schifo, chi si prenderebbe un disastro come me? Direi nessuno.

Spaccio droga da 4 anni, ho una specie di capo che mi porta a consegnarla e mi dà la metà di ciò che guadagno, è l'unica cosa che posso fare per guadagnarmi da mangiare, perciò lo faccio.
Da quando ho iniziato a vendere, mi drogo anch'io, è qualcosa che mi fa dimenticare il mondo reale per un po', e quando sono nel mondo delle allucinazioni sto bene, non penso a nulla, spengo quella cazzo di voce che ho dentro, quella voce che ogni giorno mi fa pensare che non ho più la mia famiglia, non ho più amici, nessuno. Proprio sola, in mezzo a tutti. Non mi fido più delle persone, quando sono morti i miei genitori nessuna di quelle che ritenevo "amiche" ci sono state per me, proprio in quel momento, così tragico e triste della mia vita, tutti si sono dimenticati di me, così mi sono dovuta fare forza da sola, e ho affrontato tutto con le mie forze. Da una parte sono felice di essere sola, perché così so che nessuno può farmi soffrire.
La cosa che amo della vita sono i paesaggi, amo vedere i tramonti, quelle sfumature che si formano sul cielo, un ritratto di Dio, amo i boschi, i rumori della natura, il mare, le onde che si scontrano contro le rocce taglienti,
amo leggere e disegnare, per me è uno sfogo, esprimo ciò che ho dentro in una tela, con dei colori.

Dall'altra sono triste perché mi mancano quelle cose chiamate "emozioni" che non provo da tanto, troppo tempo.
Mi mancano gli abbracci di mia madre, quelli che mi tiravano su di morale all'instante, mi facevano avere la pace dentro, anche se avevo una tempesta. Mi manca ridere a crepapelle con mio padre per le sue facce stupide, o le sue battute dementi.
Mi manca parlare con loro, dirgli le mie idee, i miei progetti per il futuro, mi manca casa mia, quella casa che profumava sempre di dolci appena sfornati, la mia camera, sempre in disordine, ma quando ritornavo da scuola sempre ordinata da mia madre. Mi mancano le cazzate fatte con gli amici, i complessi che ci facevamo per una sciocchezza, mi manca andare a scuola, avere l'ansia per un interrogazione, rispondere male alla prof, uscire dalla classe senza permesso, rispondere bene ad una domanda senza aver studiato. Mi manca tutto.
E non so neanche perché sono ancora qui, forse perché non ho il coraggio di mettere fine a tutto. Si, perché apparentemente posso sembrare forte, arrogante, stronza, ma la mia é solo paura, paura che le persone mi possano ferire di nuovo, paura di cadere in qualcosa che mi potrà fare di nuovo del male.

Camila's Pov

Finalmente suona l'ultima campanella di questa giornata, sono così stanca oggi, non vedo l'ora di tornare a casa.
Esco da scuola con la mia migliore amica Dinah dirigendoci alla fermata dell'autobus.

"Mila questa sera andiamo a ballare?" chiede, mentre sale gli scalini del bus

"Puoi contarci Dj."

"Dobbiamo essere delle fighe, ci saranno molti ragazzi, tra cui quel gnocco di Justin!"

"Dinah, calma gli ormoni"

Scoppiamo in una risata rumorosa, facendo girare molti ragazzi verso di noi.

I'm fine {Camren}Where stories live. Discover now